Via Ferrata al Corno del Bene Monte Guglielmo 2025
Breve ma intensa Via ferrata che risale il costone roccioso lungo la mole del Corno del Bene nel massiccio del Monte Guglielmo. Dopo alcuni anni dalla sua costruzione il tracciato è stato in parte spostato poco più a sinistra a causa di un importante franamento della parete nella zona del vecchio attacco ed ancora ben visibile. PERCORSO STRADALE Una volta raggiunto Marone-Bs, sulla sponda orientale del Lago d'Iseo, salire al sovrastante paese di Zone -685mt- in pochi chilometri di automobile. Si entra in paese in direzione Via Monte Guglielmo ed alcune indicazioni relative al "Bosco degli Gnomi". Procedendo lungo queste indicazioni si arriva rapidamente in una zona di parcheggio poco prima di un ponte con varia segnaletica escursionistica. Attenzione al parcheggio che richiede l'acquisto in paese del "gratta-sosta". AVVICINAMENTO Dal parcheggio si attraversa il ponte della zona picnic e ci si trova immediatamente ad un bivio dove a sinistra per strada in parte asfaltata si segue l'indicazione per la ferrata mentre a destra inizialmente per mulattiera si entra e attraversa completamente il "Bosco degli Gnomi" con numerosissime e caratteristiche sculture in legno. Entrambi i percorsi sono validi in quanto si ricongiungono poi al termine del bosco stesso. Dalla ricongiunzione dei 2 precedenti percorsi si prosegue su strada sterrata con possibilità di tagliare alcuni tornanti seguendo sempre l'indicazione "malga Palmarusso" fino ad un bivio dove si segue la sola indicazione per la ferrata. Successivamente un nuovo bivio porta a destra, attraverso il 225, all'attacco della Via. Qualora si prosegua in direzione della malga Palmarusso ignorando la deviazione per la ferrata nessun problema in quanto una volta giunti attraverso il 227 alla malga, con una veloce traccia nel prato si scende comunque rapidamente all'attacco della ferrata. PERCORSO ATTREZZATO Si parte con breve traverso a destra su roccia solida anche se in ambiente tendenzialmente umido poi rapidamente si svolta con sviluppo verticale, che caratterizzerà gran parte della Via. In questo lungo tratto verticale sono presenti parecchi "maniglioni" metallici ed anche discreti appigli rocciosi ma comunque la salita richiede una certa trazione sul cavo, si entra in un diedro e ci si porta su una cengetta erbosa panoramica e riposante. Si riparte con un passaggio verticale non banale che porta, dopo un breve traversino, ad un pulpito dal quale, nuovamente in verticale ed in leggero strapiombio, si "tira" discretamente sul cavo per raggiungere un terrazzino di sosta. Siamo costantemente in forte esposizione e quando possibile è consigliabile far riposare le braccia. Prossimo passaggio è rappresentato da un camino sempre opportunamente attrezzato uscendone con un traverso a destra che inizialmente richiede un certo sforzo in quanto un pò strapiombante poi invece su placca levigata ma ben servita da staffe conduce ad una nuova ripartenza in verticale che richiede però meno impegno fisico dei passaggi verticali fin qua incontrati al punto che nei suoi metri finali son presenti anche larghe cambre metalliche. Un nuovo terrazzino erboso permette nuovamente di rifiatare ed apprezzare la visuale non solo del lago d'Iseo, costante un pò di tutta la Via, ma anche del versante monte zona malga Palmarusso. A livello di verticalità ed esposizione ora le cose cambiano in quanto ci si ritrova a superare facili roccette molto piu appigliate ed appoggiate fino ad una vicina zona erbosa che comunque rimane opportunamente assicurata con cavo in quanto una scivolata su questo fondo insidioso, in particolare se umido, potrebbe essere fatale. Il cartello di fine Via ferrata è ormai raggiunto. DISCESA Tolto imbrago e kit di sicurezza si continua in direzione nord guadagnando la parte sommitale erbosa del Corno -1695- senza trovare la presenza di croce o simboli di vetta e seguendo una traccia si giunge rapidamente ad un bivio dove si innesta il sentiero CAI 227 che arriva dalla Palmarusso ed a questo punto potremo valutare se andare a destra verso il monte Guglielmo incontrando da prima il rifugio Almici (25') e successivamente la vetta con il monumento al Cristo Redentore -1957m- altri 15' oppure se ridiscendere immediatamente a valle ripercorrendo il sentiero di salita con possibilità comunque di fare sosta all'ottima malga Palmarusso. CONSIDERAZIONI La Via ferrata, nonostante la brevità in particolare rispetto all'avvicinamento, risulta ben attrezzata seguendo una linea di salita piuttosto logica e cercando, tramite varie deviazioni su brevi cengette e terrazzini, passaggi più arrampicabili dando così la possibilità di non utilizzare costantemente il cavo a 2 mani per la progressione, ciò nonostante nella prima metà si trovano passaggi che talvolta necessitano di "tirare" sul cavo. Particolarmente sostenuta l'esposizione. |