Cerca

Caratteristiche

  • Moderatamente difficile con alcuni passaggi difficili.
  • - Casera della Grava-Forcella delle Sasse: 2.00h ca.
    - Forcella delle Sasse-attacco ferrata: 30-40 min a seconda delle condizioni del terreno.
    - attacco-rifugio Torrani: 1.30h ca.
    - in totale circa 5.00 h per la vetta.
  • - 1450m ca. fino al rifugio Torrani
    - 250m dal rifugio Torrani alla cima.
  • rifugio Torrani
  • STAMPA
  • versione PDF
  • Seguici su Facebook

Media valutazioni

Difficoltà tecniche \
Esposizione \
Varietà passaggi \
Impegno fisico \
Interesse paesaggistico \
Numero votazioni \
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata A. TISSI

MONTE CIVETTA

segnalata da FABIO TREVISANI - 2010

PERCORSO STRADALE

Provenendo da Belluno-Feltre, è necessario seguire le indicazioni stradali per Agordo percorrendo la scorrevole strada di fondo valle. All’ingresso del paese di Agordo si prende la deviazione a destra per il passo Duran, superato il quale si scende per qualche km (alcuni tornanti) fino alla località Chiesa (alcuni edifici), dove si imbocca sulla sinistra una strada secondaria, per la maggior parte asfaltata, che in pochi minuti conduce alla malga Grava (Caséra della Grava), posta in splendida posizione panoramica e adagiata in una verde conca ai piedi dei gruppi Civetta-Moiazza, dove si parcheggia e dalla quale è già possibile vedere il percorso della prima parte dell’escursione che ci condurrà sulla sommità del Monte Civetta.

AVVICINAMENTO

Sulla comoda stradina che inizialmente costeggia  il torrente (spesso in secca) si comincia a salire dolcemente per arrivare in pochi minuti alla Forcella della Grava (o da Pecol, quota 1784m) , dove un cartello ci segnala le varie possibilità. Si prosegue per la strada (sentiero Tivan, segnavia 557), ma solo per poche centinaia di metri, e precisamente fino alla partenza della teleferica per il rifugio Torrani a quota 1808m, dove ci si presenta un bivio. Qui prendiamo la deviazione a sinistra per il rifugio Vazzoler  (segnavia 558): il sentiero sale subito ripidamente ed in breve ci conduce su un pianoro  dal quale è ben visibile la Forcella delle Sasse (quota 2476m), evidente intaglio posto proprio davanti a noi,e che già appare abbastanza vicino. In realtà manca ancora parecchio, ed il sentiero, quasi sempre ben marcato, attraversa per alcune volte il letto del torrente  (pure in secca) salendo ripidamente lungo la linea di massima pendenza,ora sulla destra ora sulla sinistra. Con un attraversamento in piano nella parte alta del canale ci si sposta decisamente sulla sinistra  ma poi il sentiero riprende a salire ripidamente su terreno talora un po’ scomodo e franoso  , finché non si giunge alla Forcella delle Sasse , in circa 2.00h dalla partenza. Bella vista sia sulla valle da cui proveniamo sia sul Van della Sasse   . Sullo sfondo la parte sud delle Pale di S. Martino, fra cui spicca il monte Agner . Dal passo si segue la traccia sulla destra  anche se le indicazioni per la ferrata Tissi sono riportate solo qualche decina di metri più avanti, su un sasso : procedendo con bella vista sul gruppo della Moiazza , posto alle nostre spalle, si perde un centinaio di metri di quota  per aggirare uno sperone roccioso risalendo poi sulla destra un ripido e faticoso ghiaione franoso   (un passo avanti e mezzo indietro) fino all’attacco della via (quota 2610, 30-45 minuti da Forcella delle Sasse a seconda delle condizioni), segnalato da una scritta colorata sulla roccia, invero piuttosto sbiadita . L’ultima parte del ghiaione risulta spesso innevato fino a stagione inoltrata   e sono utili un paio di ramponi per risalire in sicurezza il pendio perché, stante la mancata esposizione al sole del luogo, la neve è spesso molto dura: una eventuale scivolata non produrrebbe conseguenze particolarmente gravi (al di sotto non vi sono “salti nel vuoto”), ma è pur sempre meglio evitare.

LA FERRATA

La via si svolge quasi per intero sul fianco sud-ovest della Civetta Bassa , in una zona poco esposta al sole, e pur essendo piuttosto breve guadagna quota rapidamente a causa della sua verticalità, specie nella prima parte. L’attacco è abbastanza tranquillo  : si sale spostandosi verso sinistra senza particolari problemi e segue subito un breve tratto un po’ più verticale  che ci conduce ad una larga cengia che ci fa traversare verso sinistra. A questo punto ci si deve innalzare di quota di una decina di metri ma per farlo, a seconda delle stagioni, può essere necessario attraversare un breve tratto innevato, simile a quello che precedeva l’attacco, che copre le attrezzature. E’ possibile attraversarlo quasi in piano (attenzione a non scivolare!) oppure aggirarlo abbassandosi inizialmente di qualche metro  avendo cura di restare a ridosso del versante roccioso (che resta staccato dalla massa nevosa di un certo spazio). Se la neve (dura) è presente si può senz’altro dire che questo costituisce il passaggio più delicato della via. La ferrata prosegue su una spettacolare e liscia placca inclinata     , attrezzata con pioli (cengia), che sale ripidamente a ridosso del versante generando progressivamente un vuoto crescente sulla nostra sinistra. Seguono alcuni tratti abbastanza ripidi anche se mai del tutto verticali, ricchi di appoggi per i piedi che ci evitano di affaticare le braccia   . L’esposizione è talvolta considerevole     ma la via non è mai troppo faticosa e ci consente spesso di tirare il fiato   , anche perché i brevi passaggi veramente verticali sono attrezzati con pioli o gradini metallici  . Si giunge così ad una placca inclinata ed un po’ liscia  che conduce ad una stretta ed esposta cengia orizzontale    in traverso verso sinistra, sulla quale si fa un po’ di doccia a causa dell’acqua proveniente dalle sporgenti rocce soprastanti (prestare attenzione a non scivolare). A questo punto la parte più impegnativa della ferrata è ormai alle spalle e la via prosegue con alcune cenge  in traverso verso la sinistra, alternate a brevi gradini rocciosi attrezzati  . Spettacolare la comoda cengia finale  , praticamente orizzontale, posta alla sommità dello strapiombo soprastante il Van della Sasse. Siamo ormai al termine del tratto attrezzato , ed in breve giungiamo sul nevaio sottostante il rifugio Torrani , che percorriamo seguendo le orme (se presenti) o, in alternativa, portandoci al centro di esso  e risalendolo lungo la linea di massima pendenza (attenzione in caso di nebbia - ). In breve siamo al bivio , direttamente sottostante il rifugio, con la discesa per la via normale. In pochi minuti giungiamo allo spartano ma accogliente rifugio Torrani  (circa 1.30h dall’attacco).

DISCESA

Dal rifugio, in circa mezz’ora, lungo un facile ed un po’ faticoso sentiero segnalato si sale alla panoramicissima cima con la originale croce di vetta ,con splendida vista sulla Civetta Bassa e la Moiazza ed il percorso svolto  , la conca di Alleghe  e, sul versante zoldano,il Pelmo  a farla da padrone. Dalla cima si può tornare alla base in due modi: o ripercorrendo il sentiero fino al rifugio Torrani e poi scendendo lungo la via normale (attenzione ai tratti attrezzati) oppure, come alternativa un po’ più faticosa ma gratificante, attraverso la ferrata degli Alleghesi, per percorrere la quale bisogna mettere in conto almeno 3 ore. In entrambi i casi si sbuca sul sentiero Tivan (sv. n. 557) non troppo lontani dal rifugio Coldai (raggiungibile in circa un’ora-un’ora e mezza), percorrendo il quale si può rientrare in poco più di un’ora alla Casera della Grava. Va da sé che la discesa dalla ferrata degli Alleghesi va percorsa solo in caso di tempo assolutamente stabile perché l’assenza di vie di fuga, l’esposizione della via e la lunghezza del percorso, da intraprendere per giunta nelle ore pomeridiane (a meno di pernottare presso il rifugio), la rendono particolarmente pericolosa nel caso di temporali.

CONSIDERAZIONI

Sicuramente la via ferrata Attilio Tissi, dal punto di vista tecnico, è un po’ più impegnativa di quella degli Alleghesi sia per la verticalità che per l’esposizione,in alcuni punti notevole, sia per la frequente presenza di tratti bagnati che costringono a prestare particolare attenzione a non scivolare, vista la scarsa presa degli scarponi sul fondo. Alcuni passaggi sono decisamente spettacolari, anche non vi è la panoramicità della via degli Alleghesi,specie nella parte finale di quest’ultima, che si svolge quasi costantemente in cresta. Nel complesso la via risulta abbastanza facile, anche se esposta,ben attrezzata e decisamente breve: il tratto attrezzato dura infatti poco più di un’ora. Nella stagione estiva è sicuramente consigliabile evitare di affrontare l’escursione troppo presto, preferibilmente chiedendo informazioni sullo stato di fatto presso il rifugio Torrani e/o alle guide alpine prima di affrontarla. Durante il mese di luglio di quest’anno (2010), infatti quando ci siamo passati noi), all’attacco erano presenti parecchi metri di neve particolarmente dura, che abbiamo dovuto risalire con i ramponi per evitare problemi; allo stesso modo, superato il primo salto roccioso attrezzato, era presente molta neve dura, da attraversare con molta attenzione per evitare una scivolata veramente pericolosa. Partendo da Malga Grava, per la salita al Civetta attraverso la ferrata Attilio Tissi e la discesa tramite la via degli Alleghesi bisogna mettere in conto circa 10 ore di cammino, con circa 1600-1700m di dislivello e 4-5 ore di tratti attrezzati. Si tratta dunque di un’escursione molto gratificante (se la nebbia se ne sta alla larga) ma piuttosto impegnativa dal punto di vista fisico, da affrontare quindi con tempo decisamente stabile ed in ottime condizioni di allenamento.

Commenti   

+2 #14 Federico 2021-09-13 06:51
Percorsa il 12/09/2021. Lungo percorso in un contesto maestoso, con partenza e ritorno a malga Grava. L'avvicinamento alla ferrata (quasi 1000 m di dislivello e un ultimo ghiaione da penitenza) è gravoso, ma viene ripagata da una ferrata impegnativa (molto più dell'Alleghesi) ma che regala soddisfazioni e adrenalina con un tracciato (rimesso a nuovo in certi punti) molto sensato. Unico problema l'incrocio di persone in discesa dal Torrani (di mio in discesa non la farei!). Ritorno sulla normale che è a tutti gli effetti un'altra ferrata su cui mantenere alta la concentrazione. Partire tenendo conto di camminare almeno 8 ore, ma tenersi assolutamente del margine.
Citazione
+4 #13 Davide e Martina 2018-08-09 08:36
Percorsa il 08/08/18 partendo da Casera Grava in salita passando da forcella Sasse e discesa poi per la via normale (compresa vetta del Civetta) in circa 8 ore. Bellissima ferrata e meraviglioso l'intero percorso, l'idea era di tornare per la Alleghesi ma in vetta un forte temporale ci ha costretti in ritirata verso il Torrani e la via normale. Il monte Civetta è storia, è mito, un bel modo per cominciare a conoscerlo è percorrere queste vie.
Citazione
+1 #12 Antonio Santagiuliana 2015-01-23 00:00
Percorsa il 27/09/2014. Percorsa in discesa. Rispetto alla salita del mese di Agosto la ferrata era totalmente asciutta. Per cui non ho incontrato grosse difficoltà. Le uniche sono state l'attraversamento del nevaio (quasi ghiacciato nonostante le alte temperature) prima dell'inizio della ferrata; usato i ramponi. L'altro il caldo in piena parete.
Citazione
0 #11 Antonio Santagiuliana 2015-01-23 00:00
Percorsa il 06/08/2014 Non particolarmente difficile per il sottoscritto. Unici problemi per la progressione: i tratti di bagnato, due, uno sul primo passo esposto e l'altro prima dei traversi finali. Entrambi bagnati dallo scioglimento di un nevaio presente sopra la verticale della ferrata. L'uscita sul nevaio terminale ,come per l'attacco, non ha presentato grossi problemi tecnici visto la consistenza della neve (molle).
Citazione
+1 #10 Marco Ceolato 2015-01-23 00:00
Percorsa il 03/08/2013Fatta in discesa nel pomeriggio dopo essere saliti dall'Alleghesi. Più tecninca di quest'ultima, presenta il nevaio iniziale sotto il rifugio, poi un traverso bagnato per una simil cascatella che scarica dall'alto, verso 3/4 del percorso presente nevaio che ricopre il cavo, probabilmente si può aggirarlo con la dovuta accortezza e andare a prende il cavo 30-35 mt più sotto, noi ci siamo calati in doppia. Il nevaio finale (o iniziale se si viene dal vazzoler o dalla forcella delle Sasse)c'è ma è superabile senza particolari attrezzature.
Citazione
0 #9 Tiziana Gris 2015-01-23 00:00
Percorsa il 19/08/2012 Ferrata percorsa in discesa dopo aver affrontato l'Alleghesi per cui avendo gia' alcune ore di fatica sulle gambe. Tecnicamente e' piu' difficile dell' Alleghesi , forse perche' proprio percorsa in discesa e purtroppo non abbiamo gli occhi sulla schiena per guardare dove ci sono appoggi per i piedi! la sequenza di cengie iniziali e' bellissima, alcuni passaggi son verticali e si deve far attenzione agli appigli ed appoggi presenti. per fortuna il tempo era bello e non c'era problema di roccia bagnata, cosa che secondo me farebbe diventar molto difficile i passaggi sulle cenge finali di roccia levigata.Inutile dire che la visione sul pianoro del Van delle Sasse e' bellissima, vederlo cosi' lontano e profondamente basso all' inizio ferrata incute un po' di timore ma l' adrenalina fa poi passare tutta la titubanza.Sicuramente non offre il panorama dell' Alleghesi visto che e' racchiusa all' interno delle bastinate della parte ovest del Civetta. Ho impiegato circa 2 ore dal Torrani, ma la fatica maggiore e' stata percorrere il vallone che da Forcella Sasse porta a Malga Grava....850 metri di dislivello e...imprecazioni per la pendenza e l' instabilita del terreno data dal ghiaino presente. Pochi tratti si possono fare "saltellando" sulla ghiaia!!! Personalemente, ritengo che la Tissi e' bella abbinata in discesa all' Alleghesi; partire da Capanna Trieste o da Malga Grava rende l' arrivo all' attacco molto lungo e faticoso,sfiancante per il fisico che dopo deve affrontare la fatica della ferrata.
Citazione
+5 #8 Flavio Zabini 2015-01-23 00:00
Percorsa il 7/7/2012 in discesa dal Torrani in abbinamento agli Alleghesi. La ferrata non è lunga, ma presenta elementi di difficoltà e di pericolo. Nel tratto superiore la corda è coperta dal nevaio, per cui è utile la picozza (anche se ci sono le tracce). Poco dopo, in piena parete a strapiombo per 300 metri, la corda è interrotta su una piccola cengia inclinata verso il burrone. Basta fare uno o due passi per ritrovare l'aggancio un poco più verso la parete, ma è bene stare attentissimi a non scivolare sul ghiaietto (data la particolare inclinazione del tratto, e la controsalita è paradossalmente più sicuro quando si sta scendendo, perchè si danno le spalle al burrone e si fanno i passi in salita). Successivamente c'è un "traverso chiave" su una roccia continuamente bagnata dall'alto e un diedro che fatto in discesa richiede una certa agilità e una massima attenzione (la roccia bagnata e liscia non permette di andare in aderenza e pretende lo studio di come sfruttare massimamente i pochi appigli artificiali). Da lì, scendendo, inizia il tratto quasi verticale, che però non presenta più pericoli (se non si soffre di vertigine) ma solo un paio di tratti dove serve essere atletici per trovare e sfruttare ancora una volta i pioli artificiali (che scendendo non si vedono) su qualche metro di salto strapiombante. Sotto i 2800 metri il tratto bagnato finisce e la discesa, pur restando quasi sempre molto verticale ed esposta, diviene relativamente più facile. Quando finalmente, a 2700 metri circa, si intravede la fine della ferrata sul canalone ghiaioso si tira un sospiro di sollievo. Molto ostica in discesa, ma, se fatta in salita, immagino sia spossante per il lunghissimo avvicinamento (a prescindere dal punto di partenza) e la risalita per un centinaio di metri lungo il canalone franoso. Se pensate di abbinarla agli Alleghesi, tenete conto che, per un ferratista "normale", un siffatto giro della Civetta richiede un tempo molto maggiore della semplice somma Alleghesi + Tissi, perchè da quest'ultima al rifugio Coldai ci sono 5 (e non 3 come indicato sulle varie guide) ore di cammino (il tratto dalla forcella delle Sasse m2480, al bivio con la normale è costituito prima da una ripida discesa lungo un pendio franoso fino a quota 2100, poi da un lungo attraversamento in saliscendi su traccia indegna del nome di sentiero e continuamente interrotta dai canaloni franosissimi che scendono dalla parete sud della Civetta bassa. Scegliendo la normale al posto della Tissi si fa un giro molto più corto, perchè si scende dal versante "giusto" e si torna subito sul sentiero Tivan quando questo è già comodo.
Citazione
0 #7 Mario Patrich 2015-01-23 00:00
24/09/2011 L'abbiamo fatta scendendo dal torrani dopo essere partiti dalla casera grava e saliti dalla via normale, è molto bella e richiede una buona forza di braccia il tutto in un luogo fantastico!!.
Citazione
+1 #6 Giovanni Nadalin 2015-01-23 00:00
31/07/2011 Per me la tissi piu bella della Alleghesi. Una veduta su queste pareti del Civetta superbe. Consiglio di farla abbinata all'Alleghesi.
Citazione
0 #5 Stefano Corso 2015-01-23 00:00
07/08/2011 Partiti da malga Grava avvicinamento all'attacco abbastanza duro la ferrata è molto ben attrezzata è sempre bagnata figuriamoci con questa estate piovosa.Consiglio di usare sempre di salire legati e non come ho visto fare quel giorno oltre che della personale sicurezza ne và a discapito quella degli altri.Un plauso al gestore del Torrani per la sua perseveranza e disponibilità.
Citazione

Aggiungi commento