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Sentiero Attrezzato Durissini

Cadini di Misurina

segnalato da Maurizio Celli - 2018

 

Il sentiero Durissini è un bellissimo giro ad anello che, con partenza e rientro presso il rifugio F.lli Fonda Savio, permette di esplorare la parte sud-orientale dei Cadini di Misurina. L’itinerario si può dividere in due parti. Una più marcatamente escursionistica tra il rifugio F.lli Fonda Savio e l’innesto con il sentiero 118, l’altra con difficoltà più da via ferrata, dall’innesto con il sentiero 118 al rifugio F.lli Fonda Savio, lungo lo scavallamento della Forcella del Nevaio.

PERCORSO STRADALE

Subito dopo il lago di Misurina, provenendo da Auronzo di Cadore, prendere la strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo. Poco prima del lago di Antorno, quindi ben prima dell’inizio della tratta a pedaggio, si parcheggia l’auto sulla destra in un piazzale sterrato. Indicazioni per il rifugio F.lli Fonda Savio su segnavia 115.

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio si seguono le indicazioni chiare per il rifugio - sentiero 115, inizialmente in moderata salita e poi in piano in corrispondenza dell’alpeggio del Pian degli Spiriti. Subito dopo l’alpeggio il sentiero torna a salire passando prima per il bosco e poi per mughi. Alla fine per le ghiaie del Ciadin dei Tocci e, per ultimo, salendo per alcuni gradoni attrezzati, si giunge al rifugio F.lli Fonda Savio (2.367m - 1,20h dalla partenza). È possibile arrivare al Fonda Savio anche dal rifugio Auronzo o dal rifugio Col de Varda mediante il sentiero Bonacossa, oppure ancora sempre dalla Strada per le Tre Cime di Lavaredo con il sentiero 119 per Forcella Rimbianco e successivo inserimento sul Bonacossa. In questi casi naturalmente l’auto va parcheggiata a seconda della scelta dei luoghi di partenza e di arrivo.

LA FERRATA

Dal rifugio F.lli Fonda Savio una serie di cartelli indica quali sono i vari percorsi che si incrociano in questa zona. In particolar modo viene indicato che il sentiero Durissini, lungo tutta la sua percorrenza, sarà marcato dal segnavia 112. Dal crocevia andiamo a sinistra e scendiamo, in divertente e facile disarrampicata, lungo il roccione sopra il quale sorge il rifugio, mediante l’aiuto di una corda fissa. Al termine della discesa ci troviamo nella parte terminale del Ciadin del Nevaio. Ignoriamo alcuni bolli blu che si trovano alla nostra destra e proseguiamo lungo la traccia marcata attraverso le ghiaie. Alla nostra sinistra si stacca il sentiero 117 (sentiero Bonacossa) che prosegue per la Forcella Rimbianco. Il sentiero 112 invece continua sulla destra attraversando in orizzontale alcuni piccoli franamenti (prudenza). Successivamente, arrivando su terreno più roccioso (targa di inizio sentiero), comincia a salire in maniera decisa ma comunque non troppo difficile in direzione della prima forcella di giornata che diventa ben presto visibile. Poco prima della fine della salita affrontiamo un breve tratto attrezzato in discesa con spaccata finale, giungendo quindi a Forcella della Torre - 2.400m, prima delle sei forcelle che si scavalcheranno lungo il sentiero. Siamo nella parte orientale dei Cadini e di fronte a noi si apre il suggestivo Ciadin Deserto. Scendiamo lungo tornanti fino ad arrivare al margine più interno del Ciadin. Lo attraversiamo con breve tratto pianeggiante e subito affrontiamo la seconda salita della giornata. Lungo una traccia con brevi tratti franati, saliamo faticosamente verso la seconda forcella dell’itinerario aiutati, verso la fine, da alcuni gradoni puntellati con assi e da una corda. Al termine di questa faticosa salita arriviamo a Forcella Ciadin Deserto - 2.400m. Voltandoci indietro possiamo avere un’idea della distanza che abbiamo percorso da Forcella della Torre. Ancora pochi metri in falso piano su ghiaie e, aiutati anche da una corda e da alcune passerelle, giungiamo alla terza forcella della giornata, Forcella Sabbiosa - 2.440m. Da qui partiamo per una nuova discesa e successiva risalita su verdi, al termine della quale ci troviamo su Forcella Cristina - 2.390m. Il panorama ora si apre in maniera decisa e, di fronte a noi, possiamo ammirare in tutto il suo sviluppo la catena delle Marmarole con l’Antelao dietro e il Sorapiss di fianco. Ancora una brevissima discesa e risalita su ghiaia e arriviamo all’imbocco del Ciadin delle Pere. Continuiamo scendendo prima su ghiaie e poi su verdi fino a quando non vediamo, di fronte a noi in lontananza, il rifugio Città di Carpi. Il sentiero ora piega decisamente a destra e comincia a risalire sulla parte alta del Ciadin delle Pere lungo ghiaie e sfasciumi. Ci troviamo quindi ad un bivio. A sinistra la traccia marcata come AV4 porta direttamente al rifugio Città di Carpi, mentre noi seguiamo a destra il segnavia 116. Attenzione! Unico punto del percorso in cui il sentiero cambia numero passando da 112 a 116. Ma questo cambio di numerazione durerà poco infatti, dopo qualche decina di metri, un crocevia con diversi cartelli restituisce nuovamente al sentiero Durissini il numero 112. Seguiamo quindi le indicazioni per il segnavia 112 e la Forcella del Nevaio sulla nostra destra tralasciando a sinistra il segnavia 118 per l’evidente Forcella della Neve (fino a qui ca. 3.00h dal Fonda Savio). Dopo aver attraversato una piccola frana di ghiaia entriamo nell’insieme di rocce e sfasciumi che portano a Forcella del Nevaio. Da qui in avanti le difficoltà del percorso aumentano, pur rimanendo su livelli sempre abbastanza contenuti. Saliamo quindi faticosamente per ghiaie fino ad incontrare le prime rocce di un avancorpo franoso. Le iniziamo a salire con passaggi di primo grado non assicurati. Successivamente scendiamo una scaletta e ci ritroviamo di nuovo su sfasciumi e ghiaie che risaliamo faticosamente. Affrontiamo quindi alcune corde che terminano su una breve serie di scalette arancioni poste al centro della gola. In breve rimontiamo sulla parte sinistra del colatoio (prudenza per i sassi che possono cadere) e saliamo aiutati da corde che, in verità, in questo punto risultano un po’ malagevoli. Ritorniamo rapidamente sul lato destro. Saliamo una serie di tre scale abbastanza esposte, poi ancora alcune corde e qualche tratto di breve arrampicata e arriviamo sulla quinta forcella di giornata, Forcella Verzì - 2.550m. Da qui un sentiero su massi e ghiaie, ripido e un po’ esposto, ci porta piuttosto velocemente alla sesta e ultima forcella, Forcella del Nevaio - 2.620m, punto più alto di tutto l’itinerario. Dalla forcella il panorama è semplicemente grandioso. Ci troviamo infatti a ridosso della catena principale dei Cadini e, di fronte a noi, fanno sfoggio di sé le Tre Cime di Lavaredo, la Croda Rossa e il Cristallo. L’escursione non è ancora finita. Dalla forcella scendiamo per un canalino attrezzato e poi giriamo verso sinistra superando alcune rocce assicurate un po’ esposte (tratto un po’ delicato). Ancora una scaletta e infine passiamo in diagonale su un tratto franoso per attraversare il quale occorre una certa prudenza. Ancora alcune corde e una breve discesa e siamo arrivati al nevaio che ricopre il Ciadin del Nevaio. A seconda della stagione e dello spessore del manto nevoso, possono essere utili piccozza e ramponi. Scendiamo quindi il nevaio e, alla fine dello stesso, ci ritroviamo al tratto terminale del percorso. Ancora poche centinaia di metri su comode roccette e arriviamo al cospetto del rifugio F.lli Fonda Savio, da cui eravamo partiti (ca. 5.00h dalla partenza dallo stesso rifugio). Da qui, ripercorrendo il sentiero 115, torniamo comodamente al parcheggio. Oppure ci ricolleghiamo agli altri itinerari della zona.

CONSIDERAZIONI

Sentiero molto bello e non difficile che compie un meraviglioso giro ad anello in una parte non troppo frequentata del gruppo dei Cadini. Il percorso può essere affrontato sia in senso orario che antiorario mantenendo le stesse difficoltà. Può essere anche interrotto in almeno un paio di punti, ovvero in corrispondenza del segnavia dell’AV4 con direzione rifugio Città di Carpi o, poco oltre, in corrispondenza dell’innesto del sentiero 118 per Forcella della Neve. Allo stesso modo può anche essere effettuato il solo scavallamento di Forcella del Nevaio proseguendo poi per forcella della Neve e innesto sul sentiero Bonacossa. A seconda della stagione può essere utile munirsi di piccozza e ramponi per affrontare il manto nevoso presente, anche in pieno agosto, nel Ciadin del Nevaio. Malgrado le difficoltà certamente non elevate, l’intero percorso può risultare piuttosto faticoso visti i continui saliscendi che portano ad elevare considerevolmente il dislivello complessivo. Da notare che tutte e sei le forcelle che vengono attraversate dal sentiero Durissini sono marcate con targhe metalliche che ne indicano nome e altitudine. È necessario essere forniti di molta acqua già alla partenza visto che su tutto il sentiero non se ne trova, almeno fino al nevaio finale.