Sentendomi, sicuramente a torto, tirato in ballo scriverò a titolo di esempio la descrizione delle ultime mie due escursioni che si sono svolte su arditi sentieri dove pochissimi sono pronti ad osare.
Ci tengo a sottolineare, però, che non avevo capito che condicio sine qua non per poter partecipare al forum fosse scrivere ciò che si fa.
E se non scrivo (quasi) mai ciò che faccio ho i miei buoni motivi (e almeno uno di essi non sfuggirà all'attento lettore) che sarò lieto di dire di persona a chi mai volesse farsi una bella escursine meco.
Sabato 13 Agosto- Bolver Lugli e cima Vezzana:
partendo molto presto riesco ad essere a malga Fosse di sopra (poco prima di passo Rolle arrivando da San Martino) alle 6:30. L'orario è studiato per evitare la massa di escursionisti che salirà in ovovia (prima corsa alle 8) fino a col Verde per poi salire verso l'attacco della ferrata.
Mi avvio lungo il 712 potendo ammirare sin da subito la maestosità del Cimon della Pala e delle cime attorno ad esso. In un ora arrivo al bivio con il sentiero che arriva da col Verde: sono le 7:30, ottimo! Ho evitato la massa con buoni 45 minuti di anticipo. In effetti fin' ora ho incontrato poche persone e così sarà anche lungo la ferrata.
Sembra tutto procedere per il meglio però.......... però la gamba mi dice che la giornata non è delle migliori: poco male, al limite mi 'accontenterò' di arrivare al passo Travignolo senza arrivare alla cima Vezzana.
Non mi dilungherò sulla descrizione della ferrata, posso però scrivere che l' ho trovata, in alcuni singoli passaggi, più difficile di quanto me la fossi immaginata (forse anche la stanchezza mi ha portato ad avere questa impressione).
Com'è, come non è arrivo dunque al bivacco Fiamme Gialle dove un signore di mezza età con 3 ragazze sembra essere in villeggiatura!
Ora mi sento veramente stanco, ad arrivare fin qui ci ho messo più di mezz'ora in più del previsto però quando la gamba fa fatica interviene la testa e riesco ad arrivare a cima Vezzana alle 11:30 pestando anche un po' (poca) neve.
Non è la prima volta che salgo fin quassù ma l' emozione è sempre la stessa: la giornata è quasi perfetta, poche nuvole e la vista sazia l'anima.
Il programma originario prevedeva la possibilità di ridiscendere lungo la Val Strut percorrendo la ferratina Gabitta; il problema è che la risalita verso il rifugio Rosetta mi costerebbe quasi 300 metri di salita e oggi proprio non è il caso..............
Ritorno al passo Travignolo e da qui giù per il 716 lungo la Val dei Cantoni (attenzione al crepaccio!!),, poi il sentiero svolta deciso verso destra per risalire verso il passo Bettega e noto che, nel primo tratto, hanno messo delle nuove funi per superare qualche roccetta (l'ultima volta che passai da qui non c'erano).
Arrivo al passo e ricomincio a scendere e subito arrivo ad un bivio: a sinistra, rimanendo in quota, si va verso il rifugio Rosetta; io scelgo di proseguire in discesa: il sentiero in questione è ben segnato ma pare sia dichiaratamente non manutenuto: l'avevo già fatto anni fa e sapevo a cosa andavo incontro. Qualche passaggio su roccette instabili e, soprattutto, una paretina molto verticale con fune molto molto lasca. Sbocco quindi sul 701 poco sopra col Verde e lo abbandono subito per riprendere il 712 che mi riporta a malga Fosse dove arrivo veramente stanco ma immensamente felice.
Tempo totale: 9 ore, dislivello:circa 1500, sviluppo: non ne ho idea!
Sabato 27 Agosto- Lipella e Tofana di Rozes:
molti consigliano di partire dal rifugio Dibona, io però decido di partire dal bar magistrato delle acque (poco prima di passo Falzarego). Il motivo principale è che voglio evitare la ressa al ritorno, motivo secondario voglio evitare la stradina verso il rifugio che nell' ultima parte è sterrata e in salita!
Scarponi ai piedi e zaino in spalla alle 7 mi avvio lungo il 412 e seguo le indicazioni verso forcella col dei Bos che non raggiungo per prendere il 404 in direzione Castelletto/ ferrata Lipella. In un oretta sono all'attacco della galleria del Castelletto e qui incontro alcune persone e mi preoccupo temendo la ressa lungo la ferrata; in realtà riuscirò poi ad essere quasi sempre da solo senza essere pressato da nessuno e senza pressare qualcuno a mia volta. Mi imbrago e via, in galleria e in salita: non posso fare a meno di pensare ai soldati che la percorrevano con ben altre sensazioni rispetto alle mie.
All'uscita finale della galleria (ce n'è una anche poco prima) devo affrontare un breve tratto attrezzato in discesa e qui avviene il fattaccio di cui già scrissi in altro post: uno dei teteschi mi raggiunge e mi fa letteralmente annusare il deretano!


Breve traverso lungo il ghiaione e arrivo all'attacco vero e proprio della ferrata.
Le relazioni sembrano tutte concordi: prima parte (fino alle tre dita) mediamente difficile, seconda parte più difficile.
Mio giudizio personale: in generale la prima parte l' ho trovata molto impegnativa, non tanto per la difficoltà tecnica dei singoli passaggi quanto per la consistenza della roccia in molti tratti veramente scivolosa (e non oso immaginare come sia in caso di pioggia!); arrivato al punto intermedio ero veramente indeciso se proseguire o meno ma visto che mi sentivo fisicamente bene e che c'era una bella e lunga cengia che pareva dire: "Ma Fabrizio, perdincibacco, guarda che bella che sono, vieni, vieni.........." ho osato.E ho fatto bene: la seconda parte (ribadisco: per ME) l'ho trovata sicuramente più verticale ma la roccia è più asciutta.
All' uscita della Lipella vengo abbagliato dal sole (fin qui sono stato praticamente sempre all'ombra) e la Rozes è ormai vicina, mancano solo 200 metri. Arrivo alla cima ed è la mia seconda volta: l'altra volta il panorama mi fu interdetto dalle nuvole, questa volta invece.............. così bello da riuscire ( io che sono solitario e misantropo)completamente a fregarmene delle molte persone presenti in cima. Panino di vetta e giù lungo il sentiero che mi porta verso il Giussani che non raggiungo tagliando verso i ruderi del vecchio rifugio Cantore (chissà come mai è stato abbandonato........), intercetto il 403 che seguo in discesa per pochi minuti per poi prendere il 404 e arrivo al bivio per la grotta della Tofana. La gamba è ancora buona però fa caldo e non ho nessuna voglia di imbragarmi di nuovo: sarà per un' altra volta.
Seguendo il sentiero torno al bivio poco sotto la forcella col dei Bos e da qui alla macchina.
Tempo totale: 8 ore, dislivello: circa 1500, sviluppo: non ne ho idea! (però ho idea che, per quest'anno, basta ferri!)