Le previsioni per oggi sono buone, precondizione necessaria vista la lunghezza e la totale assenza di vie di fuga del giro che mi appresto a fare.
L'anello è un classico per fulminati: partenza dal rifugio Gilberti, Sella Bila Pec, via ferrata Julia, cima del Canin e rientro per il lungo sentiero sotto cresta in territorio sloveno fino alla Sella Prevala e da questa infine al Gilberti.
Viene l'affanno solo a elencare i punti di riferimento che vengono raggiunti da questo giro

Così eccomi qua, al rifugio Gilberti, arrivato con una delle prime corse della funivia da Sella Nevea, che per fare questo giro è bene partire presto.
La salita con l'impianto consente di risparmiarsi circa 700m di dislivello e ne approfitto volentieri, tanto ci sarà comunque da divertirsi anche senza partire direttamente da Sella Nevea

Il rifugio è praticamente deserto, e in queste condizioni è una perla, ma non rimarrà così a lungo. Presto si affollerà di gente di ogni tipo, salita anch'essa con l'impianto ma con ogni genere di abbigliamento, calzature e aspettative per la giornata.
Lassù in cima, il famoso "foro" ("okno", in sloveno). Da qua sembra molto piccolo, ma, se le cose andranno per il verso giusto, avrò modo di verificarne le reali dimensioni da molto, molto più vicino

Se penso che dovrò transitare dalla parte opposta dopo aver percorso la lunga traversata sotto al crinale che fa da confine fra Italia e Slovenia, un brivido di emozione percorre la mia vecchia schiena di amante della Montagna...
Salgo con molta calma alla Sella Bila Pec, primo checkpoint del giro di oggi. Son solo 150m di salita dal Gilberti, ma è fondamentale non forzare subito il ritmo e tenere a freno l'entusiasmo, che questo giro è molto, molto lungo...
Dalla sella inzia una bella e fresca traversata senza dislivelli apprezzabili che porterà sotto ai ghiaioni da risalire per l'attacco della ferrata.
La traversata percorre facili cenge a volte strette e leggermente esposte e c'è anche un piccolo nevaio da attraversare. Piccolo antipasto di quello che verrà.
Dopo la traversata, occorre risalire un bel pezzo di faticoso ghiaione, rallegrato da una bella fioritura di tulipani gialli, prima di affacciarsi, finalmente, su ciò che resta del ghiacciaio del Canin.
Un ghiaccaio che ormai non c'è quasi più e che, in questa stagione, può essere percorso anche senza ramponi e piccozza, a patto di sapersi muovere con sicurezza su neve dura anche senza attrezzature.
L'ultimo pezzo di "ghiacciaio", sotto all'attacco della ferrata, è decisamente più verticale, ma può essere in buona parte evitato salendo a destra, dove una lingua di ghiaione emerge dal ghiaccio e consente di approssimarsi all'attacco in relativa comodità (quella del tipo "un passo avanti e tre indietro"

Pochi metri ripidi su neve e si toccano le corde della ferrata Julia.