da alverspir » 15/09/2016, 16:08
Negli anni 70/80 girava una pubblicazione (in verità giravano le fotocopie delle fotocopie delle fotocopie...) di una certa H. Frass che relazionava le ferrate delle dolomiti, quelle classiche che a quei tempi costituivano un ristretto numero di percorsi attrezzati. Le classiche più datate (Mesules, Alleghesi, Tomaselli, Tissi,...) come altre più recenti (Schiara, Stella Alpina, Tofane, Bolver-Lugli...). Tutte meritevoli di almeno una visita anche per chi le ferrate non le apprezzava in maniera particolare.
Percorsi spesso ricavati da antichi percorsi di guerra o ex vie alpinistiche come pure nuovi tracciati. Erano, a mio parere, tutti tracciati interessanti che forse ai più... puristi potevano far storcere il naso, ma offrivano un qualcosa di nuovo, di diverso, un approccio a certe montagne ricche di fascino.
Poi è arrivato il new deal, ma questo è un argomento che non interessa in questo contesto.
La ferrata Stella Alpina è appunto uno di quei percorsi attrezzati che riservava ai percorritori una certa curiosità e direi quasi sempre una certa soddisfazione.
Per Onurb in particolare ma cmq per chiunque non la conoscesse qualche info. Premetto che io mi sto discontando nel tempo dalle ferrate ma alcune le ho percorse più volte, per vari motivi. Una di questa è appunto la Stella Alpina che ho percorso 3 volte.
A suo tempo la seggiovia ti portava allo Scarpa facendo risparmiare un buon tratto. Ora la seggiovia è praticamente dismessa e bisogna tener conto della salita.
Fra il salire e scendere per il canalone della normale oppure fare la ferrata in salita, cento volte la seconda ipotesi.
Quindi, consiglio vivamente di pernottare allo Scarpa per vari motivi:
- ti risparmi quella fastidiosa salita
- pernotti e mangi (bene) in un rifugio ed un posto splendido
- il gestore Aron (che a differenza di Onurb non ha fatto testa-coda col proprio nome, ma è proprio il suo) è una splendida persona dalla infinità cordialità sempre pronto a darti ogni info e consiglio, ti fa sentire a casa insomma
- oltre a mangiare bene al rifugio si ascolta sempre musica di qualità perfettamente in connubio con la montagna (e poi musica e mntagna è un'alchimia bestiale!)
Ferrata - tecnica ma non scimmiesca, esposta ma ben tracciata, buoni appoggi e varia, dove ci si diverte.
Traverso al bivacco - traditore: il bivacco lo vedi quasi subito dalla fine ferrata, ti sembra vicino ma non arriva mai. Un primo tratto anche su placche rocciose dove devi rizzare le orecchie perchè scivolare non è salutare, però si fa, con calma. Il secondo tratto più facile ma costellato di saliscendi che ti fanno imprecare. p.s. portare acqua perchè ne consumi e non ne trovi sul percorso.
Salita alla cima Agner - niente di troppo impegnativo, fatica a parte. Qualche tratto con funi, una spaccatura facile da superare ma soprattutto da ricordare dove sta in discesa quando la vedi all'ultimo momento. Lo spettacolo dalla cima vale tutta la fatica.
Discesa sulla normale - E' questa la nota dolente del giro. Spaccagambe ed infida nella parte alta su ghiaie e sassi. La parte centrale poco più agibile e una calata su funi sopra un salto. E quindi viene la rogna: il nevaio terminale ha spesso rappresentato un modo di farsi male (anche seriamente) per parecchie persone. Il nevaio può essere più o meno esteso a seconda delle condizioni ma solitamente piuttosto duretto. In origine si scendeva sul nevaio ben sopra costringendo a percorrerlo in discesa per un buon tratto, tratto dove parecchi hanno lasciato la salute più o meno seriamente. Ora sulle rocce del lato sinistro è stato prolungato un traverso attrezzato che consente di calare sulla parte bassa della neve per traversarlo sotto, quasi al suo limitare. E' pur vero che bastano pochi metri di neve dura e compatta per scivolare e farsi male, ma direi che avendolo percorso in epoche diverse, oggi sia un pò più accessibile (non meno delicato comunque).
Un giro impegnativo in ogni caso, sia per la fatica che per la natura del terreno.Sulla situazione di un dato momento cosa essenziale quindi chiedere info allo Scarpa. Ma, come già detto da altri, meritevole. Almeno una volta nella versione del giro ad anello. Vale la pena? Si.
StellaAlpina è bella, ma non ci vivrei.