Adesso basta. Adesso e' la volta buona.
Io sono a Pieve di Cadore ed in questi giorni il buon Arterio e' a Sappada.
La scintilla scocca, e' inevitabile (... grazie Arterio)
C O G L I A N S
Cosi' il 16 agosto parto da Pieve con i pipistrelli che ancora volano, vado a recuperare il boss e via verso il parcheggio del Rifugio Tolazzi.
Pronto io, pronto tu, VIA!
Ci incamminiamo lungo il sentiero 144 in direzione Rifugio Lambertenghi - Romanin

Inizialmente e' una comoda strada militare, piacevole come inizio

Vedo un riflesso sospetto dietro a questa montagna...

Mi giro e M'INKIA: l' enrosadira!



di solito a quest' ora o sono a casa a dormire o sono in rifugio a fotografarla aspettando la colazione

La stradina diventa comodo sentiero, ed inizio a vedere cosine interessanti



In breve comincia a tiracchiare un po' di piu', ma resta comunque piacevole e va benissimo per scaldare i muscoli

L' ambiente inizia a farsi apprezzare per bene



Saliamo tranquilli godendoci il panorama: siamo partiti presto apposta per non dover fare le corse



Bella questa placconata!

ormai siamo in quota, in ambiente aperto, ed inizia a tirare un fastidiosissimo vento gelido: tra la temperatura bassa di suo e l' effetto wind-chill riteniamo avere una sensazione termica intorno allo ZERO...

Dai non manca molto, coraggio che siamo quasi al rifugio...



Finalmente arriviamo al Rifugio Lambertenghi - Romanin, dove ci scaldiamo io con un cappuccino e l' Arterio con un the caldo

Riscaldati ed indossato abbigliamento piu' pesante, ripartiamo ed in pochi metri siamo al Passo Volaia, dove a segnare il confine di Stato ormai restano solo le trincee a testimonianza della Prima Guerra Mondiale


il primo sguardo oltreconfine... sembra un paesaggio incantato: dolci rilievi verdi con in mezzo le splendide acque cristalline del Lago Volaia



"peccato che in un posto del genere invece di essere con una bella f*ga sono con un uomo" dev' essere stato il pensiero istantaneo di entrambi

mentre ci riavviamo verso il rifugio il panorama si apre: adesso davanti ho una immensa muraglia che svetta dal verde



una lama di roccia e' la, in piedi, come se qualcuno l' avesse messa per scherzo

Arriviamo cosi' al Wolayersee-Hütte, dove facciamo un bis di riscaldamento a base di the caldo

Ripartiamo adesso lungo il sentiero 403, in direzione Valentintörl

Il sentiero inizia costeggiando il lago

per poi continuare risalendo gradevolmente una pietraia



L' ambiente e' cosi' diverso da quello dolomitico a cui sono abituato, ma altrettanto affascinante




err dicevo l' ambiente e' affascinante non l' Arterio

Godendoci l' ambiente arriviamo alla splendida insellatura del Valentintörl



e qua accade l' imponderabile/irreparabile: ieri sera il buon Arterio e' stato sequestrato da moglie e suocera che l' hanno costretto ad ingolfarsi come un tacchino: il risultato e' che (complice anche il vento infame di prima) si ritrova con lo stomaco rabaltato e non se la sente di fare la ferrata

"ci vediamo tra qualche ora al Marinelli" mi dice, "torno indietro e vado a prendere il Sentiero Spinotti"
Tant'e'... io mi attrezzo (grazie Arterio... per le foto!!!!) e mi avvio lungo il sentiero 427: DESTINAZIONE COGLIANS!
Qualche sadico ha deciso di far salire -con attrezzature- un panettoncino per poi ridiscenderlo verso il vallone alla base della parete


oddio a dire il vero tanto sadico non e' visto il panorama di cui si gode




che contrasti!!!!




arrivato giu', comincio a risalire il ghiaione alla base della parete Nord


e arrivo a un bivio: a sinistra la ferrata vecchia, a destra quella nuova: io prendo a destra

Le nevicate invernali sono state molto abbondanti, ed il sentiero e' stato deviato per aggirare il nevaio



Arrivo finalmente all' attacco, che si trova dentro una "trincea" di un metro e mezzo tra la parete e la neve!!!


Ci siamo: WEG DER 26-ER, ferrata storica costruita nel 2000 dal 26' Battaglione di Spittal

Il buon Arterio mi aveva detto che l' inizio era bello verticale, minkia e' un ascensore!!!!




i tratti verticali si alternano a qualche breve traverso, mai riposanti perche' gli appigli naturali sono quasi inseistenti ed infatti ne sono stati creati molti di artificiali: la maggior parte sotto forma di "scalfiture" della roccia, quel minimo che basta per la punta del piede, piu' raramente qualche piolo


che dire, si fa sudare ed apprezzare


arrivo ad un traverso "riposante" dove c'e' anche il libro di via: firmo e riparto

ovviamente sempre su dritta verticale: se uno ha problemi di chili in eccesso qua li perde tutti



eccole che arrivano le bastarde

per il momento non mi cancellano ancora la visuale, fantastica



e su e avanti!

Il percorso adesso si fa piu' "leggero"

e l' ambiente sempre piu' interessante


La Weg der 26-er vera e propria si puo' dire che finisca qua visto che adesso si ricongiunge col vecchio percorso

Mi guardo alle spalle, verso il Valentintörl, minkia come sono salito!!



Nuvole all' orizzonte...

Cambio: adesso si passa dalla parete verticale alla scammellata lungo questa placconata, che definire affascinante e' dire poco


e adesso si alterna un po' di misto: verticalino, camminatina, verticalino...



ogni tanto guardo in giu'

arrivo finalmente in cresta, con vista sul vallone che scende al Tolazzi: M'INKIA


qualche roccia da aggirare, qualche saltino da salire, questa e' per me la parte piu' dura del percorso: non per le difficolta' tecniche, ma perche' ogni volta guardo la vetta e penso "dieci minuti e ci sono", e dopo un quarto d' ora lei e' sempre la, "a dieci minuti" da me...




APPERO'

Dai coraggio mancano solo 10 minuti... sese'



che sia la volta buona?

Se prima dicevo appero', adesso cosa devo dire????




FINALMENTE VETTA!!!!! e lo spettacolo e' garantito










10 minuti di meritato riposo non me li toglie nessuno, tolgo l' imbrago e mi siedo in total relax

casco e guanti pero' li tengo che non si sa mai.
Controllo il cellulare e trovo il seguente messaggio dell' Arterio:
SONO SULLA STRADA TRA TOLAZZI E MARINELLI. A DOPO
Ma che casso zeo drio far sto fulmina'????

Vabbe', de gustibus...
io mi riavvio lungo il sentiero 143: la normale dal versante italiano verso il Rifugio Marinelli. E qua ritorno di colpo nell' ambiente ghiaioso-friabile- viene giu' tutto solo a guardarlo- tipico delle Dolomiti: io che sognavo una discesa relax



Pian pianino scendo cercando di non lanciare missili contro chi mi precede piu' in basso




La pendenza ed il fondo migliorano un pelino e provo ad allungare il passo


ma dura poco


alla fine il sentiero si calma, posso tirare il fiato e togliere casco e guanti


Due mondi diversi a 100 metri di distanza


Mi guardo alle spalle, madonna che roba!

Adesso procedo a saliscendi, e inizio ad essere sul cotto andante, ho na fame che tra un po' mi mangio pure le pietre!!!

ma che bella placconata! questo posto non finisce mai di stupire




Abbandono definitivamente l' ambiente roccioso per entrare in quello di alto pascolo e seguo questa piacevole insellatura


il bestione e' la dietro imponente


guardo a Est, ed il panorama si spalanca verso le Alpi Giulie



ultimi metri che mi separano dalla pappa!!!

ed eccomi finalmente al Rifugio Marinelli

trovo l' Arterio: "cio' ma che casso de giro che te ga fato????"
"eh sullo Spinotti c'era il delirio tra gente che si incrodava su cazzate e gente in scarpe da ginnastica che faceva partire pietre come missili: me so roto i cojoni e so vegnu' basso"
bon bon, fortuna che aveva lo stomaco capovolto, tra un po' ha fatto piu' dislivello di me

Bon, andiamo a mangiare, e che mangiata!!!!
inizio con tortelli ripieni all' ortica serviti con ricotta affumicata

proseguo con salsiccia e polenta con salsa al radicchio

e per finire una bella sacher con panna

ci voleva

Caffe' e grappino e ci rimettiamo in marcia lungo il sentiero 143 in direzione Tolazzi

quella che si vede e' la strada per la jeep del rifugio: il sentiero va giu' ripido perfetto per dare il colpo di grazia alle gnocchia


Mai visto prati cosi' ripidi



ma che spettacolo di posto!
alla fine rientriamo nel bosco: e' il segnale che l' avventura e' quasi finita


In breve infatti ci ricongiungiamo con la strada ed arriviamo al parcheggio, sotto un sole della malora

Stufo morto mi cambio e riparto. Portero' con me un gran bel ricordo.
...GRAZIE ARTERIO