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Sentiero Attrezzato Nico Gusella

Cima Val di Roda

segnalata da Gian Michele Gozzi - 2004

 

AVVICINAMENTO

L’itinerario ricalca parzialmente quello percorso nell’agosto del 1869 da Leslie Stephen nel corso della solitaria prima salita della cima nota fino ad allora col nome di Cima di Sora Ronz e ribattezzata dal primo salitore Cima di Ball,in onore del grande pioniere dolomitico John Ball.Da San Martino di Castrozza la cabinovia del Colverde e la funivia della Rosetta (entrambe recentemente rinnovate) conducono in circa mezz’ora alla stazione a monte (2633mt) alle pendici della Rosetta,da cui in pochi minuti di comoda discesa si raggiunge il Rifugio Pedrotti (2581mt),punto di partenza dell’itinerario e di tante splendide escursioni nel gruppo delle Pale.Dal rifugio si imbocca in direzione S il sentiero n.702 e,oltrepassato dopo pochi minuti il Passo di Roda (2572mt),si comincia a scendere per una lunga sequenza di tornanti e,con un’ultima traversata,si raggiunge l’erboso Col delle Fede (2278mt-1.00h).Proseguendo,si abbandona il sentiero n.702 (che scende sulla destra verso San Martino di Castrozza) per imboccare verso sinistra il sentiero n.715 che,passando sotto alla Pala di San Martino e sullo zoccolo della Cima Immink,conduce fino al Passo di Ball (2443mt-0.45h-1.45h).In corrispondenza della Cima Immink il sentiero è quasi tutto su roccia viva e priva di detriti,in alcuni punti un po’ esposto ed attrezzato con cavo metallico;è possibile trovare neve,in particolare nell’attraversamento del canalone che separa Pala di San Martino e Cima Immink;sulla destra i Campanili e la Cima di Val di Roda e,in fondo,il caratteristico Campanile Pradidali e la Cima di Ball.Dal Passo di Ball si abbandona il sentiero che,proseguendo verso SE,scende in pochi minuti al rifugio Pradidali per imboccare le evidenti tracce (segnavia n.714) in direzione O che,su ghiaione e brevi tratti innevati,consentono di risalire verso lo stretto canalone incassato tra la Cima di Ball e la Cima di Val di Roda,fino a raggiungere l’inizio delle rocce e degli infissi in corrispondenza di una targa metallica (2500mt circa-15'-2.00h).

LA FERRATA

Il tratto attrezzato,che si sviluppa prevalentemente sulla parete N della Cima di Ball,è molto gradevole e poco faticoso,ma non banale,alternandosi tra caminetti ed alcune belle placche lisce ma provvidenzialmente inclinate;uno spigoletto viene inoltre superato con l’aiuto di alcuni pioli metallici.Traversando verso destra si raggiunge alla fine un tratto di ghiaie e detriti addossato alla parete S della Cima di Val di Roda,e lo si risale fino a raggiungere la Forcella Stephen (2705mt-30'-2.30h),ariosa insellatura sulla cresta che collega la Cima di Ball e la Cima di Val di Roda.Volendo dare un senso escursionistico compiuto all’itinerario e rileggere una pagina di storia dell’alpinismo dolomitico,si consiglia vivamente l’ascensione completa della Cima di Ball:dalla Forcella Stephen si imbocca verso sinistra l’evidente e a tratti sottile cresta ONO,dapprima quasi pianeggiante poi in leggera salita,seguendo tracce ed ometti di pietre che consentono di aggirare agevolmente alcune gobbe della cresta;uno speroncino (ometto) viene superato traversando un paio di metri su una cornicetta con uno svelto passaggio,facile ma in grandissima esposizione verso il Campanile Pradidali e la sottostante Furchetta Adele.Si raggiunge un ballatoio che domina una sottostante conca di ghiaie e detriti,sulla parete E;abbassandosi in diagonale verso sinistra di una decina di metri (II° grado;consigliabile l’assicurazione a corda per la friabilità della roccia e per il sottostante ripido e sprofondante canalone;abbassandosi subito la roccia è più solida) si discende nella conca,che si attraversa per raggiungere la successiva costola che si segue verso destra per canalini e detriti fino all’ampia cupola sommitale (2802mt-1.00h-3.30h-libro di vetta).Le tracce di passaggio sono quasi sempre evidenti,e ben guidate da numerosi ometti;il panorama dalla cima è entusiasmante,e ci si illude di poter saltare con una buona rincorsa sulle cime della Pala di San Martino,della Cima Canali,del Sass Maor e della Cima della Madonna.

RITORNO

Si rientra alla Forcella Stephen ripercorrendo l’itinerario di salita (2705mt-45'-4.15h) e si gira a sinistra scendendo fino ad una zona di rocce e detriti sospesa sulla parete O della Cima di Ball,che si attraversa in saliscendi (alcuni tratti attrezzati,solo un canalino in salita di una decina di metri richiede un po’ di impegno tecnico) fino a risalire per pochi metri lungo un canalino terroso alla stretta Forcella delle Fede (2550mt circa-45'-5.00h).Da qui si scende,dapprima ripidamente per ghiaie e tratti erbosi,poi più dolcemente attraversando ampi prati,raggiungendo con un ultimo breve tratto di leggera salita la caratteristica e profonda Forcella del Porton (2480mt-30'-5.30h);qui giunge anche,proveniente dal rifugio Pradidali sul versante opposto,la Ferrata del Porton.Dal Porton,senza attraversarlo,ci si avvia in discesa (segnavia n°739) verso la Ferrata del Velo,ma giunti rapidamente nel punto più basso si svolta verso destra per evidenti tracce di sentiero che portano a scendere lungo la Val de la Vecia (segnavia n.739a);il sentiero,che percorre in discesa prevalentemente su ghiaie l’ampio catino tra la Cima di Ball ed il gruppo Sass Maor/Cima della Madonna,è ben marcato quasi esclusivamente con ometti di pietre,ma può presentare qualche difficoltà di individuazione in caso di nebbia o maltempo.Si raggiungono quindi i primi tratti erbosi, dove iniziano gli infissi della Ferrata de la Vecia (2050mt circa-30'-6.00h)  cavi e gradini metallici,alcuni su paretine ben strapiombanti,conducono in breve  alla base della Val de la Vecia (1950mt circa-30'-6.30h;attenzione ad alcuni gradini metallici rotti).Da qui si imbocca verso N (destra) il sentiero n.721 che,costeggiando la base dei versanti O della Cima di Ball e della Cima di Val di Roda,conduce infine a San Martino di Castrozza proprio in corrispondenza della stazione a valle della cabinovia Col Verde,da cui era iniziata l’escursione (1466mt-2.30h-9.00h).Invece di scendere per la Val de la Vecia e l’omonima ferrata,si può anche proseguire per la Ferrata del Velo raggiungendo l’omonimo rifugio,e da qui scendere a San Martino di Castrozza per il sentiero n.721 che,più a N,diventa comune al percorso di rientro sopra descritto (tale soluzione comporta un aggravio pressoché insignificante del dislivello ed un allungamento del tempo di percorrenza di circa 1.00h).In alternativa all’itinerario sopra descritto,che consente il rientro in giornata al punto di partenza,è possibile anche fare capo al Rifugio Pradidali:si raggiunge in 30' circa il Passo di Ball,si seguono le indicazioni soprariportate fino al Porton che si attraversa per raggiungere nuovamente in circa 1.30h il punto di partenza.