Dopo la partenza di Caronte sono arrivate le previsioni ballerine, e i programmi da fare tassativamente all' ultimo momento. Da una previsione di quasi sicuri temporali sabato e domenica, si passa ad un "discreto" con possibilità di temporali nel pomeriggio: venerdí mi trovo cosí a fare un po' di valutazioni :think: e scelgo il giro.
Giro particolare, perché sarà l' ultimo di quelli programmati sul Catinaccio: dopo un megagiro nel 2012 tra Ferrata Santner, Catinaccio d' Antermoia e Larsec, una pascolata nel 2013 tra Conca del Principe e Alpe di Tires, e un bel giro l' anno scorso sulla Roda de Vaèl, è giunto il momento di chiudere i conti e fare il gran finale, con le Pale Rabbiose e la Ferrata Laurenzi, una delle più difficili delle Dolomiti (forse nel complesso LA più difficile) per la tecnicità del percorso e la gran quantità di passaggi -sia di arrampicata sia in traverso- espostissimi e non attrezzati, dove un errore può costare molto caro

Ma veniamo a noi: dopo un venerdí sera passato con amici a bere mojito come non ci fosse un domani, sabato mattina riesco a svegliarmi abbastanza presto da non trovare molto traffico per strada, e con un po' di impegno arrivo a Vigo di Fassa in orario decente.
Prendo la funivia del Catinaccio, e quando arrivo a Ciampedie... mmm il cielo non è che sia dei più belli...

Vabbé, ormai siamo in ballo... balliamo...
Questi nuvoloni danno al Catinaccio un' aura di mistero, un mix tra mistico e spettrale, quasi drammatico...



Mi metto in marcia: direzione Sentiero delle Pecore, vecchio sentiero di transumanza che l' anno scorso avevo percorso in discesa


Ma è una falsa partenza: dopo 5 minuti il sentiero esce dal bosco e mi compare davanti la Baita Pra' Martin, dove mi assalgono le voglie

cappuccino, fetta di sacher, e succo d' arancia adesso si che si ragiona

fumo una sigaretta e sono pronto a partire

subito mi si apre davanti qualcosa di bello


dopo una breve salita nel bosco, il sentiero se ne esce puntando le Albe

per poi portarsi in costa con bella vista su Cresta del Masarè e Roda de Vaèl


L' ambiente è rilassante ma selvaggio allo stesso tempo, in particolar modo silenzioso, cosa rarissima in quest' angolo di Dolomiti

arrivo cosí al bivio per il Rifugio Vajolet via Pale Rabbiose

mi appresto ad entrare nel cuore selvaggio del Catinaccio


qua non esistono comitive chiassose, mammamiscappalacacca, nonnamiscappalapipí, papàhosete, gente che inciampa con le converse, cretini che si urlano dietro da una montagna all' altra... niente di tutto ciò, solo pace e relax, che dopo una settimana da incubo a lavoro ci stanno tutti
Guarda, non faccio a tempo a imboccare il sentiero che mi trovo davanti due stelle alpine


che goduria

e che impressione!


pascolo piacevolmente in questo bell' ambientino

con le nuvole che vanno e vengono

ed in breve arrivo al Passo Sofión


Oggi non sto andando di fretta: la giornata è improntata al relax totale cosí mi fermo qualche minuto a riposare e a godermi il panorama

con moolta calma riparto

avete presente il classico mood da passeggiata in svacco totale, quando sei la che trotterelli pensando agli stracaxxi tuoi? ecco, questo è il posto ideale
sei la, tranquillo con la testa per aria, poi giri l' angolo e...
e...
e...
ELAMADONNA!!!




ti ritrovi davanti mezzo gruppo del Catinaccio



e resti là imbambolato, in venerazione quasi mistica, è qualcosa di grande...

riparto estasiato in questo ambiente di magia selvaggia



mi volto a guardare indietro lo spettacolo appena attraversato

e riparto puntando a questo spettacolo

La Val de Vajolet, guarda che roba



nel frattempo una nuvola spiona mi controlla


intanto il mio percorso si fa sempre più selvaggio



fino a che arrivo sotto i Mugogn, dove incrocio il sentiero 541 che collega i rifugi Roda de Vaèl e Vajolet

sentiero normalmente molto trafficato, quest' anno a causa di recenti franamenti si è inselvatichito anche lui... quando l' ho percorso in direzione opposta l' anno scorso era ben più soft e più trafficato, adesso è quasi deserto



arrivo a Forcella di Davoi, dove incrocio il sentiero che da Gardeccia porta a Passo delle Coronelle e al Rifugio Fronza

lo supero e mi trovo a camminare tra dolci pascoli


dietro è cosí

rifugio in vista, e comincia la discesa (e con lei l' avvicinamento alla pappa


come per magia, la fame fa accelerare il passo

e in breve arrivo al rifugio Vajolet

il rifugio è pieno sia dentro sia fuori, io vengo servito da una gran fxxa che fa gran poca fatica a convincermi ad ordinare mezzo menú

no scherzo, mi accontento SOLO di due mega canederli alle ortiche e formaggio fuso (da cinema) e una sberla di salsiccia & polenta
caffettino, grappino d' ordinanza, sigaretta e via, sono pronto a ripartire lungo il sentiero 584 per il Rifugio Passo Principe


come dicevo prima, il giro odierno è improntato al relax, studiato apposta per una giornata cazzeggio: 3 orette di estrema calma la mattina, e poi tratto pomeridiano breve e tranquillo per digerire, se non avesse rannuvolato mi butterei sul prato a fare una pennichella
Proprio quando sto partendo transita una comitiva di una dozzina di persone: io non ho la benché minima voglia di stare ingroppato nell' "elastico" chiaccheroso inoltre mi ha sempre dato fastidio il rumore dei bastoncini (figuriamoci se ce ne sono 12 paia

Incredibile ma vero, sul Catinaccio, su uno dei suoi sentieri più trafficati, trovo uno "slot" di pace: non ho nessuno né davanti né dietro

AAAAAAAH CHE BEN


ENJOY THE SILENCE

iniziano a manifestarsi strane visioni... effetto della grappa? no, just Dolomiti, baby


Ultime "fatiche"

e arrivo al Rifugio Passo Principe

e qua accade l' irreparabile, o meglio, pago la mia voglia di relax: dopo aver sistemato le mie cose vado a fare una doccia e...
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!



È gelida!!!!
La comitiva che ho lasciato andare avanti ha completamente esaurito l' acqua calda

Dopo aver riattivato la circolazione in maniera cosí... cruenta, decido di riscaldarmi con una grappa (strano vero?

E comincio a martellare di domande quel sant' uomo del gestore...
appena sente la parola "Laurenzi" gli si drizzano le antenne, andare sulla Laurenzi non è cosa da tutti, figuriamoci poi in solitaria

un suo amico di Tires addirittura mi fa "Guarda che non sei il primo che cade là"
eccheccaz.



Bon, meglio che vada in branda va...
Mi butto a riposare, e mi alzo giusto in tempo per la cena: devo dire che si mangia molto bene, bravi!
Cena, chiacchere, giochi col simpaticissimo cane del rifugio, grappette per conciliare il sonno e me ne vado a dormire puntando la sveglia per l' alba.
Ore 5.45: accade l' irreparabile: suona la sveglia, faccio per disattivarla come al solito ma... suona ancora

telefono imballato che non vuole saperne di spegnersi, io rincoglionito di sonno, la camerata (la famosa comitiva) pronta a linciarmi... mmmm buongiorno!

Scappo fuori prima di venire linciato, ed arrivo giusto in tempo per il momento magico delle Dolomiti

That's why they call it "DER ROSENGARTEN"




Bon, mentre inizio a rimettere in ordine le idee, me ne capita un' altra... sto fotografando quando sento da dietro: scusa amico, ti sposti?
Mi giro... ma... e questo da dove salta fuori???
Il personaggio era a dormire al Rifugio Alpe di Tires con una comitiva, e per fare foto all' alba col cellulare è salito al Passo Molignon, sceso nella conca del Principe (ghiaione), risalito fin qua (ri-ghiaione) per poi tornare indietro in tempo per fare la Ferrata Maximilian con la comitiva

ah, in mezzo ha anche sacramentato dietro al cane del rifugio perché non si faceva fotografare portato chili di fango dentro che avevano lavato la sera prima, e chiesto al gestore, che stava facendo colazione prima di preparare per noi, se poteva fare colazione con lui...

Cioè, vabbé, non ho parole...
Ma veniamo a noi, torno in camerata, dove nel frattempo si sono alzati tutti, e mi preparo, colazione, saludos e mi metto in marcia sul sentiero per Passo Molignon e Alpe di Tires, sentiero che quando aveva numerazione CAI aveva un numero dall' inizio alla fine, il 554, adesso che ha numerazione AVS cambia 3 numeri diversi... bho mistero della fede...



il sentiero parte giù in picchiata per i ghiaioni verso la conca del Principe, perfetto per sciogliere subito le gambe

giù verso la conca lunare

per poi attraversarla

guardo verso le Cime di Valbona

poi verso il passo da cui sono sceso

e verso le Cime del Principe...

ecco vedete quel canalone che scende? ecco, tra poco dovrò salirlo

Da qua, tirando gli occhi, riesco a vedere l' Altopiano dello Sciliar e il Rifugio Bolzano

continuo la mia traversata silenziosa (sono partito presto e non c' è ancora nessuno sui sentieri) e inizio a vedere l' alta Val Ciamín col Rifugio Bergamo

L' attraversamento della conca, prima della gran ravanata, è molto piacevole, in questo ambiente brullo e selvaggio su un sentiero facile in falsopiano, ma anche qua le piogge hanno fatto il loro scherzetto: un tratto è franato...

il passaggio non è proprio banale, ma con i rumegamenti dell' anno scorso passo senza troppi patemi... non altrettanto la famosa comitiva, partita una ventina di minuti dopo di me: più avanti infatti li vedrò (saggiamente, visto il numero) deviare in basso per il ghiaione e poi prendere una vecchia traccia più stabile
Arrivo proprio al centro della conca, SPETTACOLO



attraverso una cascatella

do un ultimo sguardo alla conca

e mi preparo ad affrontare la gran ravanata al cospetto delle Cime del Principe

come vedete il ghiaione è molto soft


su per lo sbudellamento, accompagnato da queste conformazioni bizzarre

sarà il fresco, sarà lo zaino senza cibo-picca-ramponi, sarà la colazione dei campioni che ho fatto in rifugio, ma la salita è molto più rapida e indolore di quanto la ricordassi, ed in breve sono su

Arrivo cosí a Passo Molignón, mi giro e... bhe scusate se è poco




mi concedo qualche minuto di riposo, una barretta e una sigaretta , e mi rimetto in marcia

con le Cime di terrarossa che mi si parano davanti, sul fondo


mi giro a guardare verso il passo e le Cime del Principe... sembra la Luna...




arrivo al bivio per la Ferrata Laurenzi: è il momento di imbragarsi, si comincia a fare sul serio

ma mentre mi imbrago sento una voce che mi dice di spostarmi avanti di qualche metro... vieni a vedere, c' è qualcosa di bello...
la ascolto, faccio qualche passo e...
SPETTACOLO




i Denti di Terrarossa sono una di quelle cose che rendono magiche le Dolomiti: mai uguali, sempre diverse, cosí uniche e cosí ricche di forme sempre bizzarre, fantasiose...
Ma torniamo a noi, finisco di imbragarmi e mi avvio sul sentiero di avvicinamento alla (poco


arrivo alla targa di inizio percorso e alle prime attrezzature

attrezzature che durano poco, visto che subito la via inizia a mostrare il suo vero animo selvaggio: si comincia con le roccette non assicurate

dietro fa capolino il tetto rosso del Rifugio Alpe Tires, recentemente vittima di una ristrutturazione che lo ha reso più simile ad un' area di sosta in autostrada che a un rifugio alpino...


arrivo in cresta e mi affaccio sull' altro versante, con vista su Puez e Sassopiatto, se solo non fosse cosí nuvolo...


guardo in giù dall' altra parte, visione vertiginosa sul Passo Molignon

adesso viene il bello: si comincia per cresta


da un lato compare lo Sciliar con la mitica Punta Santner


guarda che ambientino la sotto


sembra assurdo, quasi paradossale, ma sono letteralmente in un altro mondo, in un enorme eremo, ma coccolato dallo scampanellio delle mucche che pascolano laggiú in fondo

bon lasciamo stare l' animo bucolico e concentriamoci, che arriva un passaggio non protetto un po' delicato: si traversa mettendo i piedi su quello che c'è e attaccandosi con le mani

dopodiché riprende il sentierino di cresta e arrivo al primo dei 3 "checkpoint" della ferrata (il più facile): il Molignón di Fuori

un brullo panettone che niente ha a che fare con quanto affrontato prima, e soprattutto con quanto si affronterà poi

uff anche verso Passo Principe si è rannuvolato


attraverso il panettone su un sentiero da nonne e bambini, ed arrivo in vista di ciò che mi aspetta verso il Molignón di Mezzo, un bel sentierino di cresta per niente esposto, no no, proprio niente


raggiungo un tratto attrezzato

per poi passare a roccette libere

sbagliare qua non è il caso


altro attrezzato, e altre roccette

diciamo che è meglio non soffrire di vertigini

ancora un canalino carogna da scavalcare

e un tratto attrezzato da salire...

... e poi scendere

per poi imbucarsi in questo canalino

che deposita su un traverso attrezzato con... maniglie!!!


si avete visto e capito bene: qua ci si assicura attaccandosi a queste maniglie, claro che le uso per agganciarmi coi moschettoni, non ho voglia di esperimenti strani...
dal traverso si passa ad altre roccette da salire

e un breve tratto di sentiero

che spettacolo laggiú

e anche dietro non scherza


altra crestina

altro sentierino...

sono cosí concentrato sul percorso che continuo a chiedermi quando cavolo arrivi sto benedetto Molignón di Mezzo...
non mi rendo conto che l' ho già passato da un pezzo e sono già al Molignón di Dentro!!!


Sono al settimo cielo perché so che, per quanto possa essere impegnativo l' ultimo tratto (parete attrezzata in discesa) sono fuori dalla parte impestata, quella dove fai una cazzata infima e voli quasi un kilometro, ma non lascio calare la concentrazione
mi riposo qualche minuto godendomi i panorami


anche perché da qua si domina il Vallon d' Antermoia


bon, mi rimetto in marcia

e in breve si ricomincia coi ferri


arrivo finalmente all' ascensore: l' ultima parete in discesa, poco appigliata, ma dopo quello che hai passato te ne freghi


Sgancio i moschettoni, faccio un respiro, vorrei cacciare un urlo di gioia e di sfogo per la tensione e l' adrenalina che calano di colpo: sono fuori, ho finito



ho completato una delle traversate più difficili ma più spettacolari della mia vita, la scarica di emozioni in questo momento è un fiume in piena
adesso è tutta discesa per il ghiaione (chiaramente franato



con bella vista sul Lago d' Antermoia... surreale, una conca lunare con un laghetto cosí...

miei amati ghiaioni


il cielo sembra volersi aprire per qualche istante regalando questa bella vista sul catinaccio d' Antermoia e l' omonimo passo

e in breve arrivo al Vallone d' Antermoia congiungendomi al sentiero 584 per i rifugi Passo Principe e Vajolet

quando arrivo tolgo casco, imbrago & co (li avevo tenuti in caso di sorprese) e mi godo una sigaretta ai piedi della tabella, chi passava si è visto uno stralunato arrivare dal nulla (la deviazione per la Laurenzi non è indicata)

Adesso si, è finita davvero e mi lascio andare... la Laurenzi mi ha cotto a puntino e mi avvio con calma verso il Passo d' Antermoia

stupendo


ultime ghiaie

e sono al passo


da qua sarà tutta discesa fino a Gardeccia

mi riavvio a cuor leggero

il Passo Principe è già in vista, sotto di me, e con lui il suo corollario di spettacolo


via, facciamoci anche questo ghiaione



quando arrivo saluto il gestore, "avevi ragione, ci vuole tanto pelo sullo stomaco per la Laurenzi, ma che spettacolo!!!!!!!"
mangio una zuppa goulasch al volo, buonissima e... ci stava alla grande!!!!!!!
caffè grappino e sigaretta, e sono di nuovo in marcia percorrendo a ritroso il sentiero di ieri pomeriggio


Adesso la mia preoccupazione è l' orario della funivia, dal principe a Ciampedíe non è proprio brevissima, ma la goulaschsuppe fa miracoli, e le gambe partono in full-auto: 20 minuti al Vajolet

riparto



altri 20 minuti e sono a Gardeccia

problema: tra tensione, stanchezza, fame ecc. non mi ero accorto dell' effetto collaterale dell' arietta fresca in quota...
err...
ultima foto e via!

arrivo a Ciampedie come un razzo e filo a fare "seduta plenaria"
quando esco, mi accorgo di aver fatto, tra paura di perderla e "mossa" alla pancia, qualcosa come 1 ora e mezza di anticipo rispetto alle tabelle dal principe a qua

cosí festeggio con un caffettino e un grappino della casa, solito

Vado finalmente a prendere la funivia, cotto in tutti i sensi, contento e dispiaciuto allo stesso tempo per essere arrivato alla fine del capitolo Catinaccio, ma che gran finale però!!!