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Via Ferrata di Camoglieres

Crocetta Soprana

segnalata da Andrea Nevache - 2010

 

PERCORSO STRADALE

Camoglieres è una piccola frazione in Val Maira che fa parte del comune di Macra-Cn. Per arrivare in questo paesino bisogna innanzitutto giungere a Dronero;per chi arriva dal Pinerolese si percorre la provinciale 589, attraversando gli abitati di Cavour,Saluzzo, Verzuolo e Busca da quest'ultimo imboccare la SP 24 raggiungendo cosi Dronero. Se si arriva da Torino oppure da Savona bisogna percorrere l'autostrada A6 fino all'uscita di Fossano,poi percorrere la E74/SS231 fino a Cuneo,prendere la SP 422 in direzione di Caraglio-Dronero. Giunti a Dronero si percorre la SP 24 in direzione S.Damiano Macra, una volta superata di pochi km la piccola frazione di Lottulo alla nostra destra troviamo un incrocio con le indicazioni Camoglieres-Via Ferrata,che ci conducono su una ripida e stretta stradina in asfalto che in un paio di Km ci porta nell'abitato di Camoglieres. Poco prima di entrare nel piccolo centro alla nostra sinistra troviamo un posteggio ed un pannello informativo della Ferrata.

AVVICINAMENTO

Questo itinerario,nato nel 2006,parte pochi metri sopra le case di a cima della Crocetta Soprana -1320mt-. Zaino in spalla usciti dal posteggio si percorre la strada che porta in mezzo alle case,la si segue fino alla fine dell'asfalto,in quel punto alla nostra destra scorgiamo un evidente sentiero (segnalato da cartelli e bollini di vernice gialla) che in 10 minuti ci porta all'attacco della via.

LA FERRATA

Questa via si sviluppa tra alte pareti di roccia e tratti di sentiero battuto e protetto dal cavo (ove necessario);è dotata di un ponte tibetano e di 3 vie di fuga.Il primo paretone è alto 60mt circa,è molto duro fin dai primi gradini,questo tratto sollecita molto le braccia e la schiena,si tratta di due ripidissime e verticali salite che strapiombano molto,divise da un breve ma non banale traverso. In questo settore i cambi dei moschettoni sono resi difficili dallo spanciare della roccia verso l'esterno. Giunti sulla sommità di questa prima parete troviamo la prima via di fuga, l'unica che scende alla sinistra dell'attacco e che non si immette subito nella via di ritorno,se questo primo tratto fisicamente crea problemi e forse meglio utilizzarla subito e non proseguire oltre. Da qui con un breve tratto di sentiero si giunge alla seconda parete meno strapiombante della precedente ma che tende a salire in leggera diagonale,anche qui tratti ripidi e traversi si ripetono in sequenza fino ad aggirare un singolare fungo roccioso,per poi ritornare in un tratto verticale e molto panoramico. Finita questa seconda parete si ritorna su un tratto di sentiero ben segnalato e non protetto che dopo una breve salita sotto il sole ci fa perdere un po' di quota in un fresco bosco, per condurci ad una terza parete nuovamente impegnativa. Prima di giungere alla parete usciti dal bosco il sentiero diviene meno evidente e scivoloso ma da qui il cavo ci consente di proseguire agevolmente. La parete è molto ripida ma nel primo tratto non strapiomba,in breve si raggiunge un traverso che man mano lo si affronta diviene più esposto. Passato il traverso si si torna in verticale e si giunge rapidamente su uno sperone di roccia molto caratteristico e suggestivo,dal quale disarrampicando si scende fino ad incontrare una via di fuga ed il ponte tibetano. Un ponte tibetano molto panoramico,vertiginoso, lungo e ballerino nella parte finale dotato di una campana appesa poco prima dell'uscita dal ponte che scandisce ogni nostro passo lungo i cavi. Superato il ponte torniamo per un breve tratto su un sentiero, precisamente su quello che sarà poi il sentiero di ritorno, lo percorriamo fino a giungere sotto l'ultima ripidissima parete di questo itinerario. Arrivati ai piedi di questa troviamo un cartello che indica la partenza della via o per chi volesse il sentiero che conduce alla cima senza dover affrontare quest'ultimo tratto. Questa parete è molto simile al tratto iniziale, parte ripida sin dai primi gradini, e da fondo alle ultime energie rimaste nelle braccia e nelle gambe, anche qui si alternano tratti molto ripidi e strapiombanti a traversi molto impegnativi;il tutto è reso ancora più duro dalla fatica accumulata lungo tutto il tracciato. Arrivati in cima alla parete entriamo in un tratto erboso, ripido e con molto pietrisco, dal quale è facile scaricare su chi sale alle nostre spalle, quindi consiglio di procedere con estrema prudenza da qui fino alla fine del cavo, dove poi si entra nel sentiero che in meno di 5 minuti ci porta alla Croce metallica posta in vetta alla Crocetta Soprana,dove c'è abbondante spazio per fare un boccone e per riposarsi dalle 3 ore di fatica e da dove ammirare il bellissimo panorama delle nostre Alpi.

DISCESA

Dalla Croce metallica parte un facile sentiero segnalato abbondantemente da bollini di vernice gialla che in 30/40 minuti di marcia ci riporta alle nostre auto.

CONSIDERAZIONI

Oltre al casco ed il kit da ferrata consiglio un rinvio che può rivelarsi molto utile lungo tutta la via ma soprattutto nella prima e nell'ultima parete dove i cambi dei moschettoni sono particolarmente impegnativi. Il cavo non è protetto da una guaina e nell'ultima parte molti gradini hanno poco spazio per le mani quindi anche i guanti possono essere importanti. Questa via può essere affrontata in primavera e autunno, personalmente sconsiglio i mesi più caldi che, data anche la forte esposizione al sole sia della ferrata che della via di ritorno, potrebbero rendere questo itinerario ancora più severo. Ricordarsi una buona scorta di acqua nello zaino, mentre nella Locanda del Silenzio (posta nei pressi del posteggio) è possibile mangiare,dormire ed affittare il kit da ferrata.