Chi? cosa?
Te lo spiego io.
Hai presente quando fai la statale da Cortina a Belluno che passi per Valle, quel paesino dove guardi a destra e vedi la chiesa a picco sul Boite?
Hai presente che sullo sfondo vedi una mole, severa, che ti guarda?
Bene, quello è il Duranno, dall' altro lato del Piave, al confine tra Veneto e Friuli - Venezia Giulia. E vado a passargli in parte, lungo la sua Spalla.
Nonostante il meteo non preveda una giornata eccezionale, ma anzi chiami pure pioggia leggera per metà pomeriggio, parto di buon'ora da casa in direzione Erto, uno dei paesi segnati dalla tragedia del Vajont: si trova infatti di fronte al monte Toc da cui si è staccata la mega frana. Giunto in paese risalgo la strada della Val Zemola e vado a parcheggiare a Stei de Conte, da dove prendo il sentiero 374 in direzione Rifugio Maniago

inizialmente il sentiero segue la strada, alternandosi tra bosco e pascolo

dietro a chiudere l' orizzonte c'è il Col Nudo

in breve il sentiero si stacca dalla strada addentrandosi nel bosco e scendendo verso il torrente

in un breve tratto di pascolo saluto le immancabili padrone di casa

Arrivo sul greto del torrente Zemola e il Duranno è la che mi guarda


il sentiero guada il torrente, lo risale per un po' per poi riguadarlo


per salire a infilarsi nuovamente nel bosco

continua su dritto fino ad innestarsi sul sentiero 381 da Casera Bedin

Da qua proseguo ancora piacevolmente in un' alternanza di bosco e mughi


e arrivo in breve al grazioso Rifugio Maniago, dove riposo qualche minuto e faccio scorta viveri

Riparto adesso lungo il sentiero 382, in direzione Forcella della Spalla

al piacevole bosco dell' inizio si sostituiscono il magro pascolo e la mugheta


Le speranze di vedere il Sole ormai sono andate a farsi benedire...

Avvicinandosi alla testata della Val de Lausen l' ambiente cambia ancora: dalla mugheta infatti si passa alle brulle ghiaie

ed arrivano anche le chiazze di neve, vero leit-motiv di questa estate bislacca



bisogna attraversarle per poi andare a risalire quella specie di canalino sotto la parete

più che canalino è una specie di cengia inclinata scivolosissima



arrivo in vista della forcella, e il Duranno pensa bene di sparire


mi accorgo di non essere solo, due femmine di stambecco si stanno godendo il relax

la più anziana si gira a guardarmi, e curiosissimo spunta anche il piccolino!!!!


Arrivo finalmente a Forcella della Spalla, dove anche qua l' inverno ha fatto danni alla segnaletica

il panorama, offuscato dalle nuvole, non è comunque male

giù per la Val Bosconero, dove sorge il Bivacco Baroni

verso l' Antelao

Cima Laste e Cima dei Preti

Monte Zuco, Pieve di Cadore e Monte Tranego, alle spalle Antelao e Marmarole restano avvolti

In uno splendore del genere decido di fermarmi a mangiare: nel momento in cui mi siedo la femmina più anziana inizia a venire verso di me


mi guarda e chiama gli altri

che prontamente si affacciano a vedere cosa sto facendo

non contenta, lei si avvicina ancora!!

poi scende un po' nell' altro versante e, da bravo stambecco, si piazza su una roccia

per poi cedere il posto al piccolino, che amore che è




Arrivano anche le altre 2

Piccolo, guarda e impara, se qualcuno ti fa girare le @@ si fa cosí

capito?
si mamma
e tu, la finisci di rompere?
sissignora

Una volta chiarito chi comanda, se ne vanno trotterellando giù per la valle

nel frattempo l' Antelao si concede brevemente alla vista

Mi rimetto in movimento anch'io, adesso si fa sul serio, inizia il Sentiero Alpinistico Zandonella, una grandiosa cavalcata di cresta che mi porterà in un mondo magico

Do uno sguardo giù per la valle

e uno indietro verso la forcella

si comincia con un comodo saliscendi che segue la cresta della Spalla del Duranno

sembra di andare verso l' ignoto


mmm stuzzicante, spero si vada di qua


pare proprio di si

neve, anche di qua

sono sotto il Sass de le Diese e il sentiero inizia a farsi "peloso": inizia infatti a presentare passaggi molto esposti e slavati dalle slavine e dall' acqua: proverbiale passo fermo e sicuro o si va di sotto



poi si fa più rilassante su un pendio tenuto ancora su dall' erba (per quanto ancora?


passo queste conformazioni affascinanti

stando sempre attento a dove metto i piedi, è di nuovo tutto franato




sono alle Portelline, e il sentiero fa una deviazione in giù, lungo il Van de Ru de Tia

che coreografie




poi risalgo dall' altro lato, dopo aver aggirato lo sperone roccioso


e arrivo al primo - breve - tratto attrezzato


passato il quale il sentiero si fa brevemente... aereo

torno sul "misto prato" e torno a godermi il panorama



per poi arrivare a questo camino attrezzato


che porta a questo canalone, sotto la Cima di Rodisegre

per poi risalire

curioso questo antro dove inizia anche un altro tratto attrezzato



adesso seguo la cengia, e sbuco ad un intaglio a dir poco... fosco



ultimo tratto attrezzato, e sbuco su una cengia che si perde nella nebbia



arrivo cosí a Forcella Pagnac de entro, dove sostanzialmente finisce la parte alpinistica e inizia il sentiero di discesa...
...err sentiero? quale sentiero? chi l' ha visto?



diciamo che l' ente Parco delle Dolomiti Friulane non brilla certo per la manutenzione dei sentieri, visto che negli ultimi anni è stata una ecatombe di sentieri dichiarati inagibili, tra cui un tratto dell' Alta Via delle Dolomiti n.6
e anche qua non si smentiscono, a detta dei locals saranno 20 anni che nessuno passa a ripulire il sentiero dai mughi

A complicare le cose, si mette pure a piovigginare... non è tanto l' acqua che scende il problema, la pioggia era cosií leggera da non degnarla neanche di un k-way, il problema è l' acqua che si ferma su sti caxxo di mughi che quando gli passi in mezzo, o sotto, ti entra anche nelle mutande!!!!!


Un tratto di prato mi fa respirare

prima di imboccare il canalino finale, che, gioia sua, dove presenta salti di roccia di qualche metro ha i "tornantini" di aggiramento ovviamente invasi dai bastardi, costringendo a volte a manovre... spericolate...

si limitasse cosí andrebbe pure bene, invece no!

preso il sentiero che si stacca sulla destra, la traccia - pur sempre riconoscibile - tra mughi, erba alta e alberi venuti più o meno giù te ne fa tirare tante da doverti andare a confessare... e quando sbuchi sul sentiero per Casera Bedin sei finito

chicca delle chicche, le mappe indicano che il sentiero Zandonella sbuca sul sentiero CAI 397 che sale da Ospitale e arriva a Casera Bedin, per poi incontrare il 381 che collega il Rifugio Maniago con la casera... non avendo trovato bivi di sorta prendo a sinistra a colpo sicuro, si peccato che sia finito direttamente sull' altro sentiero e a un certo punto mi trovo sta tabella qua

sono praticamente sotto il Rifugio Maniago

mando tra me e me a quel paese l' ente parco per la splendida manutenzione ai sentieri e scendo per la strada sterrata delle casere... quando arrivo praticamente al parcheggio il Duranno finalmente si degna

Sono stanco morto, la lotta coi mughi mi ha fatto perdere tanto tempo ed energie, ma il giro è stato qualcosa di grandioso