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Caratteristiche

  • Sentiero attrezzato facile. Alcuni passaggi aerei ed esposti ma tecnicamente facili. Adatto anche a principianti e bambini purché assicurati..
  • - 1.00h circa per il percorso attrezzato.
    - da 1.20 a 5.00h a seconda del luogo di partenza.
  • - circa 100mt di saliscendi il percorso.
    - da 50 a 200mt di dislivello per l’attacco.
  • - passo Maniva
    - Alpe Pezzeda
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 1.8
Esposizione 3.5
Varietà passaggi 3
Impegno fisico 1
Interesse paesaggistico 4
Numero votazioni 13
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Sentiero Attrezzato dei MUGHI "V. QUARENGHI"

CIMA CALDOLINE

segnalato da LUCA CALVI -  2008

"ATTENZIONE SENTIERO ATTREZZATO ORMAI IN DISUSO E QUASI INTERAMENTE PRIVO DI ATTREZZATURE METALLICHE DI SICUREZZA"

Le Piccole Dolomiti Bresciane sono un gruppo montuoso che fa parte delle Prealpi Bresciane. Poco conosciute dall’escursionismo di massa, frequentate generalmente solo da appassionati locali, presentano, invece, due cime superiori ai 2000mt, il Dosso Alto -2064mt- e la Corna Blacca - 2005mt. Tra queste due massime elevazioni, al valico denominato Passo Portole -1726mt, presso il quale si trovano numerosi resti del Primo Conflitto Mondiale, troviamo due elevazioni: il Corno Barzo -1848mt- e la Cima Caldoline -1842mt, che resta impressa più per il profilo del pilastro Occidentale, chiamato Naso, che per le due vette mugose. Questa cima, se da Settentrione appare come una sorta di panettone mugoso a due punte, da Occidente, da Meridione e da Levante presenta interessanti pareti calcaree e gugliette che ricordano, fatte le debite distinzioni, l’ambiente dantesco della Grignetta. Un sistema di cenge permette di girare attorno a questa cima, attraversando canaloni e vallette che scendono dalla cima, in un ambiente, come dicevamo, dantesco in quanto a guglie e pinnacoli e, contemporaneamente, aereo e panoramico, con ampie vedute sulle Prealpi Bresciane e Gardesane e fino al Brenta ed all’Adamello. Su questo sistema di cenge e piccole balze è stato tracciato un itinerario, attrezzato in alcuni punti, denominato Sentiero dei Mughi per la grande presenza di questi arbusti. Chiamato anche Sentiero del Centenario per ricordare il centenario del CAI Brescia, attualmente il sentiero è stato intitolato alla figura del grande alpinista Virginio Quarenghi.

PERCORSO STRADALE

Il punto di partenza di questo breve e semplice itinerario è il bivacco non custodito Tita Secchi (1740mt)  al Passo Portole -1726mt-  situato tra la Cima Caldoline -1842mt-  ad Est ed il Corno Barzo -1848mt-  ad Ovest, al centro delle Piccole Dolomiti Bresciane e sul percorso dell’Alta Via  Sentiero 3V.
Per raggiungere il Passo Portole ci sono 3 possibilità:
1- Passo del Maniva - 1664mt, raggiungibile in automobile da Collio (Alta Val Trompia-Bs) o da Bagolino (Val Sabbia-BS). Seguendo la ex rotabile asfaltata per Anfo (chiusa da qualche tempo a causa di frane e slavine che l’hanno resa impraticabile) in circa mezz’ora si raggiunge il Passo di Dosso Alto -1674mt- e da qui, seguendo le evidenti indicazioni ed il percorso più che evidente, per comodissimo sentiero in circa 10 minuti al Passo Portole ed alla Capanna Tita Secchi.
2- da Anfo seguire la tortuosa rotabile che porta a pochi metri dal Passo del Dosso Alto (scarse possibilità di parcheggio), da dove in dieci minuti si arriva al Passo Portole.
3- da  Collio salire all’Alpe Pezzeda per sentiero o con la seggiovia recentemente inaugurata e da qui, seguendo i segnavia biancazzurri del Sentiero 3V in circa due ore al Passo Portole.

PERCORSO ATTREZZATO

Dalla Capanna Tita Secchi tabelle e segnavia portano in direzione Est,passando vicino ad una grotta con Madonnina,ad una tabella  che illustra le difficoltà del percorso e sotto lo sperone del Naso di Cima Caldoline , chiamato in loco anche “Sfinge”. Il percorso inizia su una ampia cengia erbosa , che progressivamente si restringe, diventando (caratteristica che verrà mantenuta per tutto il percorso) aerea e spesso esposta. Poco oltre incontriamo una prima corda fissa su cengia esposta ma pianeggiante  che ci offre con bella veduta su Corno Barzo e Corna Blacca. Proseguendo sempre per aeree cengette intervallate da piccoli pulpiti, all’altezza di una piccola gola troviamo il secondo tratto di corda fissa, che presenta passaggio leggermente esposto, una sorta di “Passo del Gatto” che può essere risolto tanto “strisciando” all’interno  che sfruttando gli abbondanti appoggi all’esterno . Sempre seguendo il sistema di cenge incontriamo un ottimo balcone panoramico e, di seguito, dopo due curve a sinistra, entriamo nella “Valletta dell’eco”, attraversando la quale,sempre perdendo quota,ci si tiene alla parete con panorami vastissimi tanto sulle cime circostanti che sul dantesco paesaggio di guglie e pinnacoli della Cima Caldoline. Il Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi prosegue ancora a sinistra, dove incontriamo il terzo tratto di corda fissa che aiuta a superare un tratto particolarmente esposto ma privo di difficoltà tecniche ; finita questa,si deve superare un saltino di 5 metri per il quale ci si trova ad usare le mani. Una ulteriore cengia presenta il quarto tratto di corda fissa,tesa per agevolare la traversata in notevole esposizione sui ghiaioni sottostanti,ma sempre senza difficoltà tecniche apprezzabili . La teorie di cenge, canali e vallecole prosegue ininterrotto ed evidente per 200 metri, fino a farci incontrare il quinto tratto di corda fissa,assolutamente non più impegnativo dei precedenti , che porta ad un piccolo ripiano con un abete rosso a destra. Una ulteriore traversata ci porta al sesto ed ultimo tratto di corda fissa, che si presenta breve, ma esposto: è un passo in traversata per il quale conviene l’appoggio sul piede sinistro e l’uscita col destro . Questa traversata segna anche il punto più basso del percorso:comincia qui una risalita, sempre per cenge e attraversamento di canalini,passando per una sorta di arco/ponte di roccia,in direzione di un evidente e particolare fungo roccioso che segna la fine delle difficoltà . Dopo aver ammirato il fungo alla sua base,inizia una ripidissima risalita in mezzo ai mughi fino ad arrivare ad una selletta dalla quale, in direzione Ovest, con andamento pianeggiante , si torna, dopo un percorso aereo e panoramico di circa un’ora, alla Cappella Alpina ed alla Capanna Tita Secchi. 

DISCESA

Il percorso è ad anello: inizia e termina alla Capanna Tita Secchi.

CONSIDERAZIONI

Il Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi è un percorso attrezzato facile, ma non va assolutamente preso sotto gamba: si tratta pur sempre di un percorso molto aereo, con tratti in forte esposizione e con la possibilità assolutamente non remota di trovare tratti viscidi e/o scivolosi. Per l’escursionista esperto il superamento dei tratti impegnativi (il “Passo del Gatto” del secondo tratto di corda fissa e la traversatine del sesto tratto) risultano tecnicamente molto facili, ma per principianti potrebbero riservare qualche problema. Le attrezzature, inoltre, per quanto assolutamente funzionali, sono all’apparenza piuttosto “rustiche” e “caserecce” (un cavo d’acciaio sottile ancorato alla parete di roccia decisamente non salda con chiodi tradizionali) e potrebbero infondere al precorritore un senso di insicurezza. E’ consigliabile, nonostante la facilità tecnica del percorso, usare l’imbrago ed il kit per la notevole esposizione, ricordando che, tuttavia, l’esposizione è costante anche nei numerosi tratti privi di assicurazione. Detto questo, il Sentiero dei Mughi è un bellissimo giro ad anello aereo ed esposto con panorami a 360°, da consigliare soprattutto a chi voglia godersi angoli di montagna non troppo frequentati.

Commenti   

-1 #4 Giorgio 2022-08-04 12:15
Percorso il 03-08-2022 in senso antiorario e volutamente ho ignorato una rete divelta che aveva lo scopo di chiudere l'accesso. Forse andrebbe collocato un grande cartello di divieto come esiste se si vuole percorrerlo in senso orario. Comunque sia la situazione è notevolmente peggiorata rispetto a qualche anno fa. La vegetazione spontanea ha invaso quasi interamente la cengia ed i passaggi sono effettivamente molto pericolosi. Il tempo era asciutto ma ho dovuto ricorrere all'esperienza di tanti anni in montagna. Tutta l'attrezzatura è stata smontata, credo per non invogliare curiosi.
Ad ogni modo ognuno può prendere i suoi rischi, però va avvisato perentoriamente.
Non la rifarei,seppure affascinante, troppo rischio e per finire alla fine ho perso la traccia sparita nell'erba e per il rientro ho penato una mezzoretta. Non fatela quindi e mettiamoci il cuore in pace.
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+5 #3 Sergio 2017-04-13 16:30
Percorso il 13/04/2017; nessun cartello o segnalazione ad indicare l'effettiva chiusura del sentiero; ignari di tutto ciò andiamo a percorrerlo e solo quando nei punti critici manca il cavo ci accorgiamo che qualcosa nella relazione non torna ; ormai a metà proseguiamo con estrema cautela , sia per la presenza di infidi sassolini che per l'erba scivolosa . ATTENZIONE ! non esiste più l'ombra di un cavo sul sentiero e credo che la cosa andrebbe adeguatamente segnalata .
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+1 #2 Graziano 2016-12-14 15:48
Secondo la Stampa la via è stata completamente disarmata:

http://www.lastampa.it/2016/12/05/societa/montagna/vie-ferrate-la-lombardia-fa-manutenzione-l0WNs3wvtXEPakUg7ugy9H/pagina.html
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+5 #1 Fabrizio 2015-07-26 17:29
Percorso il 19/07/2015 ma purtroppo il sentiero e chiuso con tanto di targa che lo specifica e declina ogni responsabilità del CAI ...
Il sentiero si vede a tratti e in altri è coperto dall'erba,la fune di sicurezza manca in più punti perché spazzato via dalla frana....
A mio parere il sentiero è da evitare anche per la roccia che in parete si sgretola ....
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