BASTA! Non posso piú farla aspettare, non se lo merita!
Venerdí 29 la sveglia suona ad orario quasi indecente, e ancora rimbambito di sonno monto in macchina e parto: direzione Passo Sella!
Anche se le previsioni fino al giorno prima davano giornata perfetta (cambieranno poi 6 ORE prima della partenza


il percorso comincia piacevole tra i pascoli, puntando verso la Locomotiva

a sinistra il Sassolungo è un vulcano in eruzione


mentre davanti, in fondo, compare un altro dei simboli delle Dolomiti: le Odle, accompagnate dal Puez

si, devo dire che la loro fama se la meritano tutta


Già queste due visioni basterebbero a farti inchiodare e non scollarti piú, ma se comincio già adesso non è piú finita, quindi su le chiappe e avanti!
Dopo aver attraversato i pascoli sotto le bastionate occidentali del Sella, il sentiero si porta sui ghiaioni basali


e un ultimo tratto in leggera discesa porta all' attacco della gloriosa ferrata

Non faccio a tempo ad arrivare che partono le prime bestemmie: mentre sto posando lo zaino per prendere l' attrezzatura vedo piovere una scarica di sassi, tra cui alcuni anche abbastanza grossi: è una coppia che, lungo la ferrata, sta tirando giú di tutto di piú, almeno avessero l' accortezza di chiamare quando scaricano

Li insulto in due lingue, penso che i miei porchi si siano sentiti fino al Sassolungo

Dopo essermi portato in posizione sicura (ed aver indossato immediatamente il caschetto) tiro fuori l' armamentario e mi imbrago: fumo una sigaretta intanto che una coppia all' attacco con me prende distanza, poi mi avvio.
Bene, la ferrata mostra subito il suo carattere: comincia a salire subito quasi verticale e su roccia estremamente levigata


Inutile dire quanto sia panoramica


un breve tratto non attrezzato porta a un camino

e quando ne esci ti trovi la "sorella" dell' Orecchio del Diavolo del Vajo Scuro (separati alla nascita?)

Arriva un altro camino, questo potrebbe essere un po' fastidioso per qualcuno perché non ha cavo, ma solo una lunghissima serie di staffe

Dopo il camino arriva una scala che sembra puntare all' infinito

piú prosaicamente però porta ad un' altra serie di scale e tratti verticali



Esco dal tratto verticale, e SBADADAM, mi trovo davanti questa conca


spero di potermici buttare in mezzo, ma per le ghiaie devo aspettare: si sale ancora!

intanto il cielo si chiude sempre di piú


e quando finalmente metto piede sulla conca, la magia è rovinata dal grigiume in alto


inizio ad attraversarla, e dopo pochi minuti arriva il miracolo: si sta riaprendo!!!!


guarda che bastionate


e guarda che forme


Mi giro, il Sassolungo ha smesso di vulcaneggiare, ma una nuvola che sembra un' onda sta per piombargli addosso


mentre il Catinaccio stoicamente cerca di resistere all' assalto

inizio a salire verso la sella ai piedi del Piz Selva, secondo me questo è uno dei punti piú spettacolari della ferrata

davanti ho queste immense bastionate


mentre di fianco ho queste bizzarre forme

Dopo la sella si ricomincia a salire, dritto per dritto

non riesci mai a tirare il fiato: quando il percorso concede, ci pensa l' ambiente a togliertelo


su ancora

e guarda che forme



intanto il cielo gioca a nascondino con le nuvole...
un momento scompare

e un momento riappare

ultime fatiche

e sono in cresta!!!!




mi trovo davanti tutto l' altopiano lunare delle Mesules, dominato dal Piz Boè, punto piú alto del massiccio del Sella, con questo delirio di nuvole l' effetto è quasi surreale


con queste visioni negli occhi, mi avvio lungo gli ultimi metri di cresta

ed eccomi all' ometto che segna la cima del Piz Selva, a 2941 metri

giusto di fronte a me ho il Piz Boè, di 200 metri piú alto

Bene, qua posso finalmente riposarmi: il grosso è fatto, via imbrago e ferramenta, e mi siedo a mangiare un lautissimo pranzo: un pompelmo (brucia i grassi) e una barretta energetica, anche l' immancabile gracchio di vetta mi schifa

Dopo qualche minuto di riposo è ora di rimettersi in marcia: direzione Rifugio Boè via Sella del Pisciadú e Forcella d' Antersas

da qua comincia la lunghissima traversata del brullo e spettacolare Altipiano delle Mesules

dopo 4 anni è il mio RITORNO SULLA LUNA




Dietro la cresta le nuvole giocano a nascondino e mi fanno ciao con la manina

mentre davanti non si fanno scrupoli, arrivano in massa e stop

ora il sentiero si biforca: un ramo segue le creste, passando per Piz Miara, Piz Beguz e Piz Rotic, l' altro - il principale - si tiene piú basso: speravo di seguire quello alto ma con questo tempo non mi fido e preferisco accelerare il passo

non male comunque visto l' ambientino


Intanto il Piz Boè per il momento sembra non voler cedere, ce la farà?

Passo sotto Forcela dai Ciamorces: qualcosa mi dice che il sentiero 677 che di là si stacca scendendo lungo la Val Ciadin verso il Lech dl Dragon non è proprio banalissimo in questi giorni


Passo sotto il Sas dai Ciamorces, dove ho uno sprazzo di speranza (o di presa per i fondelli?)

e arrivo in vista della Sela del Pisciadú, dove vengo accolto da un vento micidiale


Da qua parte il sentiero 676, che scendendo il Valon del Pisciadú, ai piedi del Sas dai Ciamorces ed del Sas da Lech porta al laghetto e al Rifugio Cavazza

io invece tiro dritto per il sentiero 649


L' ambiente del Sella è qualcosa di impressionante




Il cielo inizia a chiudersi sempre di piú, io son la che prego che tenga botta ancora un' oretta, tanto da farmi arrivare in rifugio

camminando e pregando, arrivo a Forcella d' Antersass, dove vengo accolto da un piccolo squarcio di azzurro

da qua ci sono due opzioni, che si ricongiungono poco prima del rifugio: il sentiero "normale" che sale l' Antersass e ridiscende a valle del rifugio, e la variante attrezzata che invece taglia quasi orizzontale alla base dell' Antersass: non fidandomi del meteo (non è simpatico essere sui ferri coi fulmini) scelgo il piú faticoso ma meno ferroso sentiero normale: l' attrezzato posso farlo domani.
La forcella è vicina al bordo dell' altopiano che da sulla Val de Mesdí, e proprio dalla valle si vede spuntare, quasi fosse lo snorkel di un sottomarino, la Torre Berger

il sentiero punta quasi al bordo, ed ecco la torre nella sua quasi interezza, a vigilare sulla sottostante splendida e selvaggia valle

inizio a salire l' Antersass

e alle spalle, sempre ergendosi dalla Val de Mesdí, compare quest' altra torre... leggermente fallica


Mentre salgo incontro una famiglia olandese che dormirà in rifugio: sono arrivati presto, e dopo aver mollato armi e bagagli sono scappati a fare un giro per fuggire dalla bolgia

Faccio due chiacchere col marito (che parla un italiano perfetto) poi riparto: scavalco la cima e finalmente inizia a vedersi il rifugio!

ormai posso sciogliere la tensione, e percorro gli ultimi metri rilassandomi

Arrivo finalmente al Rifugio Boè: bevo una cioccolata calda, mi siedo fuori e mi fumo una sigaretta gustandola come poche altre volte...
Bon, è ancora presto, e con calma vado a preparare la branda e a sistemarmi.
A cena mangio come un lupo, ma poco dopo quasi si blocca la digestione: un gruppo di tedeschi, belli carichi di birre, inizia ad intonare le solite canzoni da tedeschi in rifugio, ma le cantano che pare abbiano il mal di pancia, uno strazio

Dalla disperazione mi annego nelle grappe, 2 o 3 all' ortica, in sciata.
Riesco anche a convincere un simpatico gruppo di Carpi a giocare a scala 40, va ben tutto pur di distrarsi!
Poi avviene il miracolo.
Si levano due accordi: è il padre olandese, con cui avevo parlato per strada, che ha preso in mano la chitarra del rifugio, e la situazione.
Inizia a suonare, e subito si sente una voce grandiosa, immensa: è una delle due figlie.
Poi si inserisce una voce maschile: è il fratello:
È DUETTO
Il rifugio si ferma in religioso silenzio, non vola una mosca.
Poi esplode in un applauso.
Non ho parole per descrivere cos' hanno fatto quei tre, un quarto d' ora semplicemente sublime, divino
Con la grappa nelle vene, e la melodia ancora nelle orecchie, vado a letto contento che di piú non si può, ciao a tutti

Ore 5
Un gruppo di "diversamente giovani" lumbard sveglia mezza camerata facendo la processione al cesso e ribaltando zaini zainetti sacchetti e sacchettini:
ora, dovessero partire per una qualche via alle 5 e mezza ok (ricordo l' anno scorso quando al Falier mi son trovato solo alle 4 e mezza perché tutto il rifugio andava a fare vie sulla Marmolada, ci stava, anzi complimenti a loro che hanno palle che io non ho!) saranno invece tra gli ultimi a lasciare il rifugio!!!!

Sveglio per sveglio, andiamo fuori a vedere se salta fuori qualcosa di buono...
Bhe, le premesse ci sono tutte



Rientro al calduccio una mezzoretta, poi alle 5 e trequarti torno fuori: il colle dietro il rifugio è bello arrossato


passo dietro, ed è magia: oltre l' altopiano fa capolino il Sassolungo letteralmente incendiato




torno davanti, anche verso la Val de Mesdí si sta accendendo

ed ecco la foto di gruppo


Soddisfatto per l' enrosadira, torno a letto per riposare un po', ma niente, il solito gruppetto continua nell' opera distruttrice dell' altrui riposo

Prova e riprova, alla fine fank'ulo e inizio a prepararmi anch' io, tanto ormai hanno svegliato tutti...
Ormai ho tutto pronto, guardo l' ora, andiamo a far colazione
esco per una sigaretta e... proprio gli stessi colori di ieri!!!


Bon, prendo armi e bagagli, saluto e mi metto in marcia: sentiero 647 in direzione Forcella d' Antersas e Val Lastíes


imbocco il canaletto dietro il rifugio, giusto in faccia all' Altopiano delle Mesules

e seguo la breve cengia

che porta al bivio dove si stacca il sentiero attrezzato cui avevo rinunciato ieri

oggi tocca

il sentiero, come dicevo ieri, costeggia l' Antersass: ciò che non mi aspettavo era la vista letteralmente a picco sulla Val Lastíes


#selfietime

Dopo il breve tratto attrezzato, la variante torna a congiungersi col sentiero principale

ed arriva in breve a Forcella d' Antersas

ieri ero arrivato da su col sentiero 649, oggi riparto verso giú


alle spalle la Torre Berger e le sue amiche creano uno scenario quasi surreale

mentre davanti È LA LUNA

scendo alcuni gradoni, e mi trovo in questa conca che scoprirò essere il primo dei tanti "piani ammezzati" della valle

assurdi questi scenari

la attraverso

mentre alle spalle il sole mi ripaga delle nuvole sopportate ieri


inizio a scendere

sarò ripetitivo, ma queste bastionate sono impressionanti

dietro di me la parte alta della testata è uno spettacolo di brulleria


davanti... potere e potenza: questo è il Sella




arrivo al fondo del secondo "ammezzato"

da qua il sentiero scende al fondovalle lungo un ghiaione

la valle da qua fa paura


ultime sghiaionate

ed eccomi sul fondo: da qua sarà una bella passeggiata

mi fermo a riguardare la testata: qua ricorda un po' l' alta Val Travenanzes con tutti i suoi massi erratici


In un posto cosí, un "non ti curar di loro ma guarda e passa" sarebbe un' eresia, quindi mi fermo qualche minuto in contemplazione


poi mi rimetto in marcia, sotto queste torri impressionanti


adesso la traccia diventa un piacevole sentierino da famiglie

impreziosito anche da un bel ruscelletto

sono quasi tentato di stendermi a prendere il sole

e mi accorgo che qualcuno mi ha anticipato: lei dovrebbe fare la guardia, invece se ne sta bella bella ad abbronzarsi e non si accorge di me che le arrivo a pochi metri


Con questa piacevole passeggiata arrivo al bivio di Pian de Sièla, dove prendo il sentiero 656 verso la statale, qualche tornante a valle del Passo Sella

il sentiero si butta subito in picchiata

attraversa una bella pozza formata da una cascatella

e poi giú di nuovo, sotto queste incombenti pareti

altre cascatelle

e poi si dirige verso il bosco

qua, su uno sperone, due vedette montano di guardia, e sembrano piú serie della loro collega

Ancora una breve discesa, e SBADADAM!
qua sono io che mi cappotto all' indietro tre volte: il sentiero adesso inerpica in salita, di brutto! TRADIMENTO!




dietro di me c' è il gruppo di tedeschi dei canti col mal di pancia, sento un coro di "SCHEIßE": anche loro hanno visto la salita

Fatta anche questa, adesso il sentiero diventa una piacevole traversata "misto mugo"

e porta in breve alla Statale

sinceramente, voglia di farmi 6/7 tornanti sulla strada non ne ho, ma neanche per idea, proviamo con l' autostop...
Prima macchina (gente adulta), via dritta
Seconda macchina (gente adulta), quasi mi stira

Alla fine si ferma una macchina di ragazzi trentini, quando mi lasciano al passo cerco di offrir loro da bere ma niente... non sarò mai abbastanza grato per questo passaggio, mi hanno salvato da uno sbattimento enorme...
Arrivo al parcheggio, e mi accoglie una bella sorpresa: oggi sl pascolo ci sono le regine!

Bene, dopo l' obbligatorio saluto, mi cambio, mi do una sistemata e monto in macchina: adesso arriva il difficile, 3 ore di strada!!!!
