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Via Ferrata Nasego

Corna di Savallo

2011

 

PERCORSO STRADALE

Lungo la SS.237, in Valle Sabbia, si raggiunge il comune di Nozza-Bs dal quale si devia con chiara indicazione in direzione dell'abitato di Casto (6km). Si attraversa il centro di quest'ultimo in direzione di Lodrino-Bs, dopo alcuni tornanti si lascia la SS.237 deviando a destra per la frazione di Briale. Si attraversa quest'ultima imboccando una stradina molto stretta e dissestata seguendo le varie indicazioni per il rifugio Nasego - località Comero. Dopo alcuni km si giunge ad una staccionata presso la quale, sulla sinistra, si trova un piccolo spiazzo (possibilità di parcheggio) ed alla destra una cancellata in legno con indicazione di un capanno. Proseguendo invece in auto ancora alcuni minuti si raggiunge (consigliato) il grande parcheggio con tettoia, punto di partenza più utilizzato per il rifugio Nasego.

AVVICINAMENTO

Lasciata l'auto presso il grande parcheggio con tettoia,si percorre sentiero in direzione dell'evidente torrione roccioso seguendo le frecce rosse con scritto FERRATA NASEGO. La parte finale dell'avvicinamento si svolge lungo un largo sentiero tracciato appositamente per raggiungere l'attacco della via. In circa 20' dall'auto si raggiungono le attrezzature a quota 1020mt ca. Prima di raggiungere l'attacco si incrocia il sentiero che sale dal più piccolo parcheggio incontrato alla staccionata.

LA FERRATA

Contrariamente a quello che spesso si incontra lungo le vie ferrate, i primi metri sono molto più semplici del resto della Via. Il cavo funge da scorrimano e si obliqua a sinistra in leggera salita. Si nota immediatamente che la qualità della roccia non è delle migliori e tende piuttosto a sgretolarsi. Dopo una decina di metri il cavo prosegue con verticalità leggermente più accentuata incontrando il primo breve salto verticale ma ancora piuttosto appoggiato. Gli appigli sono molti ed il passaggio non crea particolari difficoltà. Si traversa brevemente a sinistra,si attraversa una forcelletta prativa e si attacca una serie di "innocui" gradoni di roccia al termine dei quali un breve traverso porta ad una seconda serie di facili gradoni misti a roccia e arbusti. Pochi metri oltre i quali ci si trasferisce ad un successivo torrione roccioso attraverso un percorso caratterizzato da erba e terriccio con il cavo metallico che rimane comunque fin qui ininterrotto. La placca si presenta piuttosto verticale e, qui, di roccia compatta. In effetti il primo impatto visivo la rende ben più impegnativa di quello che poi è realmente. Si inizia con breve traverso a destra e si sale a zig zag con i piedi che trovano sempre buoni appoggi e all'occorrenza, in aiuto, anche alcuni pioli metallici. Nella parte alta della placca, il cavo traversa da prima a destra poi a sinistra in direzione di uno spigolo dal quale si fuoriesce su traccia di sentiero lungo il quale termina momentaneamente il cavo. Per la prima volta dall'attacco non si è accompagnati dalle attrezzature, del resto si tratta di risalire un pendìo erboso in direzione dell'evidente parete rocciosa passando, nella parte alta,all'interno della vegetazione. Si supera un breve canalino franoso al di là del quale si ritrova il cavo metallico che identifica l'inizio della seconda sezione della Via ferrata. I primissimi metri sono piuttosto verticali ma la roccia appigliata e la presenza di pioli aiutano la progressione,ci si infila letteralmente tra la parete ed una pianta e si traversa in diagonale a sinistra portandosi sulla linea di salita nuovamente verticale del cavo; qui la via assume caratteristiche di difficoltà maggiori rispetto alla prima sezione pur rimanendo comunque contenute ed assumendo una tipologia di progressione sicuramente più divertente della precedente. Gli "strappetti" verticali, piuttosto brevi,si alternano a comodi punti di sosta per alcune decine di metri. Questa seconda sezione termina con alcuni "innocui" gradoni finali. Come detto,termina la sezione quindi termina il cavo e si prosegue in direzione del vicino torrione,lo si ignora aggirandolo alla destra e si risale l'affannoso pedìo erboso (scivoloso se umido) in direzione della terza sezione,al momento senza particolari segnalazioni o tracce ma il cavo è già visibile. Si "attacca" la placca piuttosto levigata,immediatamente si traversa a sinistra risultando indispensabile l'utilizzo della serie di pioli. Dopo alcuni metri il traverso termina e ci si ritrova a camminare in pratica su una traccia di sentiero attrezzato su fondo erboso passando all'interno di una gola,pochi passi in discesa,sempre in esposizione mantenendosi anche qui agganciati al cavo in quanto una scivolata avrebbe sicuramente conseguenze tragiche vista la tipologia del terreno. Raggiunto il versante opposto della gola,con continuità di cavo,si ritrova un esposto traverso attrezzato con nuova serie di pioli che porta ad un cengia "scavata" nella roccia ed uno spigolo finale oltre il quale una lunga serie di salti rocciosi porta al termine della terza sezione. Nuovamente si attraversano i prati con traccia per ora ancora quasi inesistente ma direzione piuttosto evidente vista la vicina parete che in breve si raggiunge. Il ritorno del cavo ci ricorda che inizia la quarta sezione del percorso attrezzato,si sale immediatamente in verticale senza particolari difficoltà,la grande quantità di appigli favorisce una divertente arrampicata anche se purtroppo i piedi si trovano talvolta ad appoggiare su zolle di terreno instabile; si esce a sinistra e si traversa per una decina di metri con cavo che funge come scorrimano,si aggira la base del torrione e si raggiunge nuovamente un salto verticale che richiede un impegno maggiore rispetto alla media della Via e che la roccia appigliata contribuisce a rendere divertente. Pochi metri più sopra,un masso alla base di una fessura,contribuisce a creare anche un effetto suggestivo di questo tratto,ci si porta sul masso e sulla sinistra della fessura,nel verso di progressione,si supera un primo passaggio verticale che richiede trazione sul cavo ed alcuni gradoni che anticipano un pulpito panoramico dal quale,più in basso,si vede lo sviluppo del sentiero che con una deviazione rispetto al nostro percorso porta direttamente al rifugio Nasego. Il cavo prosegue a lungo orizzontale ed aggira, alla base, la parete rocciosa   accompagnando l'escursionista all'interno di una suggestiva "bocchetta" lungo la quale l'andamento pressochè orizzontale del cavo non deve indurre a sganciarsi da quest'ultimo in quanto, nuovamente,il fondo erboso può essere particolarmente insidioso. Dopo questo tratto di trasferimento,il cavo sale in diagonale,verso destra,alternando tratti di facile roccia a tratti erbosi, poi traversa in sostenuta esposizione a sinistra e si aggira lo spigolo dietro il quale, il cavo, in rapida e brevissima salita, determina la fine della quarta sezione. Si avanza ora senza attrezzature scendendo inizialmente pochi metri su roccette instabili portandosi sul sottostante sentiero sovrastati dalla cima di vetta dalla quale si è separati dalla quinta e ultima sezione. Il sentiero erboso si trasforma in una larga cengia rocciosa, panoramica dove si avanza in scioltezza avvicinandosi inevitabilmente all'inizio dell'ultimo troncone attrezzato rappresentato da una prima serie di passaggi verticali su roccia abbastanza compatta poi ritornano i soliti gradoni talvolta instabili ed un nuovo tratto su erba di trasferimento al vicino torrione. La vetta è ormai sopra di noi,ci si stacca dal sentiero,che prosegue in direzione della vetta, con un deciso salto verticale si arriva alla forcelletta presso la quale, a destra, si vede il vecchio cavetto della via normale e dopo aver superato alcune roccette attrezzate si esce in prossimità della grande croce di vetta a quota 1436mt.

DISCESA

Da prima lungo la crestina sommitale,poi attraverso prati si raggiunge in circa 15' il vicino rifugio Nasego dal quale si vede a valle il punto di partenza da raggiungere attraverso i 3 sentieri possibili a seconda che si scelga una soluzione più diretta o più tranquilla. Da tralasciare,ad un bivio,l'evidente quarto sentiero che si allontana dalla valle in direzione di Lodrino.

 

Segnaliamo la possibilità di tornare al parcheggio -quello con tettoia- dopo la sezione n.1 tramite un canalone che ci si ritrova sulla sinistra non appena comincia l'attacco per la sezione n.2. Non è segnato da nessun cartello ma non ci si può sbagliare, è un susseguirsi di rocce smosse, ghiaia e foglie della durata di circa 15 minuti che finisce a pochi metri dall'attacco dellasezione n.1. Poichè per arrivare al rif. Nasego è obbligatorio superare tutte le sezioni attrezzate, in caso di necessità è possibile utilizzare questa via per tornare al punto di partenza.

CONSIDERAZIONI

Questa nuova ferrata ha uno sviluppo piuttosto lungo e come tipologia di percorso ricorda per certi versi alcune Vie ferrate del Lecchese. Il cavo si interrompe in modo tale da suddividere la Via in 5 sezioni talvolta collegate tra loro da terreno erboso che però diventa piuttosto scivoloso se bagnato. Chi ha ideato lo sviluppo della Via ha sicuramente creato un percorso piuttosto interessante dal punto di vista della varietà dei passaggi e questo in particolare dopo le prime sezioni. Stessa cosa non si può invece dire per la qualità della roccia che in vari tratti è risultata essere piuttosto instabile tanto più che vi è una gran quantità di materiale detritico lungo il percorso. Le placchette e i vari salti verticali che teoricamente sarebbero ricchi di appigli poi in pratica non danno fiducia nel loro utilizzo così come gli appoggi per i piedi. Sicuramente la progressione richiede molta cautela nei movimenti soprattutto,ma non solo,se seguono altri escursionisti.