Telefono in rifugio, c'è posto, bene, preparo lo zaino, pranzo, pennichella e poi via verso la spiaggetta di Pieve sul Lago di Centro Cadore.
Che c'entrano una spiaggia e un lago con una ravanata vi chiederete voi...
C'entrano c'entrano! Dalla spiaggia infatti parte la strada per La Faghera, dove mi faccio mollare per iniziare la mia avventura

imbocco il sentiero 350, in direzione Rifugio Tita Barba, che inizia subito a salire ripido nel bosco lungo una mulattiera percorsa anche da quad e moto da cross

in breve arrivo al bivio di Col de la Burèla, dove da qualche anno il sentiero CAI si stacca dalla mulattiera

una volta infatti (e lo si trova sulle mappe Tabacco fino alla penultima edizione) il sentiero seguiva pari pari la mulattiera fino al casone di Tamarí, recentemente è stato ritracciato su diverso percorso recuperando vecchie tracce da boscaioli (il nuovo tracciato di questo e di altri sentieri in zona recentemente modificati si trova nell' ultima edizione delle Tabacco del 2013)

il sentiero inizialmente taglia in costa, concedendo visuali su Pieve e sul Lago di Centro Cadore


si richiude poi nel bosco

ma quando torna all' aperto mi ritrovo gli Spalti di Toro sparati in faccia

con viste verso Forcella Scodavacca e Forcella Monfalcon di Forni con Cridola, Crodon di Giaf, e Monfalconi


Dopo un breve tratto tra bosco e mughi, arrivo sul meraviglioso altopiano di Vedòrcia, un posto incantato. L' altopiano pascolivo infatti è costellato di baite da fare invidia ad Heidi, non sembrano neanche vere, sembran quasi uscite da un film...






Dopo queste visioni tralascio la stradina per Casera Vedòrcia e proseguo verso il rifugio


e dopo qualche minuto eccomi arrivato al Rifugio Tita Barba dove passerò la notte

il rifugio gode di un panorama a dir poco spettacolare su tutti gli Spalti di Toro





dietro al rifugio c'è anche un belvedere con vista su Antelao, Marmarole e metà delle montagne del Cadore, che sono però coperte dalle nuvole...


Bon, mi sistemo la branda, mi do una sciacquata e son pronto per la cena... dire che è abbondante è un eufemismo: mi hanno riempito di brutto!!! e che buona!!!! Si, la gestione del rifugio è decisamente promossa, da tornarci e da consigliare a tutti: simpatici, ospitali e se magna tanto e ben. TOP
Intanto il sole inizia a tramontare, ma le nuvole sono salite

e concedono all' enrosadira solo una debole fugace apparizione

continuano ad andare su e giù

per poi scendere definitivamente al sorgere della Luna, che seduta sul suo seggio le ha scacciate via

dopo l' abituale giro di grappe me ne vado a dormire puntando la sveglia all' alba, e quando mi alzo è a dir poco nebulosa ma spettacolare

le nuvole si incendiano dietro Forcella Scodavacca

ed arriva il magico momento


nuvole sopra, nuvole sotto, nuvole ovunque: dubbioso se fare il giro da programma o ripiegare sulla "via di fuga" vado a far colazione

Mangiato, fatto rifornimento e preparato lo zaino, saluto i simpaticissimi gestori e mi avvio lungo il sentiero 350


il meteo non si capisce che cavolo voglia fare... un colpo si apre e un colpo si chiude...



intanto arrivo al bivio di Campo Scorz e prendo il sentiero 355 verso la testata della Valle Anfèla


il sentiero attraversa un bel pascolo

per poi rientrare brevemente nel bosco

ed uscirne con in vista la Forcella Pian dei Laris

Giusto perché altrimenti non sarei io, il sentiero va a ravanare su per un breve ghiaione


e quando arrivo in forcella il panorama non è proprio invitante...


se da una parte sembra volersi aprire

dall' altra invece non ne vuole proprio sapere, anzi, si chiude sempre di più

cosa fare?

il giro in programma è lungo, e passa proprio in mezzo a quei nuvoloni... niente, non mi fido, non voglio rischiare di trovarmi sotto la pioggia magari mentre sto attraversando un canalino di neve o un ghiaione, cosí, arrivato al bivio di Pian dei Laris col sentiero 372 che avrei dovuto prendere, decido di scendere lungo il 355 per la Valle Anfèla


il sentiero inizia su prato con belle visioni sul Picco di Roda, che doveva essere la destinazione dell' uscita


mentre dietro è cosí

il sentiero entra adesso tra i mughi

con qualche breve attraversamento di frana

adesso la valle si apre

e il sentiero va ad attraversare il torrente


alle spalle sbuca un residuo canale di neve

di sopra sta schiarendo, non vi dico i porconi che mi frullano


attraverso e riattraverso il torrente, per poi sbucare nella radura che una volta era il pascolo di Casera S'ciupadór, di cui oggi rimangono poche pietre


ripasso per l' ennesima volta il torrente, e arrivo all' inizio della mulattiera di fondovalle


intorno è completamente schiarito, a parte quella càncara bastarda di nuvola nella zona delle forcelle, sta bastarda che mi ha fatto cambiare programma


La strada prosegue piacevole lungo il torrente

per poi allontanarsene quando questo inizia a precipitare ripido verso il lago

raggiungo infine le baite di Restiè

da dove la strada prosegue in costa con vista sul lago

il giro si conclude cosí, attraversando la diga di Centro Cadore

alla fine è stata una piacevole pascolata in bellissimi posti e con gran mangiata in rifugio, peccato per quella nuvola ingannatrice che mi ha fatto temere diluvio e invece se n'è rimasta ferma là beffarda...