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Via Ferrata Cassiopea

Torrione Comici

segnalata da Enrico Tomasin

 

PERCORSO STRADALE 
Punto di partenza dell’escursione è Forni di Sopra,raggiungibile lungo la strada statale che da Tolmezzo e Villa Santina conduce verso il passo della Mauria.Dal borgo di Vico si oltrepassa il ponte sul Tagliamento,raggiungendo un comodo parcheggio in corrispondenza del campo di pattinaggio (860mt).

AVVICINAMENTO

Da qui in circa 2.00h si raggiunge il rifugio Flaiban Pacherini (1587mt),prima lungo una strada sterrata diretta a meridione che inoltrandosi nel bosco si restringe progressivamente a sentiero (segnavia CAI 362),nel bosco prima, lungo pietraie e ghiaie in seguito.Dal rifugio evidenti segnalazioni su una tabella indicano il percorso da seguire per raggiungere l’attacco della via:salendo pietraie sempre più erte ci si incammina verso il Passo del Mus (2063mt),facendo attenzione nel tratto terminale a non smuovere le rocce che ingombrano il fondo (1,30h).Dal passo in circa dieci minuti si raggiunge l’attacco della via,risalendo brevemente a meridione per detriti e mirando all’intaglio che separa il Torrione Comici,meta del percorso,dal vicino Torrione Pacherini.

LA FERRATA

L’attacco della via è segnalato sia su di un grosso masso nel canale sia da una tabella piuttosto evidente sulle rocce d’attacco,sul lato sinistro.Data la verticalità del percorso,la sua relativa brevità e l’assenza di possibili varianti di discesa non è da escludere la possibilità di lasciare zaini o materiale non necessario alla salita e ingombrante nei pressi dell’attacco (fidandosi, è ovvio,dell’onestà degli alpinisti!).La via ferrata dato il suo carattere ‘estremo’ è stata concepita con due differenti percorsi,uno per la salita e uno per la discesa, sempre opportunamente indicati,che si incrociano in due punti e si sovrappongono nel tratto sopra all’attacco;ciò permette di evitare scomodi e potenzialmente pericolosi incroci fra chi sale chi scende:è indispensabile dunque seguire con precisione le segnalazioni sulla roccia.Una prima cengia molto stretta (attenzione: l’ancoraggio di questo cavo risulta in questo tratto divelto:novembre 2005) porta ad uno spigolo che si risale per gradoni non difficili e paretine fino ad un primo bivio;inizia da qui il tratto più tosto della via:verso sinistra un passaggio verticale facilitato da due pioli porta ad alcune strettissime cengie  ed un traverso che tagliano nel vuoto,in piena esposizione,rientrando poi di nuovo verso destra:si è superato così il tratto di maggiore verticalità:ad un secondo bivio si segue la traccia di salita verso destra che per passaggi meno esposti lungo spigoli e paretine conducono alla stretta vetta del torrione (2260mt;dall’attacco 40 minuti circa).

DISCESA

Si scende ora prima sul lato meridionale del torrione,fino ad incontrare una cengia molto comoda che riconduce al secondo bivio incontrato in salita;da questo si scende per canalini verticali fino ad un secondo sistema di cenge che riconduce al primo bivio:da qui tramite i passaggi affrontati già in salita si ridiscende all’attacco.Per ritornare al parcheggio dal passo del Mus si può seguire un diverso percorso,più lungo ma molto remunerativo per la varietà degli ambienti visitati.Dal passo si segue il sentiero CAI 369,toccando dopo una panoramica traversata le forcella Fantulina Alta e la forcella d’Inferno si scende in Val di Brica,si supera la forcella Val di Brica e si raggiungono i ruderi di Casera Camporos (da qui è possibile raggiungere il rifugio Giaf e da qui Forni: percorso di interesse panoramico che allunga di circa 1.30h l’itinerario suggerito);una breve risalita (segnavia CAI 367) conduce dalla radura prospiciente alla Casera alla Forcella Lavinal di Pales e al passo Lavinal (1972mt).Un sentiero tracciato sui bordi di un franoso vallone scende così ad incontrare la strada, prima sterrata e poi asfaltata,diretta al rifugio Giaf;seguendola in circa 20 minuti di cammino si raggiungono Forni di Sopra e il parcheggio (3.30–4.00h circa dal Passo del Mus).

CONSIDERAZIONI

La via ferrata Cassiopea si può considerare un percorso ‘eccentrico’ da numerosi punti di vista:per la meta che raggiunge,per il percorso che segue e per le sue caratteristiche complessive.Essa consente infatti di salire un torrione dolomitico altrimenti riservato ai soli rocciatori lungo un percorso verticale ed esposto,non facilitato da altre attrezzature che il semplice cavo di autoassicurazione;pur essendo per certi versi criticabile nella sua concezione di base esso merita senza dubbio una visita sia per la bellezza del percorso che per il panorama che dall’angusta cima si apre in ogni direzione.Attenzione in caso di temporale ed affollamento.