Ancora ad inizio stagione il socio di ravanate con cui ho fatto anche il Bortolo De Lorenzo mi aveva chiesto un giro con (se possibile) ferrata e pernottamento in bivacco: mi si accende la lampadina, c'è questo anello in Oltrepiave mooooolto simpatico, senza ferrate ma più "intenso"

Bene, lunedí mattina con calma ci troviamo e partiamo per il Cadore: destinazione Domegge - Rifugio Padova, dove lasciamo l' auto e cominciamo il tour con una degna mangiata

Aspettando la pappa vado a compilare il registro del rifugio, indicando brevemente l' itinerario odierno (Bivacco Perugini via Forcella Segnata) ma lasciando uno spazio bianco... parlando coi gestori, quando nomino il Sentiero Marini che vorrei fare domani cambiano espressione:
-Guarda che è chiuso
-Si si, so che nel 2009 è stato dichiarato alpinistico con tutti gli annessi e connessi
-Ah ok, in bocca al lupo perché già ai tempi in cui il CAI gli faceva manutenzione era considerato un sentiero per matti, fa conto adesso

Bon, mangiato ho mangiato, caffettino-grappino-sigaretta, e siamo pronti a partire: torniamo all' auto, sistemiamo gli zaini e via ci incamminiamo lungo il sentiero 357 in direzione Bivacco Perugini


dopo qualche piacevole metro sul pascolo, il sentiero va ad infilarsi nel bosco, talvolta con faticosi tornanti che, complice lo zaino molto carico (in aggiunta allo standard per la notte fuori abbiamo corde, cordini, moschettoni e anche la picca, che ho usato mezza volta su neve ma mi è già tornata utile su ghiaioni franati) non accelerano certo il passo...

finalmente il bosco inizia ad aprirsi, concedendo una bella visione verso il Cridola

mentre davanti a noi l' "occhio" degli Spalti ci scruta curioso

arriviamo a Cadín di Toro, dove salutiamo gli ultimi alberi

mi giro un attimo a destra e...
e...
ELAMADONNA!!!! gli Spalti di Toro si manifestano in tutta la loro grandiosità





incantato da questa visione mi riavvio lungo il sentiero
sempre sotto lo sguardo, ora vigile, dell' occhio


a sinistra le nuvole si divertono con forme... bizzarre

mentre alle spalle mi nascondono le cime di Antelao e Marmaròle

il sentiero adesso inizia ad entrare nel vivo

stiamo puntando a quel budello là

mentre guardando indietro ho la bella radura dove sorgono la Casera Prà di Toro e il Rifugio Padova

SU PER IL GHIAIONE! finalmente sono nel mio regno




mentre risalgo l' imbocco del budello fa la sua comparsa anche la compagna fedele di questa estate: la neve, che quasi ostruisce il budellame lasciando due stretti passaggi ai lati


ci sono segnavia su entrambi i lati, il socio propenderebbe per seguire quelli piú recenti sul lato sinistro, ma a me ispira di piú quello destro


è vero, c'è da ravanare su ghiaino instabile e ripido, e ci sono pure delle roccette da salire, però si passa

mi accorgo velocemente di aver scelto il lato giusto, il sentiero infatti prosegue salendo sulla destra con l' aiuto di una corda fissa

senza neve eh? vi dico solo che il "muro" era più alto di me, e siamo a settembre ben sotto i 2000 metri



adesso arriva il bello: bisogna arrampicarsi su per questo canalino





il socio mi raggiunge

ue hai voluto tanto che ti portassi a fare una ferrata, guarda qua, è come una ferrata... solo che non ci sono i cavi!

sisi è una fikata mi risponde lui

Bene, allora andiamo avanti su per quest' altro canale



con seguito di roccette da arrampicare

per arrivare a questo bel pulpito panoramico, dove una bella pausa goduria & sigaretta ci sta davvero tutta

Oi Blitz ma dove caxxo sei finito?
Sopra la tua testa!!!!


ripartiamo, sempre in su tra canali, roccette e sfasciumi



La salita è impegnativa ma molto divertente, e condita da conformazioni bizzarre: la concentrazione e la goduria non mi fanno più sentire il peso dello zaino (per fortuna!!!



il budello sembra volersi allargare

ma si richiude quasi subito



fa un' altra breve concessione al panorama, che si apre fino alle Tre Cime

per poi richiudersi nuovamente, dando adesso un panorama... obliquo


ultime fatiche

e arriviamo finalmente a Forcella Segnata

in lontananza si sente qualche tuono, e il versante friulano è tutto coperto

direi che sia il caso di darsi una mossa, peccato che anche da questo lato non è che il sentiero sia proprio banale, anzi, altro round di sbudellamento



alla fine dallo sbudellamento si passa ad un piacevole sentiero su prato

e compare lui, il Campanile di Val Montanaia


tanto per gradire attraversiamo un breve tratto ghiaioso

ed arriviamo in breve al Bivacco Perugini

Anche se all' esterno mostra tutti i suoi anni, all' interno è un vero gioiellino: completamente rifatto alcuni anni fa, è tutto rivestito in legno e con le cuccette dotate di reti ortopediche!!
Quando arriviamo siamo soli, e non arriverà più nessuno: bella fortuna se penso che 2 settimane fa in 7 hanno dovuto dormire fuori perché dentro era strapieno!!!

Bon, ci sistemiamo, ci diamo una rinfrescata, e aspettiamo il momento più atteso da tutti gli appassionati di Dolomiti: l' enrosadira, che l' anno scorso proprio qua mi era stata negata sia al tramonto che all' alba dalle nebbie...
quest' anno direi che va decisamente meglio




giusto il tempo di fotografarla e comincia a piovere... ci rintaniamo dentro e che facciamo?

mazzi di carte non ne abbiamo, a sto punto facciamoci due cicchetti di grappa va

finalmente smette di piovere, e il socio butta su il fuoco

carbonella, salsicce e würstel non sono pesati poco, ma direi che ne è valsa la pena, aaaaaaaah che mangiata, ci voleva!!!!

dimenticavo, il socio ha saggiamente portato su anche del buon vinello, altrimenti che allegra grigliata sarebbe?

Per concludere degnamente ci facciamo due grappini, poi stanchi morti puntiamo la sveglia per l' enrosadira e ci fiondiamo a letto.
Crollo come un pero, ma alle 2 di notte mi sveglio per un rapido bisognino: quando esco trovo il Campanile che indica la Luna

Ho fatto bene i miei conti: suona la sveglia, tempo qualche minuto per capirsi e tirarci in piedi e ci si presenta questo spettacolo




Tutto contento per essermi rifatto con gli interessi delle nebbie dell' anno scorso preparo lo zaino e saluto il Campanile

e ci avviamo lungo il sentiero 353 verso il Rifugio Pordenone

il sentiero passa di fianco al Campanile e si infila giù per il ghiaione


per poi entrare nel bosco e diventare quasi un sentiero "da morose"

ma in breve torna fuori

e rivela la sua natura selvadega



do un ultimo sguardo alle spalle

e giù per lo sbudellamento che adesso si affianca al torrente

arrivati quasi in fondo il sentiero si alza dal ghiaione e gira in costa

per poi entrare nel bosco

e portarci in breve al grazioso Rifugio Pordenone, dove facciamo una bella colazione e facciamo rifornimento per pranzo

"Dove andate di bello ragazzi?" ci chiede la signora sorridendo
"MARINI" le rispondo
Lei cambia espressione, di colpo seria... "Sapete già tutto vero?"
"Si si sappiamo che problemi ha il percorso, dichiarazione itinerario alpinistico, ecc. ecc." e da la poi chiaccheriamo piacevolmente del più e del meno fino a che ripartiamo.
Prendiamo il sentiro 352, che ha un nome "SENTIERO ARTURO MARINI", dismesso dal CAI nel 2009 e dichiarato percorso alpinistico a causa dei continui franamenti che hanno reso l' attraversamento della Valle San Lorenzo sostanzialmente impraticabile... come ci dicevano ieri, un sentiero per matti già ai tempi in cui il CAI lo gestiva, un sentiero per psicopatici masochisti adesso...

L' inizio è tranquillissimo perché la prima parte è usata per andare ai due belvedere verso il Campanile: si attraversa il torrente

e si risale il bosco

fino a raggiungere i due belvedere, che spettacolo


un cartello mette in guardia i "turisti per caso"

per noi è l' inizio dell' avventura. Inizio un po' noioso direi, visto che si sale ripidamente e noiosamente in un fitto bosco

devo essere sincero? DUE PALLE GRANDI COME NA CASA

cammina e sali, sali e suda, che do bae, finalmente il bosco concede una vista ad oblò sulle Cime Le Corde

per poi aprirsi su un bel vallone che dobbiamo attraversare


il canale va giù ripido

ma con un po' di attenzione e passo fermo lo passiamo senza tanti patemi

eccoci dall' altro lato

e ripartiamo, adesso fortunatamente tra i mughi

che ci permettono una bella vista verso Postegae e Pramaggiore

altro vallone da passare

questo sentiero inizia a piacermi



anche qua, occhio e passo fermo, e arriviamo dall' altro lato

adesso si torna di nuovo nel bosco fitto


ma un altro vallone viene a riaprire il panorama con visioni mistiche



via tra i mughi

ed eccone un altro




adesso il sentiero riprende il leit-motiv iniziale: lungo, ripido, strapallosissimo nel bosco, due palle infinite

Lo sbattimento dura fino ad arrivare sul Col Cadorin, dove la fatica viene ripagata da Cima di San Lorenzo, Cima Talagona, Cima Cadin di Toro, Cima Cadin di Vedorcia e Cima Cadin dei Elmi che danno spettacolo






in lontananza, sotto la piramide di Cima Spe, si vede già il puntino rosso del Bivacco Gervasutti

dall' altro lato a dare spettacolo sono Postegae e Pramaggiore


sono completamente imbambolato davanti a tanta bellezza, ma a riportarmi coi piedi per terra ci pensa il socio...
Blitz, posto bellissimo, semplicemente spettacolare ma... come caxxo ci passiamo la in mezzo??

Errr... mmm...


in caso di problemi ho comunque previsto due vie di fuga:
1-rientro al Rifugio Pordenone e da là al Rifugio Padova per Forcella Montanaia (percorso che ho già fatto l' anno scorso)
2-extrema ratio solo in caso d' emergenza- discesa per la Valle San Lorenzo fino in Val Cimoliana e da là autostop per risalire in Cadore a recuperare l' auto
ripartiamo lungo la cresta

per poi infilarci in un mix di bosco e mughi

sempre inframmezzato da qualche canalino da attraversare

che spettacolo




ad un certo punto ci accorgiamo che ci sono due tizi che stanno attraversando il canale: INCREDIBILE! ben 4 persone su questo sentiero lo stesso giorno!!!

ne approfittiamo per vedere il loro percorso, attraversano in quota su passaggi psicopaticamente friabili, roba che smuovi un microsassetto in più e vai di sotto tu il canalone e tutto quanto

mmm no decisamente non ci fidiamo

quando saremo la studieremo il modo di abbassarsi e poi risalire evitando la parte peggiore...
intanto proseguiamo davanti a questo tripudio di torri, picchi e guglie degno di una cattedrale gotica




il sentiero ormai punta dritto all' ora della verità

passiamo sotto la vecchia targa d' attacco

e siamo in ballo

finché riusciamo seguiamo i vecchi segni e gli ometti

dopodiché ci caliamo per il ghiaione e cerchiamo il modo di risalire

di questa parte non ho foto perché le mani mi servivano per tenermi (se avessi potuto avrei usato anche la terza gamba!!

alla fine arriviamo dall' altra parte, tiriamo il fiato e cominciamo a risalire ripidi tornanti tra i mughi


per poi aggirare la Cima Cadin dei Elmi


aggiriamo, et voilà, ci si presenta davanti la conca dove sorge il Bivacco Gervasutti, che dobbiamo raggiungere con un bel sentiero in costa tra i mughi

La stanchezza però si fa sentire, e la fame pure, cosí decidiamo di anticipare la pausa pranzo per digerire con la breve discesa che abbiamo davanti

dopo qualche minuto di relax ed un bel paninazzo (al Pordenone fanno dei signori panini, bravi!) siamo pronti a ripartire


arriviamo finalmente al Bivacco Gervasutti

ma con noi sembra arrivare anche la pioggia

per il momento sembrano due gocce, cosí ripartiamo subito

il sentiero comincia a salire lungo il prato

ma quasi subito l' ambiente diventa più consono ai miei gusti



CHE SPETTACOLO!!!






Brullo e selvadego, questo sentiero fa proprio per me



arriviamo cosí a Forcella Spe

da qua in poi sarà (quasi) tutta discesa


e conoscendomi, poteva essere una discesa non-ravanosa? CLARO QUE NO



arriviamo in Cadin dei Elmi, e come per una presa in giro il cielo si riapre... ma non poteva farlo prima che mi godevo anche l' altra valle?


vabbé... raggiungiamo il bivio per il Rifugio Tita Barba, mia vcchia conoscenza di agosto, e proseguiamo sempre lungo il nostro fidato 352


che si alterna tra prati e torrenti in secca


sempre accompagnato da un bel corollario di cime

adesso puntiamo dritti verso il bosco

affiancandoci al Ru de Val con le sue belle cascatelle

arriviamo poi al bivio di Valle, dove proseguiamo sempre nel bosco


per poi attraversare il torrente su un ponticello

e rientrare nel bosco (che palle), per di più in salita (aripalle


poi quasi di colpo ci ritroviamo sui bei pascoli dei Prà di Toro, dove una tappa a salutare le padrone di casa è d' obbligo

e da qua in breve al Rifugio Padova, dove ci aspetta una bella bevuta


Ricordate che ieri avevo compilato il registro lasciando uno spazio bianco? bene, era riservato a oggi. Lo riempio cosí:
EL SIOR DEI GIARONI COLPISCE ANCORA, dal Perugini siamo tornati per il Sentiero Marini
