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Via Ferrata alla Rocca di Badolo 

Contrafforte Pliocenico

segnalata da Elia Lazzari - 2016

 

Le arenarie del Contrafforte Pliocenico rappresentano da anni il terreno di allenamento dei rocciatori bolognesi. A Badolo-Bo, come in altre palestre della zona, la roccia non presentava solitamente strutture naturali adatte all’arrampicata libera,e pertanto molte vie furono aperte prevalentemente in artificiale fino a quando non si cominciò a scavare nell’arenaria tacche ed appigli che hanno consentito in seguito una sia pur molto particolare arrampicata libera, talvolta anche su difficoltà estreme. La ferrata del pliocenico fu allestita inizialmente nel 1976 per facilitare l'accesso alle soste delle vie di arrampicata piùbasse o per raggiungere le partenze delle vie medie ed alte, fino a poco tempo fa la ferrata era più breve, dalla partenza terminava nel "terrazzone" denominato "Badolo Alto". Nel 2015 la via è stata messa a nuovo dal CAI che oltre a rinnovare il cavo d'acciaio rendendolo più teso e stabile, ha anche "completato" la ferrata aggiungendo un ultimo tratto che conduce fino alla cima.

PERCORSO STRADALE

Dall’uscita di Sasso Marconi dell’autostrada A1 si gira subito a sinistra lungo la SS 325, che si abbandona dopo circa 3km seguendo le indicazioni per Badolo sulla sinistra; si sale lungo la strada provinciale per 4-5 km fino al terz’ultimo tornante prima della chiesa di Badolo, dove si lascia la macchina (parcheggio sul bordo della strada).

AVVICINAMENTO

Si punta verso la parete seguendo evidenti tracce di passaggio, prima costeggiando un campo coltivato e poi attraverso il bosco; raggiunta la parete, la si costeggia verso destra fino ad un caratteristico avancorpo triangolare, all’inizio del quale è subito ben visibile il cavo metallico (10' dalla macchina).

LA FERRATA

1a parte - La ferrata del Pliocenico incomincia di fianco a un diedro con una scala a pioli verticale che fa subito guadagnare una decina di metri di dislivello. Scala a pioli metallica usata più volte nella ferrata. Superata la scala si incontra una strapiombante "pancia" di roccia da scavalcare facendo uso delle prese scavate o in caso di insicurezza/roccia bagnata facendo uso del cavo stesso. Superati questi primi ostacoli il cavo si interrompe e ci si ritrova nella cengia di Badolo (un terrazzo a 25 metri di dislivello dalla partenza con qualche albero che sulla sinistra conduce alle soste delle vie basse di arrampicata). La cengia di Badolo consente di raggiungere le soste delle vie più in basso e di iniziare le vie "medie" ma se percorsa orizzontalmente termina nel bosco che accompagna il retro della montagna.

2a parte - La ferrata del pliocenico continua subito dopo la fine del cavo del primo tratto (senza quindi necessità di passare per la cengia) ed anche in questo caso un cartello rosso con scritto "Percorso alpinistico impegnativo" mette in allerta gli alpinisti che decidono di percorrerlo. Il secondo cavo incomincia anch'esso in verticale, esattamente a cavallo di un crepaccio che sale lungo la parete che una volta superato conduce ad una serie di staffe ben fissate nella roccia che successivamente, passando in mezzo ad un alberino, conduce alla seconda scala (questa volta più corta ma anche più strapiombante). Terminata la scala, anche se il cavo è ancora presente, il percorso diventa molto più tranquillo, quasi una gradinata e dopo qualche metro finisce anche il secondo tratto. Al termine del secondo tratto ci ritroviamo in un terrazzo ancora più largo, dove partono le vie classificate come "Badolo alto" e dove una volta terminava la ferrata (infatti andando a destra si giunge al Santuario che con una semplice passeggiata ci riconduce poi alla strada statale). Percorrendo la cengia di Badolo si incontra un traverso molto stretto ma comunque attrezzato.

3a parte - Come descritto sopra, dal 2015 la ferrata prosegue lungo la roccia, portando fino in cima alla rocca di Badolo. La terza ed ultima parte consiste in un piccolo muro alto 6 metri che volendo si può aggirare a piedi seguendo il sentiero limitrofo. Scavalcato questo muro il cavo si interrompe per farci percorrere qualche metro nel bosco quasi sempre all'ombra fino all'attacco del tratto attrezzato finale che probabilmente è il più impegnativo e tecnico dell'intera via ferrata. Ultimo tratto di scalata per la ferrata del pliocenico. Quest'ultimo tratto di scalata è complesso per via della scarsità di prese scavate nella roccia; infatti è consigliato per questo tratto fare uso delle fessure presenti nei diedri delle rocce ed in caso di difficoltà il cavo d'acciaio. Il tratto finale si conclude tranquillamente con un'ultima scala a pioli (questa volta molto meno verticale) che accompagna lo scalatore sopra un manto erboso fino alla cima. Ultima scala metallica subito prima della cima. Terminata la ferrata, in caso di bel tempo si nota subito un bel panorama a 360° con vista sui colli bolognesi a nord e sull'appennino tosco emiliano a sud-ovest (in caso di assenza di foschia si può ammirare il complesso del Corno alle scale e del Monte Cimone. Per chi avesse piacere di lasciare un pensierino o anche solo una firma, il CAI ha messo a disposizione una cassetta metallica contenente un quadernino e due penne. La tipica cassetta contenente il registro delle escursioni

DISCESA

Ci sono diversi metodi per tornare alla macchina, ma il più comodo si trova seguendo il sentiero che dalla cima scende in mezzo al bosco, passando per le altre paretine e per la chiesetta posta sotto la cima. Superato il Santuario il sentiero diventa una mulattiera che ben presto si "incastra" nell'arenaria per poi sbucare nella strada statale.

CONSIDERAZIONI

Sebbene l'arenaria sia una roccia particolarmente odiata dai climbers e dagli alpinisti, la ferrata è molto bella e ben tenuta; un ottimo allenamento per chi abita vicino a Bologna e vuole tenersi in forma per le escursioni estive. Una particolarità è il fatto che sia un ibrido tra arrampicata e via ferrata. La ferrata si percorre con un tempo medio di 30 minuti dalla partenza ma con un passo allenato i tempi si accorciano sensibilmente. Trattandosi comunque di una Via attrezzata impegnativa, non è da sottovalutare la sicurezza che come riportato nei cartelli è un obbligo per chiunque voglia percorrerlo. L'attrezzatura necessaria è quella di tutte le vie ferrate: imbragatura, cordino (Longe) scarpe adatte e casco. Nonostante la breve durata del percorso, la ferrata del Pliocenico è da considerarsi come percorso impegnativo e quindi una ferrata che richiede agilità ed esperienza ma che per via della sua breve durata è un ottimo modo per allenarsi a tale attività. L'accesso alla parete ha avuto storie molto alterne negli anni, a causa delle diatribe tra i climbers che frequentano la palestra ed i proprietari dei terreni interessati, con conseguente installazione di recinzioni e limitazioni varie di passaggio.