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Caratteristiche

  • Moderatamente difficile con alcuni passaggi impegnativi nell'ultimissimo tratto comunque evitabili.
  • - salita 2.45h se non affollata
    - discesa 1.30h.
  • 600m di cui 400m la sola ferrata.
  • - rifugio Franco Cavazza
    - abitato di Colfosco
    - passo Gardena
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 2.2
Esposizione 3.1
Varietà passaggi 2.2
Impegno fisico 3
Interesse paesaggistico 3.5
Numero votazioni 192
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata BRIGATA TRIDENTINA

TORRE EXNER

BY - VIEFERRATE.IT - 2005

PERCORSO STRADALE

Dal passo Gardena si scende in direzione Colfosco-Bz e dopo alcuni tornanti,proprio alla destra di uno di essi,si trova l'ingresso di una cava di ghiaia il cui piazzale -1950m- funziona da parcheggio per le auto  inoltre una chiara insegna richiama la ferrata della Brigata Tridentina .

AVVICINAMENTO

Ci si dirige verso est ovvero a sinistra guardando le pareti del Sella inizialmente su sentiero pianeggiante e ghiaioso poi, in avvicinamento alla parete,tra mughi si raggiungono le prime attrezzature -15'- che rappresentano un primo attacco della via anche se probabilmente non ancora quello ufficiale.

LA FERRATA

Alcuni metri di cavo  portano orizzontalmente ad una serie di gradini verticali  ,si traversa a sinistra  in avvicinamento ad una gola da risalire con cautela in quanto umida e talvolta scivolosa anche se non particolarmente esposta su roccia molto inclinata inizialmente utilizzando solo il cavo come scorrimano  poi nel tratto terminale tramite una nuova serie di comode staffe metalliche . Eccoci al termine del primo tratto attrezzato dove si incrocia alla destra il sentiero proveniente da passo Gardena  mentre proseguendo verso sud-est (sinistra) si cammina lungo il terrazzo inferiore del Sella con lievi e brevi saliscendi , passando in una strettoia delimitata alla destra dalla parete della Torre Brunico,fino al secondo vero attacco della via -2075m-40'. In gradinata obliqua a sinistra  passiamo sulla targa commemorativa della ferrata , nonostante la roccia sia sempre ben appigliata vi sono presenti alcuni appoggi metallici  o là dove il passaggio avviene su tratto levigato sono state inserite nella roccia i classici gradini metallici  rendendo elementare la progressione. In questa prima metà del percorso la ferrata non risulta esposta, si prosegue sempre in buon appoggio  iniziando così una bella crestina panoramica    sovrastati dalla cima della Torre Exner mentre alle nostre spalle la visuale si apre sull'alta val Badia . In questo tratto la via,nel suo sviluppo, tende a portarsi alla sinistra della parete ovvero a costeggiare il lato destro della cascata di Rio Pisciadù che nasce dall'omonimo laghetto presente a pochi passi dal rifugio,si risale ora con alcuni tratti di maggior verticalità pur non oltrepassando mai un certo grado di difficoltà  anzi in alcuni passaggi vi è la possibilità di divertirsi progredendo in arrampicata  e man mano che si guadagna quota aumenta l'esposizione, la visuale si apre e si ritrovano continuamente attrezzature come gradini e pioli    in salita verticale fino ad una comoda cengia ottima come luogo di sosta. Si prosegue in direzione della gola di Rio Pisciadù con passaggi ariosi   ed abbastanza verticali  anche se in breve la via ritorna a pendenze più lievi fino, addirittura, a proseguire camminando   mentre inizia la sensazione di non trovarsi lontani dal pianoro sommitale  ed in effetti siamo ben oltre la metà della Tridentina ma il tratto finale è il più impegnativo quindi meglio sempre proseguire senza fretta. Siamo ormai nelle vicinanze del traverso  raggiungibile dopo aver superato il tratto più esposto  ma entrambi i passaggi non comportano particolari difficoltà tecniche sia per la roccia ancora ben appigliata che per la presenza di alcuni infissi metallici che agevolano parecchio la progressione (vedi traverso), inoltre giunti al termine del traverso troviamo l'unica possibilità di poter abbandonare la ferrata proseguendo, come indicato , a sinistra lungo la traccia di sentiero che sale in ripido pendìo fino al pianoro sommitale del rifugio, in effetti questo era il vecchio tracciato utilizzato per raggiungere il rifugio prima che venisse costruito il tratto di ferrata che risale in parte in direzione della Torre Exner. Il facile sentiero è consigliabile a chi, giunto fin qui con grande dispendio di energie, non se la sente di affrontare l'ultimo tratto della Tridentina che risulta essere sicuramente il più difficile contrariamente alla maggior parte delle ferrate dove si privilegia inserire i passaggi più impegnativi vicini all'attacco. Al bivio si sale in verticale  con un certo impegno anche se in breve si raggiunge una prima serie di gradini metallici  poi una seconda più breve  che ci porta ad una strettoia nella roccia dove è interessante cercare gli appigli giusti per avanzare senza dover necessariamente trainarsi di peso con il cavo . Traversiamo a destra con l'ausilio di alcuni appoggi artificiali e raggiungiamo una prima scala  che ci apre la visuale sul rifugio Cavazza sovrastato dal Sass da Lec ; a sinistra una nuova serie di gradini ci riporta in verticale  e dopo alcune roccette  si aggira una sporgenza  e ci si ritrova di fronte il ponte   che permette di superare l'abisso racchiuso tra la Torre Exner ed il tratto di parete verticale del massiccio che,dopo il superamento del ponte , rappresenta l'ultimo passaggio attrezzato della via .  Tecnicamente quest'ultimo breve tratto (pochi metri) verticale non offre particolari difficoltà anche se in effetti la sua vista, di fronte, da parte di chi si trova ancora al di là del ponte può dare un effetto diverso. Eccoci al termine della "Tridentina"  -2450m- e non resta che percorrere per circa 15' il sentiero che porta al rifugio Franco Cavazza al Pisciadù -2585m- ed il vicino laghetto  a circa 3.00h dal parcheggio.

DISCESA

La discesa avviene,cosi come indicato dalla segnaletica,per la Val Setus inizialmente per gradoni di roccia attrezzati poi superando un lungo e ripido canalone tramite sentiero a tornanti  che ad inizio stagione può essere ancora a tratti innevato e quindi pericoloso. A quota 2200m si incontra la deviazione a sinistra per il passo Gardena mentre proseguendo in discesa per il canalone cosparso di massi si raggiunge direttamente il parcheggio delle auto dopo circa 1.30h.

CONSIDERAZIONI

Nel caso si fosse interessati alla facile salita della cima Pisciadù è necessario scendere in direzione del vicinissimo laghetto del Pisciadù ed iniziare il cammino lungo il sentiero di congiunzione con il lontano rifugio Boè costeggiando inizialmente la gialla parete del massiccio. In leggera salita si traversa lungo il ghiaione  fino ad un bivio,con entrambe le 2 direzioni indicanti rifugio Boè , dove è preferibile proseguire a sinistra in quanto nell'altra direzione ci si ricongiunge comunque dopo pochi metri attrezzati con il primo sentiero ma il cavo non sembra attualmente essere in buone condizioni. Qui, deviando a sinistra, la salita è abbastanza ripida e su terreno franoso  ma in breve si giunge nella conca detritica di Val Tita a quota 2810m dove la segnaletica indica in salita a destra per il rifugio Boè mentre a sinistra la traccia, ben individuata da una serie di ometti e bolli rossi, risale inizialmente per detriti poi facili gradoni (attenzione in quanto questo tratto esposto non è attrezzato) fino  alla vicina cima del Pisciadù -2985m-  in circa 1.45h dall'omonimo rifugio. Il ritorno avviene per la via di salita. La Tridentina rappresenta una delle più conosciute vie ferrate dell'arco Dolomitico quindi è caratterizzata spesso nel periodo estivo dal sovraffollamento. Ingiustamente viene troppo spesso giudicata di difficoltà tecniche maggiori rispetto a quelle reali.

Commenti   

+3 #175 Mak 2021-10-16 20:26
Percorsa il 10/10/2021. Vale la sua fama, fuori stagione poco traffico per fortuna ma il ritorno per la val Setus era innevato/ghiacciato - portatevi i ramponcini.
Il primo pezzo attrezzato bagnato ma non ghiacciato non dà una sensazione piacevole, ho usato molto il cavo. Poi il resto asciutto e piacevole, tecnicità rese moderate dall'abbondante attrezzatura e lati esposti emozionanti. Lunga abbastanza, a mio avviso una buona progressione.
C'era neve al rifugio (chiuso) non troppa ma abbastanza per scoraggiarci dalla cima Pisciadù (non tutti avevano i ramponcini). Graziati da una bella giornata soleggiata più calda del previsto e panorami fantastici. Discesa in ombra e come già detto con tratti di neve e ghiaccio poco piacevoli anche dopo la fine delle corde, attenzione.
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+6 #174 Anna 2020-08-22 11:42
Percorsa il 21/08/2020.
Ferrata moderatamente difficile, che richiede un buon allenamento fisico per la lunghezza e il dislivello che copre. L'ultimo tratto risulta essere il più impegnativo, a tratti difficile e con frequenti punti di forte esposizione (ad esempio l'ultima scaletta e ponte sospeso). La ferrata si presenta ben attrezzata e con molti punti dove è possibile sostare per prendere fiato. Ambiente appagante,grandioso e la presenza della cascata ne aumenta la bellezza.
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-24 #173 Roberto 2020-07-11 14:10
Percorsa il 11/07/2020 Fatta con mio figlio 14enne, si arriva brevemente all’attacco, ferrata lunga, anche troppo per i miei gusti, nulla di che, pochi passaggi difficili.
Si arriva al rifugio Pisciadù dopo la ferrata tramite un sentiero, discesa dalla val Setus con un po di occhio, fatta sotto la pioggia e canalone innevato, da non ripetere, assicurarsi del tempo
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+8 #172 Adrian 2020-06-21 19:19
Percorsa il 21/06/2020 con Andreea e Radu in una perfetta giornata di giugno. Ferrata stupenda, abbastanza verticale soprattutto l'ultimo tratto prima del ponte. Poco trafficata in questo periodo del anno. Discesa per la Val Setus praticamente "inondata" da neve
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+3 #171 Fabio 2019-09-16 08:06
Percorsa il 15/09/19. Inizialmente cielo nuvoloso e roccia umida, poi sole e giornata splendida. Meno gente di quanta me ne aspettassi, nessun ingorgo. Prima parte molto divertente e non troppo impegnativa grazie alla presenza di moltissimi appigli con progressione rapida e piacevole. La seconda parte risulta più impegnativa fisicamente: la verticalità resta circa la stessa però diminuisce la quantità e la facilità degli appigli e si tende ad utilizzare di più le braccia. Nel complesso bellissima ferrata che consiglierei a chi ha già un minio di esperienza (per molti sarà banale, ma a mio parere non è esattamente per soggetti alle prime armi) inoltre si rimane in ferrata per quasi tutto il tempo di percorrenza con poche occasioni per tirare il fiato. Panorami mozzafiato per tutto il percorso. I primi 15 minuti del sentiero di rientro attraverso la val Setus sono poco piacevoli quindi se dovessi rifarla proverei il rientro dalla val di Mesdì anche se è un percorso più lungo.
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-1 #170 Enrico 2019-09-03 17:00
Percorsa il 25/08/2019, attaccata alle ore 08:10. Davanti a noi, già sulla seconda parte della ferrata, grupponi di persone. Tantissime più tardi dietro, viste ad attaccare anche nel primo pomeriggio con pioggia imminente. Facile la prima parte, con difficoltà via via crescenti lungo tutto il percorso ma mai estreme. Ferrata lunga, percorsa in 2 ore e mezzo senza mai fermarsi. Sempre comunque arrampicabile, anche nella parte finale che presenta qualche passaggio un po' più tecnico ma sempre con appoggi ed appigli. Attrezzata perfettamente.
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+4 #169 Mario 2018-10-23 14:29
Percorsa il 20/10/2018. Splendida giornata di sole, calda e senza vento. Terreno del tutto asciutto sulla ferrata, sulla salita al monte Pisciadù e su tutto il sentiero di discesa.
Ferrata divertente. Per la maggior parte della salita risulta facile usare il cavo solo ed esclusivamente per assicurarsi. La roccia offre praticamente sempre abbondanti appigli per mani e piedi. Spesso e volentieri si riesce ad evitare l'uso di pioli e gradini di metallo. La roccia è macchiata nei punti più toccati, ma non l'ho mai trovata scivolosa. Seppur facile eviterei di portarmi dietro persone alle prime armi o poco motivate o non avvezze alla verticalità/roccia. Specialmente se bambini.
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-3 #168 Alberto 2018-09-15 19:54
Ferrata percorsa il 15/09/2018. Partenza dal piazzale alle 7.40, c'era già una decina di persone. Il percorso non presenta particolari difficoltà, anche se sarebbe utile qualche passaggio tecnico all'inizio per evitare che venga affrontata da tutti (fatto che si ripercuote sulla roccia, molto "unta" e scivolosa). Arrivati al rifugio in circa 2h 40', discesa in poco più di 1h. Circa i 2/3 della salita sono all'ombra, con roccia spesso bagnata.
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-1 #167 Chris Pinetti 2018-09-10 14:32
Percorsa con amici il 08/09/2018 tempo soleggiato con una bellissima giornata, ferrata abbastanza semplice ma mai banale, primo settore rocce un po' bagnate poi salendo asciutte, tracciato molto bello e panoramico, unica nota negativa per qualche intasamento di escursionisti un po' lenti. Discesa per il sentiero 666 a mio avviso un po' pericoloso quindi attenzione.
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+2 #166 Andrea Pianetti 2018-09-06 08:10
Percorsa il 05/09/2018 partiti alle 8.30 dal parcheggio di Colfosco, bellissima giornata, ferrata non troppo faticosa ma lunga,non molto esposta se non da metà in poi, primo tratto agevole anche se l attenzione dovrebbe andare ai piedi perché la roccia è davvero bagnata a tratti scivolosa, appigli intuitivi pioli e scalette. Secondo è terzo tratto più faticosi sconsiglio la via facile perché l ultimo tratto è divertente e si gode davvero una vista bellissima, peccato perderla, meglio affrontarla quando si ha un po' di esperienza perché può risultare molto faticosa e difficilotta se non si ha esperienza complessivamente una media difficoltà a tratti alta.
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-1 #165 Paolo Mantero 2018-08-22 06:25
Percorsa il 21/08/2018 Itinerario fedele alla descrizione. Partenza dal parcheggio alle ore 06.00, arrivo in vetta alle 09.30. Gran parte della via (soprattutto quella iniziale) completamente bagnata. Parte finale (comunque evitabile) leggermente più difficile. Discesa per sentiero attrezzato n.666 e 666A(per tornare al parcheggio) mai banale, sia per tratti ripidi e bagnati, sia per il "formicaio" di persone che salivano che, a causa del sentiero stretto, rallentavano la discesa. Da ripetere assolutamente.
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-1 #164 Fabio M. 2018-07-25 21:24
Percorsa il 20/07/2018 Ferrata non difficile ma mai banale; in certi tratti un pò unta a causa dei frequenti passaggi.
Non ho trovato difficoltà rilevanti. Un poco di intasamento sulla scala (( unico tratto veramente verticale )) bello e adrenalinico il ponte alla Torre Exner, dopo di esso ancora qualche metro di cavo e in 5' si raggiunge il Rifugio Cavazza.
Tornato al parcheggio per mezzo del sentiero 666, la parte iniziale della discesa è attrezzata ma non necessariamente serve il kit da ferrata, da percorrere con prudenza.
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