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Via Ferrata Madonnina del Coren

Corna Camoscera

2014

 

PERCORSO STRADALE

Si segue la statale della Val Brembana, poco prima di San Pellegrino Terme, all'altezza di Sedrina, si seguono le indicazioni per Brembilla. Superata di poco la chiesa di Brembilla, si imbocca, a destra, la ripida e tortuosa strada asfaltata che conduce in pochi km alla graziosa frazioncina di Cavaglia -837mt- dove è necessario parcheggiare l'auto a bordo strada viste le possibilità di parcheggio quasi inesistenti.

AVVICINAMENTO

Ci si incammina lungo la scaletta che sale dalla sede stradale verso una piccola e rustica piazzetta preceduta da caratteristiche case rurali con ballatoi in legno. Si scende nel bosco sul comodo sentiero n.596; si attraversa una valletta incontrando quasi subito un bivio presso il quale si procede a sinistra e si comincia a salire seguendo un sentiero sempre piuttosto evidente. Si attraversa un prato, dove appare la meta finale, seguendo sempre la sola traccia presente e si rientra nel bosco dove si incontra una prima indicazione di conferma. La salita si fà più ripida e rapidamente ci si allontana dalla frazione arrivando così dopo circa 30' dalla partenza ad un bivio presso il quale si devia a sinistra mentre dritto si proseguirebbe per la "normale" alla vetta. da qui, la salita, si fa piuttosto ripida ed in circa 10' si guadagna la base della parete rocciosa -solida roccia calcarea- dove si trova l'attacco della via - 1105mt.

LA FERRATA

Alcuni gradoni rocciosi portano, a destra, verso la base di un canalino particolarmente gradinato al culmine del quale, una levigata placchetta di 3mt la si supera con l'ausilio di alcune staffe metalliche. Si supera ora una rampa ripida e scivolosa aiutandosi anche con piante e radici affioranti dal terreno e ci si addentra in un secondo canalino, più breve del precedente, dal quale si fuoriesce risalendo la paretina di sinistra anch'essa attrezzata con staffa. Lunga traversata in diagonale verso destra senza passaggi impegnativi  ma con possibilità di trovare qualche appoggio umido, quindi scivoloso, e si raggiunge dopo qualche facile gradone misto terriccio una balconata panoramica presso la quale parte un interessante spallone roccioso più esposto e per questo anche più asciutto che concede così una progressione più divertente vista anche la gran quantità di appigli presenti. Si percorrono questi 20mt in gradevole arrampicata guadagnando l'apice dello spallone ovvero uno spuntone roccioso che si scavalca scendendo dal lato opposto ritrovandosi così presso un secondo pulpito dal quale inizia uno dei tratti più tecnici della via. Si risale questo tratto cercando di utilizzare i molteplici appigli naturali presenti e grazie anche alla roccia molto solida si arriva, senza rilevanti difficoltà, alla parte alta dove la parete è ancor più gradinata e lentamente si addentra nella boscaglia alternando alcune roccette attrezzate a tratti su fondo erboso. In pochi minuti una traccia di sentiero, in ripida salita, conduce all'imbocco di una grotta che per le sue caratteristiche si rivela una piacevole sorpresa. Ci si addentra nella cavità che gradualmente si restringe ed utilizzando appoggi naturali ed alcune provvidenziali staffe si risalgono i primi metri "tirando" un pò sulla catena e ci si infila in un ulteriore foro formato da un masso incastrato nel quale e possibile poi riposare nel caso si fosse reso necessario "tirare" un po' troppo per questo salto iniziale. Si riparte lungo traverso in leggera salita con buoni appoggi per i piedi ed anche l'ausilio di una staffa notando da subito un caratteristico effetto di luce azzurrognola proveniente dall'uscita che rende solitamente inutile l'utilizzo di una lampada artificiale. All'uscita, un piccolo pulpito è delimitato da 2 catene mentre per la continuazione della via si effettua un'inversione a destra all'interno di uno stretto canalino e vi si risalgono alcuni grossi massi grazie anche alla presenza di alcune staffe metalliche incontrando alcuni passaggi non difficili ma da non sottovalutare ed in particolare nella parte alta dove il canale assume più la fisionomia di un camino. Usciti da questo canalino/camino, dopo pochi passi, ci si trova di fronte alla paretina finale anche questa con alcuni passaggi leggermente più ostici della media del percorso e comunque aggirabile, alla sinistra, grazie ad un sentiero che porta comunque, in un paio di minuti, alla vicina vetta. Volendo invece risalire anche quest'ultimo tratto attrezzato è sicuramente consigliabile utilizzare le asperità naturali della roccia che permettono una progressione piacevole e sicuramente meno faticosa in particolare nei primi metri dove è maggiore la verticalità e l'esposizione che tuttavia diminuiscono rapidamente terminando in breve alla vicina croce di vetta - Corna Camoscera 1343mt.

DISCESA

Dalla vetta si prosegue in direzione opposta rispetto all'arrivo. Dopo alcuni facili salti rocciosi e tratti di erba scivolosa, si rientra nel bosco. Si affrontano un paio di tratti attrezzati un pò ripidi e generalmente umidi, si scende una prima scaletta e poi una seconda più breve, dove una segnaletica avvisa in caso di salita della presenza di tratti attrezzati, per poi proseguire la discesa nel pieno del bosco incontrando anche una piccola sorgente di acqua. Con ripidi tornanti si perde velocemente quota passando accanto alle alte e verticali pareti su cui sono tracciate numerose vie di roccia da parte del Gruppo "Le lucertole di Brembilla". Poi giù senza mai abbandonare la traccia fino al bivio iniziale (con cartello) vicino all'attacco. Da qui all'abitato di Cavaglia mediante il sentiero già percorso in salita.

Da notare che pochi minuti dopo la croce, alla nostra sinistra, si incrocia il sentiero che permette di salire alle vette del Castello Regina, Foldone ed oltre, fino al Monte Sornadello. Più in basso, all'incirca dopo la parte attrezzata della discesa si può anche proseguire fino al rifugio Lupi di Brembilla ed il Pizzo Cerro e da qui tornare a Cavaglia dopo un lungo anello nel bosco.

CONSIDERAZIONI

Generalmente da evitare in giornate successive a piogge insistenti in quanto si potrebbe trovare a tratti terreno fangoso nonchè la parte iniziale della discesa piuttosto scivolosa. La sezione iniziale della ferrata si sviluppa in un ambiente che difficilmente asciuga in breve tempo e la conformazione della parete favorisce numerosi ristagni nelle prese e negli appoggi risultando così a tratti scivolosa. La seconda sezione della Via, eccetto la grotta, a dispetto della maggiore verticalità ed esposizione permette invece un maggiore utilizzo della roccia visto che risulta mediamente molto più asciutta. Questa Via ferrata che viene classificata generalmente come "facile" risulta a nostro giudizio sicuramente non difficile ma nello stesso tempo neppure banale con alcuni passaggi che necessitano di "tirare" maggiormente sulla catena.