Via Ferrata Zandonella Croda Rossa di Sesto 2020 La ferrata Zandonella, composta da 2 tronconi per la salita e relativa discesa, è stata realizzata alla fine degli anni '70 e rifatta completamente nel 2018. Ripercorre le vie di salita che gli alpini, durante il primo conflitto mondiale, utilizzavano per rifornire le postazioni in quota. Permette di raggiungere la panoramica vetta della Croda Rossa di Sesto - 2936m- nel vasto gruppo del Popera. PERCORSO STRADALEVolendo percorrere l'intero anello della Zandonella allora la salita più logica avviene dal sottostante rifugio Berti -1950m- presso il quale può essere conveniente pernottare e quindi partenza più in basso nella Valgrande dal rifugio Lunelli - 1566m. Quest'ultimo è raggiungibile direttamente in auto da una strada laterale della SS52 che sale da Padola-Bl oppure in discesa, dal passo Monte Croce, per vari tornanti se si proviene da Moso-Bz. AVVICINAMENTOParcheggiata l'auto nei pressi del rifugio Lunelli si sale, come da chiara segnaletica, per il sentiero n.101 ed in 1.00h si raggiunge il rifugio Berti proprio sotto la bastionata del monte Popera. Si prosegue per il sentiero n.101 inizialmente in leggera salita nella vegetazione fino al laghetto di Popera - 2140m- incontrando da destra il sentiero n.124 che proviene dal passo Monte Croce e con il quale è possibile salire anche alla forcella Popera. Proseguendo alla sinistra si giunge alla base del franoso Vallon Popera dove si seguono i vari bolli rossi presenti sulle pietre arrivando sulla morena glaciale ed una traccia di sentiero che si addentra in un terreno sempre più franoso dove talvolta bisogna anche inventarsi alcuni collegamenti in quanto in alcuni tratti il fondo ha ceduto ed in affannosa salita, puntando all'evidente passo della Sentinella, si giunge ai piedi di un blocco roccioso presso il quale vecchie e più recenti segnalazioni indicano a destra il senso di prosecuzione dovendo così superare alcune roccette e camminare ancora per un breve tratto su fondo continuamente instabile fino ad una più rassicurante cengia dove la segnaletica indica le 2 direzioni opposte rispettivamente per il Passo della Sentinella e la nostra ferrata . Vista la vicinanza ed il grande interesse storico del Passo è consigliabile, magari lasciando qua lo zaino, dirigersi in direzione di quest'ultimo per una veloce visita considerando comunque che anche questo tratto è ormai particolarmente franoso e poco sicuro nonostante l'alta frequentazione. Si incontra una sezione della cengia -agosto 2020- franata, un canalino con neve talvolta instabile e scalette finali ormai giunte a fine vita quindi massima attenzione. In pochi minuti si è comunque in questo posto di grande suggestione e memoria . Ritornati sui propri passi al bivio lasciato prima ci si imbraga e dopo pochi metri di cengia inizia il cavo poco prima di una costruzione militare dove è presente anche la targa di Via . LA FERRATALa cengia porta ad aggirare uno spigolo e gradualmente la Via si porta in piena parete dove la roccia, ora più solida, trasmette più fiducia anche se a breve ci si ritrova su di una grande classica cengia dolomitica che conduce all'interno di una forcella, che racchiude una serie di grossi massi , dalla quale se ne esce sulla parete di sinistra grazie all'ausilio di una scaletta metallica che riporta definitivamente in parete dove si rimarrà per buona parte del seguito. Si sale quindi su roccia solida eccetto alcuni canalini o brevi passaggi dove si trovano accumuli di materiale detritico mentre alle nostre spalle la visuale spazia su caratteristici pinnacoli nonchè verso l'imponente Popera . Arriva un passaggio un pò delicato, leggermente strapiombante dove sono state opportunamente inserito alcune staffe e necessità comunque di tirare sul cavo, poi, in traversata diagonale a sinistra , si raggiunge la seconda scaletta metallica più lunga della precedente dove si nota che in questo punto il cavo è stato spostato qualche metro rispetto all'origine per evitare probabilmente un tratto con materiale instabile. Senza difficoltà si risale dunque la scaletta oltre la quale ci si ritrova in piena parete con maggiore esposizione e roccia piuttosto gradinata e sfruttando alcuni brevi canalini si guadagna rapidamente la vicina cengiona dove tra l'altro è presente una testimonianza bellica che dona indubbiamente un tocco di suggestione alla salita nonchè di sosta visto che da qua sembra dominare il sottostante Vallon Popera . Si riparte su di una lunga cengia esposta comunque assicurata con cavo visto anche il materiale instabile presente, si aggira uno spigolo trovando un canalino franoso che anche a stagione inoltrata presenta cumuli di neve , con cautela lo si attraversa non essendo questo assicurato e sul lato opposto si ritrova la cengia inizialmente non assicurata con cavo poi dopo un ulteriore canalino meno insidioso del precedente si ritrova l'assicurazione facendo attenzione ad un piolo di fissaggio del cavo che fuoriesce dalla roccia . Questo lungo trasferimento su cengia, a tratti indicato con segnavia triangolare verde, termina su alcuni gradoni alla base di un nuovo canalino da risalire lungo il lato sinistro puntando all'uscita verso l'evidente forcellina che segna il termine del primo troncone della Zandonella. In uscita dalla suddetta forcellina si scende alcuni metri su traccia di sentiero, attenzione materiale instabile , nel versante della Valle di Sesto con in vista i prati di Croda Croda, si trova uno spezzone di cavo della ferrata Nord proveniente dai Prati di Croda Rossa e si risalgono gli ultimi metri verso la croce di vetta - 2936m. Si nota da subito la notevole quantità di testimonianze della Grande Guerra sia nei dintorni della vetta che più in lontananza . Maestoso il panorama che spazia dalla Val Comelico alla Valle di Sesto, dalla cresta di confine alle Alpi austriache. RITORNOVeniamo ora al ritorno che richiede alcune considerazioni. L'itinerario più logico e sicuramente più appagante risulta essere quello che percorre in discesa il secondo troncone della Zandonella nello spettacolare versante sud-est che si può ammirare solamente scendendo da questa Via . Dalla vetta si scendono pochi metri in direzione della Val Grande come da freccia rossa e si inizia una rapida calata lungo una ferrata piuttosto verticale che avrebbe tutte le caratteristiche per essere percorsa piacevolmente in salita. Il cavo anche in questo caso è praticamente nuovo e sono state inserite qua è là poche ma opportune staffette . Come spesso capita percorrendo ferrate in discesa c'è poco da "studiare" bisogna avere buoni guanti protettivi per far ben scorrere il cavo e sfruttare spesso l'aderenza alla roccia in questo caso piuttosto buona e pulita . Se la calata viene fatta dando fiducia all'aderenza della roccia e facendo ben scorrere il cavo tra le mani allora piuttosto velocemente si giunge al termine di questo primo tratto fermo restando lo sforzo che le braccia devono esercitare, contrariamente potrebbe diventare piuttosto lunga e stancante. Comunque sia in una mezz'oretta si giunge alla base della parete dove non si deve togliere l'imbrago in quanto i tratti attrezzati non sono ancora finiti. Ci si ritrova adagiati nella splendida conca del Circo glaciale est dove un nevaio è praticamente sempre presente e generalmente non necessita di ramponi fermo restando di informarsi sempre prima. Si segue in discesa una traccia nella ghiaia seguendo poi alcuni bolli rossi puntando al nevaio oltrepassato il quale, sulla destra prima dell'evidente forcella, si trova la continuazione della Via ferrata ; questa è una zona da oltrepassare celermente vista la gran quantità di materiale presente in sospensione nella parte alta del nevaio. Si supera un primo salto verticale con molti appigli proseguendo poi lungo facile traverso in un ambiente parecchio appagante; puntando i bolli rossi sempre presenti si giunge ad un secondo e breve salto verticale che ha il compito di portarci su una lunga e panoramica cengia dalla quale riappare il Vallon Popera . Proseguiamo per questa bella e classica cengia dolomitica circondati nuovamente da testimonianze belliche fino ad un grosso masso in corrispondenza del quale alcune frecce rosse indicano la calata del cavo in un sottostante ripido canalone. Si inizia la discesa attrezzata piuttosto breve su roccia stavolta piuttosto "sporca" e si tocca la parte alta del canalone in questione dove termina il secondo troncone della Zandonella non incontrando più attrezzature metalliche. Terminano anche le indicazioni in quanto si tratta di ridiscendere con estrema cautela questo canale assolutamente franoso seguendo magari alcune tracce per quel che possa essere utile fino ad intercettare più sotto la traccia di sentiero percorsa all'andata che sale verso il passo della Sentinella e da qua tornare al rifugio Berti. Nei pressi del rifugio, alle nostre spalle, guardando il Vallon Popera con l'evidente passo della Sentinella in blu il percorso di salita all'attacco del primo troncone della Zandonella, in rosso il ritorno dalla fine del cavo del secondo troncone . CONSIDERAZIONICome precisato ad inizio della descrizione del ritorno è giusto fare alcune considerazioni sia per la salita che la discesa di questo itinerario: |