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Caratteristiche

Media valutazioni

Difficoltà tecniche 3.2
Esposizione 4.2
Varietà passaggi 4
Impegno fisico 4
Interesse paesaggistico 4.6
Numero votazioni 10
VALUTAZIONE FERRATA PHOTOGALLERY Relazione GOOGLE.MAPS

Via Ferrata "della VITA"

GRUPPO MANGART

segnalata da ENRICO TOMASIN - 2005

Una prima nota storica. La Via della Vita nasce nel negli anni Venti ad opera dei reparti alpini addetti al controllo del confine con l'attuale Slovenia,allora e nei decenni successivi,in tempi meno 'europei',particolarmente 'caldo';a quegli stessi anni risalgono anche l' attrezzatura della via Kugy alla Strugova e dell'intera cresta fra la Ponza Grande e il Mangart. Battezzata da subito via della Morte venne risistemata e modificata,sempre ad opera dei reparti alpini,negli anni Quaranta e da essi ribattezzata col nome beneaugurante di Via della Vita. Oltre a costituire un obiettivo a sè stante,la ferrata,in combinazione con altri itinerari,consente di effettuare delle interessanti traversate parziali del gruppo del Mangart,oltre ad offrire una via di discesa per gli alpinisti che vogliano affrontare le impegnative vie che percorrono le severe pareti nord della Veunza e del Piccolo Mangart (ricordiamo per l'alone di leggenda che lo circonda il famoso 'Diedro Cozzolino').

PERCORSO STRADALE

La via più diretta per raggiungere l'attacco parte dal lago superiore di Fusine (950mt) raggiungibile in circa 15' lungo una rotabile che sale da Tarvisio,nota località turistica a sua volta raggiungibile dall'autostrada A23 in direzione del confine sloveno di Fusine-Ratece.

AVVICINAMENTO

Attraverso i pascoli dell'Alpe Vecchia ci si inerpica lungo una piccola frana,il letto di un torrente,un salto roccioso ricoperto da mughi e infine un ghiaione (2.00h) ; l'attacco della via si presenta spesso problematico a causa della crepaccia terminale che si forma fra il nevaio che di norma rimane fino a stagione inoltrata e la parete (attualmente-agosto 2005-del nevaio non ci sono tracce,ma le condizioni variano di anno in anno).

LA FERRATA

Dall'attacco (1810mt,targa in alto sulla roccia e una freccia rossa evidente,utile in caso di forte innevamento) la via segue un primo sistema di camini piuttosto ripidi raggiungendo una prima cengia,comoda ma molto esposta,lungo la quale ci si sposta a sinistra di alcune centinaia di metri. Al termine di questa prima cengia ,seguendo le attrezzature,ci si riconduce,percorrendo in direzione opposta una cengia parallela alla prima,sulla perpendicolare dell'attacco; ci si porta così lungo tracce fra ghiaie e roccette (cavi non in ottime condizioni,ma fortunatamente non indispensabili) verso il centro del colatoio. A questo punto comincia la parte più esposta e spettacolare della via; una lunga catena (non ancorata in basso: attenzione in discesa) e alcuni infissi (dei cavi in questo punto sono stati rovinati dai sassi) aiutano nel superamento di un tratto verticale e piuttosto liscio . Si attraversa così prima verso destra,poi verticalmente lungo le attrezzature,sempre sicure (gradini,abbastanza distanti, e alcuni pioli) fino al passaggio probabilmente più 'fotografato' della via ,un traverso sul... nulla sotto a un tetto in piena esposizione;ancora dei passaggi verticali conducono ad un tratto di minor pendenza;una placconata inclinata e priva di attrezzature (per i meno esperti sono presenti dei fittoni con anello per progredire in cordata; punto delicato in discesa) si supera seguendo un sistema di cenge (bolli rossi); un'ultima serie di attrezzature (una scala,cavi) consente di raggiungere le ghiaie sottostanti a forcella Sagherza (1.30h). Da questo punto in circa 15' si raggiunge il bivacco CAI Tarvisio (2149mt) e in 30' la cima della Veunza (2340mt).

DISCESA

La discesa può avvenire ovviamente,a ritroso,lungo l'itinerario stesso oppure salendo alla cima del Mangart lungo la cresta (3.00h,passaggi attrezzati di difficoltà modesta) e da lì ai laghi passando da forcella Mangart e dal bivacco Nogara in circa 4.00h.

CONSIDERAZIONI

Il casco è imprescindibile,piccozza e ramponi potrebbero non essere un peso superfluo;la via è interamente esposta alla caduta di sassi,dal momento che il colatoio lungo le cui pareti si sviluppa costituisce la 'grondaia' delle ghiaie sottostanti a forcella Sagherza.

Commenti   

-1 #9 Piero 2020-11-03 13:01
03/11/2030 La ferrata non è praticabile come indicato dal sito del CAI regionale e dalla segnaletica in loco.
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+2 #8 Romina 2020-08-24 20:05
24/08/2020 A oggi la ferrata è inagibile, come comunica il CAI a causa dell’impraticabilità del tratto dal colatoio alla biforcazione sulla forcella Sagherza, che porta sulla Veunza o al Bivacco Busettini.
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+1 #7 Andrea Tamburlini 2017-11-05 20:11
Percorsa il 10/2017 Stupenda via ferrata e alpinistica abbinata al bivacco Cai Tarvisio e alla cresta del Mangart fatta il giorno dopo. Penso che merita dormire in quei posti magnifici almeno una notte!!
Super!
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0 #6 Andrea 2017-09-21 17:11
Percorso il 08/2017 con bivacco al Cai Tarvisio. Notevole per esposizione e bellezza.
La cresta lunga ma molto bella e appagante!!.
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+1 #5 Tomaz Kranjc 2015-01-23 00:00
Percorsa il 11/08/2013 Bella ferrata. I primi metri con cavo spezzato sono un test di corragio.
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+4 #4 Luca Lacolettig 2015-01-23 00:00
Percorsa il 27-07-2013. La ferrata è stata messa a posto nel 2011, l'assenza di cavi o la catena non ancorata in relazione non corrispondono all'attuale realtà. Ovunque la via è ben attrezzata, ora con cavo nuovo, ora con cavo vecchio ma fisso. All'attacco nevaio aggirabile, ma fino a qualche settimana fa credo che ramponi e piccozza siano stati necessari. Valutare a seconda delle condizioni (informarsi). A metà parete presenti tratti bagnati e sdrucciolevoli causa scioglimento nevai in alto: a tal proposito, dopo il bivio della via per il bivacco Busettini (già CAI Tarvisio) e la Veunza, proseguendo per quest'ultima c'è un breve ma insidioso e ripido nevaio: obbligatori piccozza e ramponi (se pur per 20 metri!), una scivolata sul ghiaccio farebbe precipitare nel vuoto delle pareti. Non sottovalutare impegno ed esposizione: una ferrata non per principianti.
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+1 #3 Pietro Del Negro 2015-01-23 00:00
Percorsa il 17.8.9. La via dopo il colatoio presenta il cavo divelto dalla roccia.Si arrampica comunque.A mio parere,condiviso dai compagni di arrampicata, è la più bella ferrata della regione,per i paesaggi e gli scorci che offre,oltre ad una adrenalinica esposizione sul vuoto. Belle le cenge percose ed il canalone verticale.Senz'altro esperienza da provare.
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+1 #2 Christian Nannetti 2015-01-23 00:00
Difficoltà a trovare la traccia che porta all'attacco della ferrata (segni molto sbiaditi),atrezzature in precario stato,tratto molto sdruciolevole alla fine che porta al bivacco Tarvisio.
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+4 #1 Enea Cimolino 2015-01-23 00:00
Bella ed esposta ferrata;impegno massimo se abbinata in giornata alla traversata di cresta del mangart di coritenza ed alla salita alla cima del Mangart per la via normale.Discesa effettuata per la via normale (in alternativa via ferrata italiana)- bivacco Nogara e quindi Fusine laghi.
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