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Caratteristiche

  • Facile se si evita il primo tratto della ferrata Tomaselli. Forte esposizione lungo le cengia talvolta non attrezzata.
  • 1- partenza dal rifugio Lagazuoi:
    forcella Lagazuoi-Tomaselli-Alta via-Sella Scotoni-Alta via-forcella Travenanzes-Passo Falzarego 5.00h-con variante forcella da Lago  6.00h
    2- partenza dal passo Falzarego:
    forcella Travenanzes-canale cengia-Alta via-Sella Scotoni-Alta via-forcella Travenanzes-Passo Falzarego 6.00h-con variante forcella da Lago 7.00h
    3- percorso attrezzato 40'.

  • - dal passo Falzarego al punto
    alto della Cengia Veronesi 700mt ca.
    - con partenza dal rifugio Lagazuoi si deve scendere
    200mt fino a forcella Lagazuoi.
    - il solo percorso attrezzato 100mt ca.
  • -rifugio Lagazuoi

    -passo Falzarego

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Media valutazioni

Difficoltà tecniche \
Esposizione \
Varietà passaggi \
Impegno fisico \
Interesse paesaggistico \
Numero votazioni \
VALUTAZIONE FERRATA PHOTOGALLERY Relazione GOOGLE.MAPS

Sentiero Attrezzato della CENGIA VERONESI

segnalato da PAOLO CORENGIA- 2010

PERCORSO STRADALE

Raggiungere passo Falzarego -2117mt- da Cortina d'Ampezzo-Bl,Arabba-Bl o dall'Alta Badia.

AVVICINAMENTO

Due le principali possibilità di avvicinamento:
1- Avvicinamento da forcella Lagazuoi (comodo, bello, ma impegnativo).
Dal Passo Falzarego (2116mt) al rifugio Lagazuoi (2753mt-anche tramite funivia) .Dal rifugio si scende nel vallone fino a forcella Lagazuoi. Dalla forcella si prende una traccia ripida  che taglia le ghiaie occidentali (lato Scotoni) del monte Lagazuoi Grande, cartelli per via Ferrata Tomaselli. Anzichè scendere è possibile,per traccia,stare un poco più alti. Si prosegue per ghiaioni ben segnati e belle cenge stabili  attraverso resti di guerra, una rampetta con gradini  un’ultima cengia e per mezzo di una rampetta finale in circa minuti si è al bivacco Dalla Chiesa . Si attacca la via ferrata Tomaselli  (5 minuti dal bivacco) vincendo il famoso primo traverso ,poi una parete verticale   sino ad una prima grande cengia che fascia questo versante della cima Fanis sud e che prosegue alla nostra destra scendendo . Tempo circa 20 minuti dall'attacco omaselli a quota circa 2700mt.
2- Avvicinamento da forcella Travenazes, facile ma noioso e faticosetto.
Dal rifugio Lagazuoi si scende nel vallone fino a forcella Lagazuoi. Si prosegue sino a forcella Travenanzes. Si gira a sinistra contornando per sentiero le ripide le ghiaie orientali (lato Tofane) del monte Lagazuoi Grande sino a forcella Gasser Depot (cartelli 2633mt). Si valica la forcella e si sale sulla sinistra. In prossimità della sella (a sinistra ) si prosegue a destra per il canalone ghiaioso che scende da selletta Fanes. Lo si segue per un pezzo. Quando cominciano ad intravedersi le ghiaie rosse si può scorgere sulla sinistra una serie di ometti su di una cengia inclinata . Si imbocca la cengia e si è sulla prima grande cengia  che fascia questo versante della cima Fanis sud (ometti sia sulla destra che sulla sinistra) tempo circa 15-20 minuti dal bivio per il bivacco sulla sella.

LA FERRATA

Arrivati sulla cengia la si segue verso sinistra per ometti. La cengia, facile (se ne intravede lo sviluppa nel terzo inferiore) ,è assicurata con cavi. Questa parte è in comune con la via ferrata Tomaselli, che in questo punto è poco difficile. Arrivati ad un salto verticale si ignora la cengia che prosegue (sbarramento in legno ) e sulla destra si segue il cavo che verticalmente porta ad una seconda cengia una ventina di metri sopra la precedente. A questo punto la ferrata Tomaselli prosegue a destra, noi a sinistra. Un segno sbiadito rosso (difficilmente individuabile) indica la via Veronesi con freccia (quota circa 2720mt). Un ometto, che abbiamo ingrossato, conferma l'indicazione. Si segue quindi la cengia nel suo sviluppo, attrezzata  sino ad un canalino franoso (assicurato)  che scende di qualche metro. Si risale dall'altra parte, si segue un canale ghiaioso e si merita una selletta con ometto . A questo punto si saluta il traffico e si comincia a volare. Si entra nell'anfiteatro ghiaioso  , sempre seguendo l'evidente cengia. In pochi minuti si è all'ingresso di una grotta (10-15' dall'attacco quota circa 2780mt). La grotta (pila perché fa una brusca curva!) trafora per un centinaio di metri il monte e sbuca su di una cengia  che verso destra conduce con tranquillità (cavo) e dopo aver disceso un caminetto inclinato sulle ghiaie settentrionali della visibile selletta Fanis . Tornati all'anfiteatro si prosegue la cengia sulla destra in lieve salita. Si supera una splendida quinta attrezzata che pare sospesa nel vuoto    . La cengia con modestissimi saliscendi va quindi seguita fedelmente   (e con attenzione) godendosi uno dei momenti più belli in assoluto. Nei punti più delicati  (che sono in due-tre) è comunque ottimamente attrezzata. Si arriva in un quarantina di minuti (20' dalla grotta), su di una sella tra (quota circa 2800mt) Cima Scotoni e Cima Fanis di Mezzo  preceduta da un grosso ometto , proprio sopra il Gran Portale dei Fanes (visto dal Lagazuoi fa impressione ). Dalla sella che altro non è che un lungo spallone roccioso che collega la cima di Fanes di mezzo con al cima Scotoni  (e che ho battezzato sella Scotoni) due possibilità di discesa.

DISCESA

Anche per la discesa due principali possibilità:

1- (per forcella da Lech) arrivati sulla sella tra Cima Scotoni e Cima Fanis di Mezzo si scende per ghiaie   (nel tratto centrale sono un poco scivolose ) in ultimo piacevoli   e si perviene alla forcella del Lech   (30'-320mt). Da qui si scende in direzione nord verso il lago Lagazuoi . Circa a quota 2300mt c’è un bivio al quale si può scegliere si sceglie: a destra per Capanna Alpina 1720mt attraverso il rifugio Scotoni (1.30-2.00h-600mt altra macchina/servizio navetta per il Falzarego) a sinistra si scende un'altra cinquantina di metri per poi risalire a forcella Lagazuoi (circa 350mt di dislivello comunque ben distesi ) 1.30h dalla forcella da Lech, 2.00h da forcella Scotoni. Da qui ci si cala in 40 minuti al passo Falzarego.

2- (per la stessa alta via,consigliata) si ritorna per la stessa via sino alla prima cengia incontrata in salita (che è la seconda che si trova in discesa!). A questo punto si contorna la cima Fanis sud  e si esce su di un canale ghiaioso che scende da Selletta Fanis. Lo si segue proseguendo poi per la forcella Gasser Depot (2663mt), Travenanzes (2507mt), Falzarego.

CONSIDERAZIONI

Dal rifugio Lagazuoi si può vedere già bene lo sviluppo del percorso  nei due terzi superiori della parete. La via è facile, evitando il primo pezzo della Tomaselli a Cima Fanis sud. Richiede però fermezza di piede ed assenza di vertigini. Il sentiero è ben tracciato e reso sicuro da cordini nei punti più scabrosi. Questo però non vuol dire che va affrontato con leggerezza, l’esposizione è notevole, anche se la cengia è larga. Uno scivolone avrebbe conseguenze gravissime. Da evitare con ghiaccio e neve. Sconsiglio di salire alla selletta Fanis (2830mt)  per poi scendere per il Ciadin di Fanes un tempo occupato da un nevaio, ora da un franoso e ripido ghiaione. Comunque arrivando voltando a sinistra e cercando di perdere meno quota (sono sufficienti una cinquantina di metri per individuare un sentiero non segnalato ma con ometti) si arriva verso la base della parete sulla dove segni rossi portano a una fessura obliqua con ottimo cavo che permette di salire su una cengia stabile e attrezzata . In breve si arriva all'ingresso della galleria  (un poco più bassa di selletta Fanis) che fora da parte e parte la cresta di Fanes . Usciti dalla galleria si è al grosso catino pensile (40-45' dalla selletta ). Qui si gira a destra. Ci si perde la parte iniziale!.Consiglio questa soluzione in concatenamento con la Tomaselli. Infatti scendendo alla selletta Fanes è relativamente immediato l’accesso all’alta via.

Commenti   

+4 #7 Stefania Scevol 2021-08-12 15:02
Percorsa il 12/08/2021 Cengia Veronesi attaccata a metà della ferrata Tomaselli. Sinceramente l’ho trovata mal segnalata e molto pericolosa. I camminamenti sono quasi inesistenti e il cavo non è continuo, ed essendo il terreno estremamente sdrucciolevole, Il rischio di volare c’è... ma di sotto. A parte questa pecca, che secondo me è di enorme rilievo, se venisse assicurata mettendo il cavo su tutta la lunghezza del percorso, sarebbe favolosa: il paesaggio è mozzafiato e l’ambiente davvero selvaggio e suggestivo.
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+1 #6 Maddalena Ercolani 2020-09-02 12:58
Percorsa il 09/07/2020. Meravigliosa, sembra di volare! Sicuramente meno "imperiale" della Cengia del Banco, data anche la lunghezza ridotta ma gode, per nostra fortuna, di tutti quei pregi che sembrano difetti: segnalata non benissimo, poco attrezzata, molto esposta, selvaggia; fondamentale seguire fedelmente la traccia senza improvvisare deviazioni (cosa che, seppur in brevi passaggi, è consentito sulla Cengia del Banco), pena...avete capito! Onde evitare qualsiasi passo falso, letteralmente, sono andata su con una guida. Percorsa iniziando con la super-Stalloniana Tomaselli (tosta ma esaltante!), con discesa al Lago Scotoni (sentiero nuovo di zecca), poi Falzarego a piedi. Ancora un pò di neve, morbida, verso Forcella di Lech. Nota: a luglio 2020, il sentiero 20B che fascia Cima Scotoni fino al lago, è chiuso - sostituito appunto dalla discesa diretta allo stesso.
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0 #5 Filippo Marangon 2017-06-12 12:19
Percorsa il 11/06/2017. Confermo quanto scritto negli altri commenti. Se la si confronta con la cengia di Ball sul Pelmo questa è più semplice. Rimane il fatto che ho trovato un tratto seppur breve non attrezzato su terreno in pendenza, con il salto lì vicino. Per il resto è necessario veramente non aver problemi all'esposizione. Il sentiero se non è assicurato è comunque ben camminabile.
In questo periodo si aggiungono altri problemini relativi a tratti con neve ghiacciata, ma si risolvono facilmente. All'uscita della cengia invece ho trovato ancora parecchia neve per scendere alla forcella "Da "Lago" con i relativi problemi di individuazione del percorso, ma anche questi risolvibili per chi ha un minimo di familiarità con percorsi innevati.
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+1 #4 Michele Bellomo 2015-08-14 10:42
Percorsa il 13/08/2015 Non la considerò una ferrata, ma più un sentiero attrezzato molto molto esposto. L'esposizione sinceramente non mi ha dato fastidio ma la cosa più brutta è il fatto che il sentiero è composto da roccia molto friabile e in certi punti ( quasi mai attrezzati) è strettissimo (non che negli altri sia largo eh!). Panorama splendido, percorso senza eguali. Non fate questa cengia se non avete un passo molto sicuro su roccia friabile e se soffrite di vertigini!
Il giro che vi consiglio è di fare la Tomaselli completa e nella discesa a metà imboccare il sentiero ( inesistente) per la galleria ( guardate questo video per capire meglio: https://www.youtube.com/watch?v=Ara6PX5ANEc)
P.S. Per quelli che dicono che bisognerebbe aggiungere qualche metro di cavo, la via guadagnerebbe si in sicurezza, ma perderebbe la sua particolare bellezza e non sarebbe neanche più adrenalinica.
Fatela e non ve ne pentirete!!
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+3 #3 Alessandro Schiavon 2015-01-23 00:00
Percorsa il 11/08/2013 Indubbiamente inserita in un contesto paesaggistico senza eguali,l'avvicinamento richiede un modesto impegno fisico,il passaggio sopra al nevaio inclinato abbastanza impegnativo(non guastano dei rampini) e l'ultimo tratto del sentiero franoso molto impegnativo.La ferrata in se è breve e veloce,unica pecca qualche tratto anche esposto non attrezzato abbastanza pericoloso.Basterebbero qualche decina di metri di cavo e sarebbe molto più sicura.
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0 #2 Michele Martin 2015-01-23 00:00
Percorsa il 08/2013. Percorso stupendo e spettacolare. Facile ma in alcuni punti esposto e non sempre assicurato. L'integrale della cengia Veronesi presenta passi delicati nel primo tratto prima del raccordo temporaneo con la ferrata Tomaselli. Il giro passo Falzarego-Cengia Veronesi-forc. Di Lech-rientro al Falzarego presenta un dislivello reale in salita di quasi 1300 metri per cui impegnativo nel complesso.
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0 #1 Franco Garzon 2015-01-23 00:00
22/08/2011 Bellissimo itinerario solitario e assai panoramico, da percorrere con estrema cautela.
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