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Caratteristiche

  • Moderatamente difficile
  • - dalla Madonnina, salita 3.00h.
    - discesa 2.00h ca.
    - la sola Via ferrata 45'
  • 900m la salita, altrettanti discesa. Aggiungere altri 300m in caso di partenza dalla Piana del Laghetto.
  • - località Prati di Tivo 
    - rifugio Franchetti 
    - rifugio Duca degli Abruzzi
    - rifugio Garibaldi (al momento chiuso)
    - rifugio San Nicola (adattato a bivacco)
  • 0861-959605
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VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata E. RICCI

CORNO GRANDE

segnalata da MAURIZIO CELLI - 2014

Il percorso attrezzato "Ricci" permette di raggiungere la vetta Orientale del Corno Grande, vetta che, nonostante sia leggermente più bassa della sorella Occidentale, risulta essere la più "vistosa" grazie al paretone Est che la caratterizza con un'altezza prossima ai 1500m.

PERCORSO STRADALE

Con l’auto è necessario arrivare alla località Prati di Tivo, sul versante teramano del Gran Sasso. Provenendo da Roma, percorrere l’autostrada dei Parchi Roma-L’Aquila, prendere l’uscita l’Aquila Ovest e proseguire in direzione Teramo attraverso il passo delle Capannelle fino ad incontrare le chiare indicazioni per Prati di Tivo. Oppure passare sotto il traforo del Gran Sasso fino allo svincolo Colledara - San Gabriele-Prati di Tivo. Per chi invece proviene dalla costa adriatica, è necessario uscire al casello Giulianova-Teramo-Mosciano dell’A14. Proseguire lungo la superstrada in direzione Teramo e, dopo aver superato la città, uscire allo svincolo di Basciano e poi seguire le indicazioni per Prati di Tivo.

AVVICINAMENTO

Ai Prati di Tivo dobbiamo prendere l’ovovia della Madonnina aperta solitamente tutti i giorni in estate e solo nei fine settimana tra settembre e ottobre. Informarsi comunque sempre sugli orari e le giornate di apertura e chiusura. Nel caso in cui l’ovovia fosse chiusa, la soluzione migliore è proseguire in auto dai Prati di Tivo fino alla località Piana del Laghetto (strada stretta ma in discrete condizioni) e qui parcheggiare. Dalla Piana del Laghetto proseguire per il sentiero n.103 fino all’arrivo dell’Ovovia della Madonnina. Dalla Madonnina -2028m- si sale per il sentiero n.103  in direzione del rifugio Franchetti tralasciando a destra la traccia che porta al sentiero attrezzato Ventricini. La salita non è mai troppo ripida e va comunque affrontata con prudenza perché in alcuni tratti il percorso è un po’ esposto . Sono però presenti dei cavi metallici posti nei passaggi più critici. Spettacolari i panorami sul Corno Grande , le muraglie del Corno Piccolo , il monte Camicia  i monti della Laga , le colline teramane e il mare Adriatico sullo sfondo . Una volta arrivati al rifugio Franchetti - 2432m, sulla sinistra si vede molto chiaramente una traccia di sentiero che taglia il ghiaione che scende verso il vallone delle Cornacchie  e che porta alla rampa di inizio della ferrata Ricci (1.15h dalla Madonnina - 2488m). E’ consigliabile imbragarsi già al rifugio.

LA FERRATA

La via ferrata , marcata come sentiero n.152, inizia salendo un’evidente rampa inclinata sui dirupi settentrionali della Vetta orientale del Corno Grande . In questo tratto il cavo è posto in alto rispetto al punto di salita e risulta utile nella progressione . Dopo poche decine di metri il cavo si interrompe e il sentiero devia leggermente verso sinistra. Le corde fisse però ricominciano quasi subito. In questo secondo tratto della rampa i cavi metallici sono infissi direttamente sul piano inclinato di salita e questo è un po’ un fastidio perché si è costretti, per un tratto non brevissimo, a procedere quasi carponi se si vuole rimanere attaccati alle assicurazioni . Alla fine di questo tratto il cavo si interrompe per riprendere subito sulla parete di destra, ma dopo pochi metri finisce di nuovo. Dobbiamo quindi proseguire in salita, abbastanza faticosamente   fino ad arrivare al tratto più bello della via. Lasciamo infatti il versante settentrionale e ci troviamo su quello orientale della montagna, proprio sull’orlo del famoso Paretone, lo strapiombo orientale del Gran Sasso, un baratro di oltre 1.300 metri che non ha nulla da invidiare alle più blasonate pareti alpine . Costeggiamo l’orlo del baratro fino ad arrivare ad un ripido spigolo attrezzato piuttosto aereo lungo circa una trentina di metri. E’ questo il pezzo più tecnico della salita. Affrontiamo lo spigolo in divertente arrampicata . Al termine dello stesso la corda prosegue prima verso sinistra poi verso destra . Successivamente saliamo in aderenza una ripida paretina da arrampicare sempre con l’ausilio delle attrezzature metalliche . Qui finisce la via ferrata. Da questo punto iniziamo la salita non assicurata e in parte un po’ esposta lungo gli sfasciumi della Vetta Orientale . In più punti vi è la possibilità di spostarsi alla propria sinistra per adagiarsi su uno dei numerosi pulpiti che danno direttamente sull’impressionante strapiombo del Paretone  . Continuiamo a camminare sempre più sul filo di cresta (prudenza in caso di nebbia) dando ogni tanto un’occhiata al tratto appena percorso  fino ad arrivare all’incrocio con la via normale. Prestare prudenza perché in questo punto vi è da passare sopra un’aerea forcellina che può risultare insidiosa in caso di vetrato . Procediamo su roccette di I° grado  ancora per circa 15minuti fino ad arrivare alla cima della Vetta Orientale (2903m - 1.45h dal rifugio, 3.00h dalla Madonnina). Da quassù, in caso di tempo bello, il panorama è grandioso e, se si è fortunati, si riesce a vedere la costa della Croazia.

DISCESA

Come spesso succede per molti sentieri attrezzati, il tratto più difficile del nostro itinerario è proprio la discesa per la via normale. Dalla cima ripercorriamo a ritroso il sentiero dell’andata fino al bivio con la via normale. Siccome quest’ultima, seppur breve, è tutt’altro che banale, nulla vieta a chi non se la sente di ridiscendere direttamente dalla via ferrata appena percorsa in salita. Al bivio giriamo a sinistra seguendo gli onnipresenti bolloni bianchi e rossi . Inizialmente non ci sono molti problemi - roccette di I° grado. L’importante è usare bene le mani e fare attenzione a non smuovere sassi . Sul fondo della discesa troviamo però un camino abbastanza ripido ed esposto -II° grado- da affrontare con prudenza in disarrampicata tenendo la destra dello stesso . E’ questo il tratto più insidioso. Nulla di impossibile, ma la prudenza è d’obbligo. Al termine del camino finiscono le difficoltà. Il sentiero ci deposita sulla morena terminale del Ghiacciaio del Calderone i cui resti si trovano nella bellissima conca posta alla nostra sinistra. Risaliamo brevemente per il sentiero n.153, seguendo sempre i bolloni bianchi e rossi, fino al passo del Cannone -2667m- dove si trova la deviazione per la Vetta occidentale del Corno Grande - 2912m, massima elevazione dell’Appennino. Dal passo scendiamo ripidamente per tornanti verso la Sella dei Due Corni -2573m-  da cui possiamo ammirare le splendide pareti strapiombanti del Corno Piccolo , nota meta di arrampicata, raggiungibile per un escursionista dalla vicina via normale -sentiero n.110- o dalla via ferrata Danesi. Dalla Sella continuiamo per il sentiero n.103  fino a giungere in pochi minuti al rifugio Franchetti (1.15h ca. dall’inizio della discesa). Dal rifugio infine per l’itinerario di andata proseguiamo fino alla Madonnina (2.15h dalla cima della Vetta Orientale).

CONSIDERAZIONI

La via ferrata Enrico Ricci alla Vetta orientale del Corno Grande del Gran Sasso d’Italia non presenta grosse difficoltà tecniche e costituisce un valido banco di prova per chi è alle prime armi con questo tipo di percorsi. Il tratto attrezzato rappresenta solo una parte di un itinerario più ampio e articolato che permette di arrivare alla più orientale delle cime del Corno Grande. La nota più interessante di questa via è lo spettacolo offerto dall’impressionante strapiombo del Paretone che ci accompagna per buona parte del cammino. La via ferrata Ricci è combinabile a piacimento con altri percorsi (attrezzati e non) del Gran Sasso, possibilmente pernottando presso lo spartano e accogliente rifugio Franchetti di proprietà del CAI di Roma. Nulla vieta di affrontare questo itinerario nel senso contrario. In questo modo si percorre in salita il tratto più difficile ovvero il camino iniziale (finale nel senso della presente descrizione) della via normale. Naturalmente le difficoltà della via Ricci aumentano notevolmente in presenza di neve o ghiaccio, cosa tutt’altro che inusuale sul Gran Sasso.

Commenti   

+19 #1 Federico Ghidini 2017-09-03 12:28
Percorsa il 28/8/2017. Completamente rinnovata da una quindicina di giorni a dire dei proprietari del rifugio franchetti. Sostanzialmente coerente con la relazione, non presenta punti particolarmente insidiosi o tecnici in salita, non si presenta mai verticale. Per quanto riguarda la discesa descritta, sono stati aggiunti cavi per superare il punto più insidioso descritto. Fattibilissima anche per persone alle prime armi.
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