Approccio alla prima ferrata

Proponi o chiedi informazioni riguardo i più svariati percorsi attrezzati.

Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda Tranquillo » 12/07/2019, 18:57

L’ Alta Badia è uno dei tanti posti si sicuro fascino per godere della montagna sia per la bellezza del luogo stesso sia per quella dei luoghi limitrofi che puoi raggiungere senza stare troppo in macchina. Ci sono numerose escursioni, anche lunghe volendo, da fare e ci sono pure alcuni sentieri attrezzati che non sono ferrate, ma richiedono già di provare la risalita e/o la discesa con l’ausilio del cavo.

Grande CIR, per esempio, non presenta vera esposizione, ma solo una salita un po’ faticosa del canale detritico fino all’ attacco e, poi, un percorso in buona parte assicurato su pendenze a tratti più accentuate ma mai critiche. C’è pure qualche punto dove semplici roccette (sempre attrezzate) fanno provare il gusto di arrampicarsi proprio. Ed anche qualche punto dove puoi misurare (in maniera molto moderata) il tuo battito cardiaco al cospetto di qualche vista un po’ (ma poco poco) più aerea. In cima, una spettacolare vista sul Puez e sul Sella (e non solo) è la giusta ricompensa e il luogo ideale per un panino. Attenzione che bisogna anche ridiscendere lungo il cavo perché non c’ è altra strada. Questo può essere istruttivo, ma ti conviene provare a scendere subito il primo tratto che sali all’ andata per farti un’idea della sensazione prima percorre tutto il tragitto. Se sei allenato è una escursione da mezza giornata o poco più a prendersela comoda.

Val Setus, esattamente di fronte, sul Sella, porta al pianoro sommitale attraversato il quale si può raggiungere il Rifugio Pisciadù, posto vicino al laghetto che forma l’ omonimo rio che scende dalla cima Pisciadù. La risalita fino al tratto attrezzato è ben più lunga di quella del Grande CIR e conviene parcheggiare a passo Gardena e imboccare il sentiero che da lì parte che ti fa risparmiare una parte della risalita del vallone detritico. Anche qui, vere difficoltà da ferrata non ci sono perché non è una ferrata. Però il tratto attrezzato richiede un po’ di attenzione e vale sempre come prova nel tuo caso. Si scende per lo stesso percorso, dopo aver fatto tappa al rifugio, perché l‘alternativa è un’altra discesa attrezzata che incrocia Val di Mezdì, ma è più difficile da percorrere (in discesa).

Volendo ci sarebbe anche Sassongher, a due passi, sopra Corvara che si presenta molto simile al Grande CIR come tratto attrezzato. Però il percorso è molto più lungo e, soprattutto, il sentiero di avvicinamento presenta tratti molto stretti ed esposti sulla forte pendenza al lato. Non si tratta di una cengia, ma il dirupo è molto pendente e può dare fastidio se, come dici, non hai familiarità con la vista aerea. Inoltre, non essendo attrezzato, quella parte di sentiero richiede passo fermo perché una scivolata nel punto sbagliato può rivelarsi fatale.

Sui primi due potresti provare per conto tuo (sempre con imbrago, kit e casco) eventualmente facendo marcia indietro se vedi che non te la senti e le cose sono diverse da come te le immagini. Per il terzo si potrebbe dire lo stesso, ma siccome non si può sapere cosa uno intenda effettivamente con sensibilità alla vista aerea, per quei tratti di sentiero magari meglio pensarci. Chiaramente, si può sempre tornare indietro appena si vede come sono, senza spingersi troppo oltre.

Come ferrata vera c ‘ è poi una sorta di palestrina per neofiti ferratisti: il Piccolo CIR che è a fianco al Grande CIR. Si risale sempre un po’ faticosamente fino all’ attacco, ma qui comincia una breve, ma vera ferrata, con scaletta, arrampicatina breve, ma verticale e ultimo passaggino per la cima brevissimo ma che richiede un po’ di dote atletica. Questo pezzettino va poi ridisceso, ma per il resto c’ è un sentiero, inizialmente un po’ ripido, dentro un canalino detritico e poi più facile che riconduce in basso. Siccome è relativamente semplice, è molto frequentata. Visto quel che hai detto, non penso sia il caso che tu ci vada da solo. Ma se prendi la guida è probabile che sia una delle possibili mete in zona per farti provare l’esperienza perché, pur essendo in miniatura, presenta già le caratteristiche tipiche di una vera ferrata.

PS: se andrai, anche in quei sentieri attrezzati, dovrai avere il kit e dovrai saperlo usare e questo è ovvio. Meno ovvio è ricordarsi che la prima cosa da indossare e l’ultima da togliere è sempre il casco. Questa operazione va fatta prima arrivare alla base di attacco perché lì tante volete sei già in zona caduta sassi. Meglio di tutto è indossare l’intera attrezzatura NON sotto le pareti. Quindi un po’ prima di dove, tante volte, si vedono capannelli di persone incuranti farlo.
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda maxgio » 12/07/2019, 22:54

Grazie Tranquillo, esasutivo come sempre.
Tengo in considerazione tutto. Guardando le vie ferrate di livello facile (1-2) proposte dalle guide alpine di Alta Badia c'è appunto quella del Piccolo CIR e Grande CIR:
- Ferrata Piccolo + grande Cir
- Ferrata del Col Rodella
- Ferrata Ra Pegna + Ra Bujela
- Ferrata Nuvolao + Averau
- Ferrata Sass dla Crusc
- Ferrata Furcia Rossa III

Quella del Col Rodella mi è sembrata molto bella dalle letture e foto.

Potrebbe essere un'idea comunque inziare con un'uscita che non sia Grande CIR né Val Setus con la guida alpina e solo i giorni successivi fare in autonomia una di quelle due per iniziare a formare una base solida di apprendimento. Che ne pensi?

Per il kit certamente, ricevuto! Cosiccome non agganciarsi mai sulla stessa porzione di cavo in più persone, giusto? :-)

PS: grazie di nuovo!
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda Tranquillo » 13/07/2019, 8:41

Partire con uscita guidata è sicuramente la migliore scelta per prendere bene le misure a questa attività divertente, ma da non prendere mai alla leggera, nemmeno quando avrai maggiore esperienza. A quel punto, segui quel che ti insegnerà la guida con la quale dovrai essere onesto circa i tuoi limiti perchè, non dimenticarlo, non è un ascensore che può portarti su o giù prescindendo da te.

Te lo spiegherà e mostrerà meglio lei, ma si: non si deve essere agganciati nello stesso tratto di cavo teso tra un fittone e il successivo per non sovraccaricare il fittone a valle in caso di caduta del primo salitore con investimento del secondo. Ma proprio per il rischio investimento ciò non basta. Oltre a questo, durante la progressione occorre valutare costantemente dove arriverebbe con il corpo il salitore che ti precede in caso di caduta arrestatasi contro un fittone più in alto di te, tenendo conto anche della lunghezza del suo dissipatore lacerato perchè attivato dalla caduta stessa che è chiaramente maggiore di un dissipatore chiuso, cioè che non si è attivato.

Questo vale soprattutto nei tratti più verticali sia perchè le possibilità di venire investiti dalla caduta di chi ci precede sono maggiori (meno possibilità di sfregare contro la roccia che rallenta, anche se in maniera molto traumatica, la caduta) sia perchè la distanza tra i fittoni viene normalmente ridotta in quei casi per offrire maggiore sicurezza. Fittoni ravvicinati, infatti, significano cadute più corte, quindi fattori di caduta più contenuti, quindi rischi minori rispetto ai rischi che si hanno con fittoni più distanti. Però, significa anche essere pericolosamente più vicini tra salitori se ci si limita ad osservare solo la regola che hai enunciato tu e, quindi, più a rischio investimento in caso di caduta da parte del salitore che precede.

Per tanto, non agganciarsi sullo stesso tratto di cavo tra un fittone e il successivo è certamente necessario, ma non sempre è sufficiente.
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda maxgio » 13/07/2019, 10:10

Grazie dell’informazione! In effetti non avevo letto né considerato che non è sufficiente quella regola circa l’assicurazione.
Chiaro che la guida alpina deve guidarmi ed il resto sta a me. Mi farò consigliare quindi anche da lei quale percorso sia più adatto considerando la mia sensibilità all’altezza, che non son vertigini ma considerando comunque che l’esposizione non mi è indifferente... Vorrei evitare per quanto entusiasmo abbia di rimanere bloccato dal panico :-)

Normalmente gli scarponi ho letto vanno bene anche da escursionismo e non servono scarpe da avvicinamento. Il mio dubbio rimane sulla scarsa sensibilità che i primi offrono, soprattutto su staffe, scalette e appigli vari nella roccia.
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda Tranquillo » 13/07/2019, 15:27

Scarponi-sensibilità è un ossimoro. Gli scarponi non danno sensibilità nel senso che suppongo tu intenda. Danno altri indispensabili vantaggi per la progressione sulla varietà di terreni e di condizioni climatiche che ti para davanti la montagna. Solo per citarne alcuni, ti proteggono abbastanza le caviglie da possibili distorsioni perchè sono alti oltre il malleolo. Proteggono anche la pianta del piede dalle forti irregolarità dei terreni che nei lunghi percorsi con altre calzature più sensibili sarebbero poco simpatiche. Hanno una suola che offre buon grip in molte situazioni. Hanno tomaia rinforzata dove serve a proteggere il piede, impermeabile rispetto all' acqua che vorrebbe entrare ma traspirante per lasciarti il piede ragionevolmente asciutto. Poi, naturalmente, si possono facilmente ramponare se occorre.

Per contro, sono inevitabilmente più rigidi e questo è chiaro che non agevola l' arrampicare, anche solo a partire dalla mobilità della caviglia che è un aspetto basilare. Però questo è un discorso tecnico che sottintende come ad attività diverse servano calzature diverse volendo essere precisi. Una cosa che non ha senso ora per te e non ha molto senso per le ferrate. E poi richiede esperienza per fare una scelta. Ora ti serve una buona calzatura ragionevolmente adeguata a più situazioni possibili con la consapevolezza che sarà sempre un compromesso.

La scarpa da trekking non è ideale perchè fatta per camminare sui sentieri e non per i terreni rocciosi. Infatti è comoda, flessibile e ha una punta larga: il contrario di quel che è utile per la montagna. Le scarpe cosiddette da avvicinamento e arrampicata danno vantaggi quanto a mobilità del piede se hanno profilo basso, ma sono pericolose per le caviglie sull' avvicinamento, anche se hai molta pratica e vanno bene se non c è traccia di neve. Occorre orientarsi su uno scarpone vero. Quale dipende da diversi fattori tra cui la tasca e il piede che hai. Sulla tasca considera che se le scarpe non vanno salire e scendere diventa un problema. Quindi investi la cifra maggiore che ti eè possibile.
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda maxgio » 13/07/2019, 15:55

Grazie Tranquillo, investii l’anno scorso negli Asolo Shiraz che tuttora possiedo. Dici che vanno bene?
Sono questi https://www.trekkinn.com/montagna/asolo ... YYQAvD_BwE per intenderci.
Penso sia uno scarpone vero come intendi tu :-)
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda maxgio » 25/08/2019, 11:03

Ciao a tutti!
Sono di ritorno dalle mie prime ferrate e ci tenevo a ringraziarvi tutti particolarmente!
Non penso sia il caso di aprire un thread apposito quindi scrivo qui.

Il primo giorno con la guida alpina che ci ha messo subito a nostro agio rendendo il tutto tranquillo e rilassato, importantissimo per progredire senza panico né ansia, abbiamo affrontato la ferrata del Piz da Lec. Che dire... è stata bellissima. Abbastanza breve e non molto impegnativa. Non ho avuto nessun problema con la sensibilità all'altezza, anche perché si è sempre rivolti verso la parete della montagna. Inoltre è molto suggestiva perché si parte da una buona altitudine e si arriva ad una vetta.

Avendoci la guida consigliato di proseguire in autonomia i giorni successivi abbiamo scelto il giorno dopo la ferrata Brigata Alpina. Inizio non banale per dei super principianti ma affrontabile con calma e buon occhio.

I giorni successivi abbiamo proseguito con la Tridentina e infine quella del Piccolo Cir. La Tridentina impegnativa come dispendio energetico ma lo sforzo ad usare bene le gambe e le mani sulle rocce per progredire ha aiutato molto e non sforzare gli avambracci sulla corda; mentre l'ultima molto carina e bella, breve, emozionante e soprattutto si arriva su una bella e piccola vetta. Da fare e rifare di seguito :-)

Son stato molto sintetico, ovviamente queste emozioni non si descrivono ma ci tenevo a condividerle con voi che mi avete introdotto e aiutato molto. Grazie ancora e a presto!
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda dokkodo54 » 25/08/2019, 20:48

Bravo Max, fa molto piacere leggere di qualcuno che realizza il proprio sogno (e avervi contribuito, anche solo in piccolissima parte).

Quindi hai fatto la Piz da Lech con la guida. Com'è andata l'uscita dall'ultima scaletta ? Bel passaggio, eh ?
E dopo questa, ti ha consigliato di proseguire in autonomia... A quanto pare ha valutato che te la sei cavata bene e ti ha incoraggiato. Hai trovato un ottimo professionista.

Molto bene.
A questo punto, non mancare, l'anno prossimo, di iscriverti a un corso CAI di escursionismo avanzato e proseguire al meglio la tua formazione.

Buone Montagne,
dokkodo
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda maxgio » 31/08/2019, 15:57

Ciao Dokkodo,
certo che avete contribuito, siete stati fondamentali nel realizzare come dici questo piccolo sogno.

L'ultima scaletta intendi nella salita? Veramente figo :-D

Sai pensavo di iniziare un corso base di arrampicata con il CAI. Sento come se la mia direzione debba essere quella. L'esperienza di salire abbracciando la montagna mi piace veramente tanto...

Buone montagne anche a te!
maxgio
 
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Re: Approccio alla prima ferrata

Messaggioda dokkodo54 » 01/09/2019, 17:49

maxgio ha scritto:Ciao Dokkodo,
certo che avete contribuito, siete stati fondamentali nel realizzare come dici questo piccolo sogno.

L'ultima scaletta intendi nella salita? Veramente figo :-D

Sai pensavo di iniziare un corso base di arrampicata con il CAI. Sento come se la mia direzione debba essere quella. L'esperienza di salire abbracciando la montagna mi piace veramente tanto...

Buone montagne anche a te!


Sei tu, Max, che sai quel che ti piace e qual'è la direzione migliore per te.
Se ritieni che la tua strada sia quella dell'arrampicata libera, non ti resta che intraprenderla e vedere come va.
I modi di divertirsi in Montagna sono tanti e, quando c'è il rispetto, per me son tutti di pari dignità.
Da quanto hai scritto avrei detto più nelle tue corde (perdona il gioco di parole :lol:) un corso di alpinismo (magari dopo quello di escursionismo avanzato), ma tant'è.

Un sincero in bocca al lupo,
dokkodo
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