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Via Ferrata Maximilian

Denti di Terrarossa

2013

 

Percorso attrezzato, che unisce il rifugio Alpe di Tires con l’altipiano dello Sciliar passando prima per il Dente di Terrarossa e poi dalla cima di Terrarosa uniti da un’affilata cresta, è uno splendido percorso con panoramiche vedute sul gruppo del Catinaccio.

PERCORSO STRADALE
1- Proveniendo da nord,uscita autostrada A22 Chiusa - Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, SS12 fino Ponte Gardena poi direzione Castelrotto; con provenienza da sud,uscita autostrada A22 Bolzano nord - Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, SS12 fino a Prato Isarco poi direzione Alpe di Siusi. Per l`accesso all´Alpe di Siusi serve un`apposito permesso di transito.

2- Arrivo a Bolzano nord uscita autostrada oppure lungo la strada statale. Da qui proseguire in direzione nord seguendo le indicazioni per Tires. Arrivo a Tires in ca. 20 minuti.

AVVICINAMENTO

Il rifugio Alpe di Tires -2441mt- può essere sostanzialmente raggiunto in due modi:

1- dall’Alpe di Siusi,in poco meno di 2.00h, attraverso la forcella di Terra Rossa-2490mt. Attenzione alla strada di accesso all’Alpe,che è chiusa al traffico dalle ore 9.00 alle 17.00. Nell'orario di chiusura si può salire in funivia o con bus.

2- da Bagni di Lavinia Bianca-1180mt, attraverso la valle del Ciamin ( una delle più suggestive e selvagge valli dell’Alto Adige) in 3.00h. Questo avvicinamento è più lungo e faticoso e porta ad un giro di circa 9-10 ore però il paesaggio visto è molto appagante. Nel tratto chiamato "Buco dell’Orso", poco prima del rifugio Tires, ci sono alcuni punti attrezzati ma di banale difficoltà. Dal rifugio Tires è ben visibile il canale che ci permetterà di raggiungere il Dente di Terrarossa. Per facile sentiero in circa dieci minuti dal rifugio si è all’attacco della ferrata.

LA FERRATA

Una traccia di sentiero alle spalle del rifugio,porta in breve all'attacco del percorso che inizialmente è caratterizzato da alcune roccette non attrezzate. Ben presto arriva il cavo che traversa inizialmente a destra in direzione di un canale franoso dove si tratta di superare alcuni massi letteralmente incastrati in esso. Si guadagna la parte alta  del canale raggiungendo,sulla destra, la parte attrezzata con alcune maniglie metalliche mentre successivamente,il cavo,agevola il raggiungimento della parte alta del canale rappresentata da una panoramica forcella. In questo tratto iniziale,la roccia risulta molto appigliata invitando ad una progressione in divertente arrampicata. Il canale,invece,molto franoso è da percorrere con cautela per non provocare pericolose cadute di materiale detritico. Ci si sposta sulla parete di sinistra e si superano alcuni metri verticali ma con difficoltà piuttosto contenute ,si esce dal canale ed in piena parete si trovano alcuni salti rocciosi guadagnando così la cresta. Questa prima parte di cresta -Dente di Terrarossa- è piuttosto agevole in quanto si tratta di camminare lungo un sentiero in quota fino ad un caratteristico arco nella roccia oltre il quale inizia un tratto verticale di una decina di metri che ,proprio per le sue caratteristiche di arrampicabilità,sarebbe sicuramente meglio poterlo superare salendo. Con cautela lo si disarrampica raggiungendo nuovamente il filo di cresta lungo il quale si incontrano tratti di sentiero esposto alternarsi a brevi salti rocciosi non attrezzati che richiedono molta attenzione in quanto l'esposizione è piuttosto sostenuta ,in particolare si giunge presso un masso incastrato in una fessura da superare in discesa con l'ausilio di un cordino. Anche questo,seppur breve passaggio,sarebbe stato più agevole se incontrato in salita comunque con cautela lo si supera,si ritorna in cresta percorrendo un lungo sentiero giungendo prima alla sommità di una paretina da ridiscendere con molta cautela e poi presso alcune esposte roccette sottocresta anch'esse delicate per esposizione e friabilità. Questa appena percorsa è una sezione piuttosto delicata del percorso in quanto una semplice scivolata può avere drammatiche conseguenze. Si giunge comunque presso una segnaletica che indica un eventuale possibilità di abbandonare il nostro percorso scendendo verso sinistra per ripido canale e tornare sul sentiero n.4 che collega il rifugio Tires al rifugio Bolzano. Si tratta di un sentiero ,che tagliando in obliquo la parete sottostante,si ricongiunge al percorso di ritorno. Proseguendo invece verso la cima,si supera agevolmente una placchetta inclinata per ritrovare nuovamente il cavo metallico che in obliquo conduce presso una cengia  che funge da collegamento per una serie di salti rocciosi semplici e meno esposti dei precedenti eccetto un passaggio più delicato in quanto supera un affilato filo di cresta. Gli ultimi cavi del percorso attrezzato aiutano a superare uno spigolo piuttosto appoggiato arrivando cosi alla targa che indica l'altra estremità della Via mentre per giungere alla vetta è necessario percorrere ancora per qualche minuto un sentiero sul filo di cresta - 2655mt.

RITORNO

Dalla cima per facile sentiero -ometti pietra-,in circa 10 minuti,si giunge al bivio col frequentatissimo sentiero che collega i due rifugi dell’altipiano. Per rientrare all’Alpe di Siusi si prosegue in direzione rifugio Bolzano; poco prima dello stesso si gira a destra sul sentiero dei turisti che in meno di due ore vi riporterà all’Alpe. Per tornare ai Bagni di Lavina Bianca,invece,si va fino al rifugio Bolzano da dove si prende il sentiero n.2 che attraverso la ripida ma suggestiva valle dell’Orsara riporta alla macchina (dalla cima 3.30-4.00h). Oppure al bivio si va a sinistra (direzione Tires) e in circa 20 minuti si raggiunge il bivio del sentiero di salita del mattino (Buco dell’Orso).

CONSIDERAZIONI

La parte attrezzata della ferrata non presenta grandi difficoltà tecniche a parte nel tratto di discesa dal Dente di Terrarossa (più impegnativo ma corto). L’esposizione lungo la "sottile" cresta non attrezzata,a tratti è notevole. talvolta si ha la sensazione che sia attrezzata dove non vi è bisogna o no lo sia dove invece sarebbe più logico. Potrebbe essere utile valutare la possibilità di percorrere la cresta in senso contrario così da ritrovare alcuni passaggi attrezzati ed alcuni in libera in salita.