Meta intermedia la Forcella del Porton, sulla quale convergono 4 percorsi attrezzati: da NW il sentiero Nico Gusella, da NE la ferrata del Porton, da SW la ferrata de la Vecia, da S la ferrata del Velo.
Meta finale il Rifugio Velo della Madonna perché…se magna mejo co le gambe soto la tola!
Per raggiungere il Rifugio Velo passando per la forcella del Porton , è necessario concatenare almeno 2 delle ferrate sopracitate.
Visto che sentivo il ginocchio ballerino, ma soprattutto seguendo pedissequamente il consiglio dell’Arterio nazionale

La giornata è ottima, cielo terso settembrino, ma sulle cime stazionano ancora delle nuvole.
Arrivati alla stazione a monte della funivia siamo al di sopra delle nuvole.
Il panorama è magnifico:
Cimon della Pala

Rifugio Rosetta

Cima della Rosetta

Ci incamminiamo verso il Passo di Roda e l’infinita serie di tornanti che scende verso l’omonima valle.

Perdiamo quota rapidamente ora in mezzo alle nebbie, finchè d’un tratto la visuale si riapre.
Cima della Val di Roda

Pala di San Martino

Cusiglio e Rosetta, sullo sfondo il Cimon della Pala

Giunti all’incrocio con il sentiero che scende a San Martino, inizia la salita verso il Passo di Ball.
Superiamo un tratto attrezzato per attraversare una placca e in pochi minuti siamo al passo.
Breve sosta, dove decidiamo di scendere al Rifugio Pradidali per attaccare la ferrata del Porton.
Sul passo però scopriamo che, mentre il ns. versante era ormai sgombro di nubi
Creste della Val di Roda

la Val Pradidali ne è ancora colma.
Cima Canali

Ci addentriamo quindi nelle nebbie, sperando vanamente che si dissolvano.
Oltrepassiamo il Rifugio Pradidali

Per scendere all’attacco della ferrata, a circa 2200 mt.
Finchè ci “vestiamo” incrociamo 3 persone con imbrago e caschetto d’ordinanza….che però non usano: 2 di loro hanno il casco appeso sullo zaino, e scendono dall’ultima parete (dopo il traverso nella foto è quasi verticale ed esposta, serie di scalette) in libera.

E’ il nostro turno, purtroppo la visibilità ora è molto scarsa.
Val Pradidali

Ometto all’interno di una nicchia

La luce del Sole compare solo negli ultimi metri della ferrata, in vista del Porton

La visuale si apre di nuovo (si chiamerà Porton per qualche motivo) e le nuvole si alzano lasciando intravedere il Sass Maor

E dietro di noi la Cima di Ball

Davanti a noi invece abbiamo il famoso spigolo del Velo (Cima della Madonna),

sotto il quale passa la ferrata del Velo, che faremo per giungere all’omonimo rifugio.
In poco meno di un’ora siamo al rifugio, dove finalmente si mangia!
Riprendiamo le ostilità ben mangiati e bevuti

Ultime foto di un’altra Signora Giornata: dal rifugio verso la Cima della Stanga

Val de la Vecia

Verso la Pala di San Martino

Annotazioni sui percorsi attrezzati.
La ferrata del Porton mi ha deluso: percorso poco logico, troppe scale, soprattutto nella prima parte.
La seconda parte mi è piaciuta di più, dopo aver aggirato lo spigolo prima di entrare nel canalone, specie quando si snoda su una cengia che purtroppo abbiamo percorso immersi nelle nuvole.
In ogni caso, è sicuramente ben attrezzata.
Meglio la ferrata del Velo, tra l’altro completamente rinnovata, che alterna traversi a canalini; peccato sia in ombra per quasi tutto il giorno.