Mustang 2010 (Nepal)

Percorsi non attrezzati con difficoltà tecniche contenute.

Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Sergio da Gemona » 09/02/2018, 14:47

E’ un riflesso condizionato che segue lo schema Stimolo Risposta Rinforzo.

E’ da un paio di giorni che mi ronza in testa una frase di Nietzsche, non riesco a fare nulla se non a ripeterla in continuazione. Devo liberarmene.

“Voi guardate in alto quando volete elevarvi, io guardo in basso perché sono elevato. Chi di voi può nello stesso tempo ridere ed essere elevato?”

Ma… il cuoco e il cameriere, vi avevano sorpassati che non li vedo?
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda fedipos » 09/02/2018, 16:53

Guarda che Loro ( maiuscolo voluto) , partono un'ora dopo di noi e arrivano due ore prima. Quando sono con noi è perchè facciamo talmente pena che si fermano per chiederci se vogliamo dargli anche i nostri miseri zainetti. Poi quando arrivi sotto a un passo di cinquemila metri Loro fanno la gara su chi arriva prima, e tu cerchi una lametta per tagliarti le vene, data la mancanza di alberi per una impiccagione-suicidio assistito.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Sergio da Gemona » 09/02/2018, 18:43

Questa mattina sono andato dal Pescivendolo (maiuscolo voluto).

- Scusi… mi scusi! Sono qua… dietro la renna impagliata.
- Prego…
- Vorrei un branzino denocciolato.
- Ecco a lei… serve altro?
- Va bene così, grazie.
- Scusi… poi me ne vado. Permette una domanda? La slitta è in vendita?
- No! Ma ho in offerta un arco, vuole anche quello?
- Arco riflesso?
- Sì!
- Ha mica anche le frecce?
- Certamente.
- Va bene, mi ha convinto, lo prendo. Visto che c’è, mi dia anche mezzo chilo di sabbia macinata fina. Grazie. Buona giornata.
Arco… mmm… arco… mmm… bios! ecco cosa! Dell’arco invero il nome è vita l’opera è morte… è la forza dello sforzo che mantiene tutto in equilibrio! Già deve essere proprio così.

L’arco è la chiave di tutto caro Fedipos. Se tu scagliassi la freccia contro i tuoi nemici moriresti subito… all’istante… kaputt!

Chiaro!

???

Ma torniamo a noi.
Perdona il mio pensiero ingenuo, certo, non sono un uomo di montagna ,tantomeno di mondo ma far portare i sassi ad un altro, credo, mi renderebbe un po’ meno penitente.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda FaFo » 09/02/2018, 20:59

Che strana coincidenza!
Anch'io ieri sono andato dalla mia pescivendola di fiducia.
E ho scoperto, ahinoi, che non vende più il pane come ha fatto per tanti anni; ora vende solo verdura e frUtta (la Y maiuscola non è voluta).
Le ho fatto notare che i suoi panini all' olio di ricino erano i migliori che io mai avessi digerito.
"Sai com' è, caro FuFfa; con la nuova legge sui sacchetti riciclabili ho fiutato l' affare!
Ora regalo la frutta e vendo solo i sacchetti che la contengono!"
"E la verdura?"
"La verdura? Ma non lo sai che la verdura fa male? Non la compra più nessuno!"
Come vedete, cari Sergio e fedipos, non sempre serve l' arco per soddisfare i propri desideri e raggiungere Nietzsche ai piani alti.
La forza dello sforzo questa si è più difficile da gestire......... le sgommate sono dietro l' angolo.
E come una bilancia a piatti, mi elevo con una risata e mi abbasso inquinando un topic...........
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Sergio da Gemona » 10/02/2018, 12:20

Non possiamo buttarla in caciara ogni volta!

Un pizzico di invidia ce l’ho.

Antipasto, primo, secondo, dolce, caffè, ammazzacaffè, in questi ultimi mesi mi hanno fatto assomigliare più ad un buco nero che ad altro.

Non avrò il tempo di visitare il Nepal ma nulla è perso. Se parto dal presupposto che la massa è uguale a energia, al ritmo di un panettone al giorno fino ad esaurimento dell scorte di magazzino, presto sarò in grado di curvare lo spazio. E’ uno degli effetti della relatività, dunque confido che presto, uscendo di casa non vedrò più il Chiampon ma il Mustang.

“Se Maometto non va alla montagna , la montagna va da Maometto: é tutta questione di massa”. Così recita un detto popolare.

Già, la saggezza popolare aveva ampiamente anticipato la possibilità che la massa incurvasse lo spazio tempo.

Poi mi sono immaginato mentre risalgo un sentiero, con un tizio alle mie spalle che porta il mio fardello e sorride ogni volta che mi giro.

Ecco, “mi fa strano”. E’ un po’ come se andassi com mia moglie in un locale per scambisti e non la scambiassi con nessuna, “mi farebbe strano”, e anche a lei. Non so se mi sono spiegato.

Poi ho pensato alla morte di Fedipos RIP. “Dell’arco invero il nome è vita l’opera è morte”, questo e poco altro rimane di uno che in fatto di spiegazioni era peggio di me. Arco e vita si pronunciano entrambi bios, l’ambivalenza simbolica si contrappone all’equivalente, è un tema ricorrente. Il Sherpa sa bene che nel mondo non c’è nulla di armonioso, ma è tutto un gigantesco campo di battaglia dove si scontrano forze più o meno equivalenti e contrapposte, guai se prevalesse l’una o l’altra.

Io ho nostalgia di Fedipos, ha sfanculato tutto e tutti e quando non gli è rimasto più nessuno da sfanculare è morto, RIP.

A proposito di ambivalenza. Nello zaino, di solito, ci metto la mia coscienza, un paio di birre e qualche panino con il salame. Questo fardello posso portarlo solo io, è impensabile che se ne faccia carico qualcun altro.
Più mi elevo e minore sarà il fardello che porto, di solito è perché mi fermo a mangiare. Dunque non mi elevo rispetto a qualcuno ma a qualcosa.

A questo punto si pone una questione assai delicata: quanti panini porto? Dipende tutto dal peso della coscienza, perché, detta alla Dokkodo, l’intensità della percezione dello stimolo è funzione logaritmica della sua intensità fisica e cioè dp = kdS/S. Questa equazione differenziale dice semplicemente che più pesa la nostra coscienza più panini possiamo mettere nello zaino prima di accorgerci che pesa di più.

Ne consegue che stabilire quanti panini portare è il classico caso in cui bisogna agire secondo coscienza.

Detto questo, arriverà il momento in cui giungerò nel punto più alto, dove la cima si confonde con l’abisso e da lì potrò guardare il fondo di ogni cosa, allora guarderò giù, verso me stesso.

Ecco mi aspettavo qualcosa del genere, soprattutto dal Sherpa, ma se volete tenere tutto per voi non vi biasimo.

Se siete giunti fino qua, non interrogatevi solo su quale disturbo mi affligga.

Bene, vado a prepararmi, oggi è sabato.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Giusna » 10/02/2018, 16:39

Nichilismo, eterno ritorno ed ermeneutica. I capisaldi del pensiero nicciano ci sono tutti. Aridi come il deserto che cresce in colui che li fa propri invece di...
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda FaFo » 10/02/2018, 17:34

Tutto chiaro, molto oscuro.
Solo una cosa mi disturba (per miei evidenti limiti di comprensione): perché considerare nome e azione dell' arco come due cose distinte?
Vita e morte.
Solo chi vive può morire, muore solo chi ha vissuto.
"Hai paura della morte, FofFo?" mi chiese un dì il professore di religione.
All' epoca, stupidamente, mi azzardai a dire no.
Ora invece sarei disposto a rivedere la mia posizione consapevole che rispondere no potrebbe portare all' equivalenza 'non ho paura di vivere'.

Bei tempi quelli delle equazioni differenziali, alle elementari la maestra mi dava sempre un bel voto.
Poi ho deciso di alzare l' asticella della difficoltà e sono passato alle divisioni tra numeri interi.
Io già da lustri ho deciso: scaglio le frecce della vita verso i nemici; mi salvo sempre grazie alla mia mira imprecisa.

Faccio outing: provo invidia.
Invidio chi può permettersi di interrogarsi su quanti panini al salame portare.
Io sono ancora fermo alla scelta se portarli o meno quei panini. E ancora non ho scelto il companatico.

Visto che la questione è ben seria propongo un ritrovo forumistico nella stanza dei pitali: potremmo metterci in cerchio, ognuno seduto sul pitale che più gli piace.
Già lo vedo lo Sherpa: seduto sul pitale a forma di Stefano. E il dokkodo? Sceglierà invero vivaddio il pitale a forma di Mauro.
Io voglio il pitale bianco in porcellana nera.
Spero che le adesioni siano numerose, solo una cosa esigo per il buon esito del ritrovo: porte e finestre chiuse a evitare che le idee partorite possano sfuggire nell' aere.
E data la delicatezza della questione invito tutti i partecipanti a dotarsi della miglior 4 veli.
E te Sergio, che ti chiedi se permettere ad estranei di usare i tuoi amati pitali, cosa guadagni?
Se il sorriso dei forumisti soddisfatti non ti basta, pensa alla gioia di ritrovarsi caldi e pieni pitali da poter ancor più orgogliosamente esibire.

Per finire, mi sia concesso........
{@=a, §=b, s=7
è il sistema di equazioni che mette in relazione il disturbo di @ con il buonumore di 7.
Buona attività sabbatica, caro Sergio.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Sergio da Gemona » 10/02/2018, 18:53

Giusna, che bel nom de plume!

Scusa FaFo ma c’è un ospite.

Do seguito sperando che un lampo di luce mi illumini la strada.

Ricordo il gelataio con il suo carretto colorato trainato da una quadriglia di Santi.
Io non avevo mai i soldi per il gelato e per questo lui tirava sempre dritto.
Un giorno non mi vide e mi investì. Allora, si dovette fermare.

Tra nichilismo, vitalismo, ermeneutica, io preferisco Marmeladov meglio se di prugne, perché con Rodia sappiamo come è andata a finire. Non che con Fausto (non il Fudos) sia andata meglio ma si sa “Erra l’uomo finché cerca”.

Mi piacerebbe trattenermi, ma chi mi conosce sa che queste sono ore febbrili.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda SHERPA61 » 10/02/2018, 22:36

meravigliosi.
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Re: Mustang 2010 (Nepal)

Messaggioda Sergio da Gemona » 11/02/2018, 11:57

FaFo, credo che ti stia divertendo un po’ troppo.
Devo forse ricordarti quando andrai in pensione?

Vedi, Giusna, quand’ero bambino pensavo che desiderare un gelato e non poterselo permettere fosse ciò che di peggio potesse accadermi, ma mi sbagliavo.

Presto il Fedipos si reincarnerà in Samantha, con la h, e si vendicherà usando l’antica arte della seduzione. Brrrr che brutta immagine.
E’ forse peggio questo? No!

Che sia carne da redimere, forza lavoro da sfruttare o inconscio da liberare, della propria condizione non desideriamo liberarci.

Dal Superuomo a nessunuomo, alienato tra le tette della grande meretrice succhio un po’ a destra e un po’ a sinistra, assuefatto e barcollante esco dalla bettola con le lacrime agli occhi, le tasche vuote e la vista offuscata.

Un lacchè fa schioccare la frusta, i cavalli s’imbizzarriscono e uno zoccolo mi colpisce in pieno petto, cado a terra sfigurato dal dolore.

Continua a piovere e nell’acqua fangosa che tutto riceve si specchiano le stelle e la luna e le cornici sembrano disegnate dai bambini mentre dalla finestra della bettola la luce di una lampada senza più olio si sta spegnendo.

Ha! Ha! Ha! Non posso morire due volte! Ha! Ha! Ha!

Che tristezza.

Così si sente un uomo quando il sabato sera sua moglie ha il mal di testa.

Questo, è ciò che di peggio possa accadere.
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