fedipos ha scritto:Non sono d'accordo su nulla, e quando sento dire " ......più grande di tutti i tempi" sclero. Quando "percepirò" ( voce del verbo avere la senzazione) che la gente, prima di sparare giudizi, avrà un minimo di cultura relativa alla memoria storica , può darsi che proverò a spiegare-commentare-interpretare qualcosa, anche se non ve ne frega un cazzo, ma soprattutto, a quanto pare, visto che non siete capaci di distinguere un atleta, bravissimo, da qualcosa che abbia a che fare con la montagna, allora siamo alla frutta. Chiudo, alla faccia di quelli che hanno gli "amici" su fb, io li ho da un'altra parte. Ueli è caduto scendendo di corsa dal campo 2 al campo 1, se pensate che sia dimostrazione di qualcosa scendere di corsa da 7100 su pendii a 50° allora devo decidermi a dedicarmi al lancio del francobollo controvento e alla pesca alla trota facilitata.
Si può essere più o meno d'accordo con il modo di vedere la Montagna che aveva Ueli Steck. Si possono ammirare o esecrare le sue imprese, o meglio, il modo in cui le ha compiute.
Ma non si può negare che egli sia stato un grande atleta e anche un grande alpinista, che ha avuto molto, molto a che fare con la Montagna.
I riconoscimenti internazionali, ma prima di tutto le sue tante impressionanti realizzazioni, lo dimostrano.
Ogni periodo storico dell'alpinismo ha avuto i suoi miti, i suoi profeti e financo i suoi eretici.
Fare paragoni fra i "miti" del passato e gli "eroi" moderni, a mio parere, lascia il tempo che trova.
V'è troppa differenza di etica, di cultura, di pensiero, di tecnica, per poter fare confronti...
Oggi, fra le tante "strade" che ha preso l'alpinismo "moderno" c'è questa ricerca della velocità.
Io, personalmente, non amo questo modo di fare Montagna.
Ritengo che il prevalere dell'aspetto "atletico" vada a discapito di un profondo "sentire interiore", di un rapporto "intimo" con la Montagna e verso noi stessi.
Probabilmente è un mio limite, ma velocità e introspezione mi sembrano cose difficili da conciliare nella stessa salita.
Comprendere la Montagna e sè stessi per me è processo fondamentale, ma che richiede tempo e lentezza.
Un pò come avviene per l'innamorato che anela a un rapporto amoroso il più prolungato possibile.
Tuttavia, nei confronti di uno come Ueli Steck, che è stato grande nel seguire le sue idee e i suoi sogni, non posso che provare tanta ammirazione e rispetto.
Un saluto,
dokkodo