Il sentiero Orsi quindi era un qualcosa di "secondario", non immaginavo ancora che da solo sarebbe bastato a giustificare un giro con 3 ore di macchina all' andata e quasi 4 al ritorno, e invece...
Bando alle ciance, il meteo da previsioni buone per il 3 e 4 agosto, chiamo il Rifugio Pedrotti, c' è posto, bene.
La mattina la sveglia suona ad un orario quasi indecente, come dicevo la strada è lunga, quindi via, approfittando del traffico quasi nullo a quest' ora per... mettermi d' impegno
Arrivo a Vallesinalla, mi preparo, ultimo controllo, e via per il sentiero 317 in direzione Rifugio Casinei e Rifugio Tuckett

Questa è l' agonia delle Dolomiti: il sentiero infatti, che si infila immediatamente nel bosco, oltre ad essere quasi interamente scalinato, è il sentiero piú umido che abbia mai trovato in tutte le Dolomiti, dal Brenta all' Oltrepiave: l' unico in cui dopo appena 45 minuti sembra che sia caduto in un lago da quanto sudato sono


Per fortuna arrivo abbastanza velocemente al Rifugio Casinei, dove riposo qualche minuto

Fatto caffè e sigaretta, mi rimetto in marcia, sempre sentiero 317

dopo altri 20 minuti di agonia, finalmente l' ambiente inizia ad aprirsi

verso la Presanella le nuvole non promettono bene...

mentre davanti, si c'è qualcosa in movimento, ma non sembra eccessivamente preoccupante

anzi, il Sole si fa vedere, e sentire, sopra il Castelletto Inferiore


Verso il Grostè qualche nuvoletta coreografica fa la sua comparsa

intanto l' ambiente si fa via via sempre piú aperto e spettacolarmente Dolomitico


il sentiero adesso procede tra l' erba e qualche mugo

per poi infilarsi in questa spettacolare distesa di massi



Ancora qualche minuto, baciato dal sole, ed arrivo al Rifugio Tuckett

Dopo un the per recuperere i liquidi sudati in basso, e una sberla di sacker per dare na botta di carica, mi avvio lungo il sentiero 303 Osvaldo Orsi verso Bocca del Tuckett e il Rifugio Pedrotti

senza tabelle vero?

effettivamente, il Rifugio Tuckett è in una posizione che lo rende uno dei nodi nevralgici di tutto il Brenta meridionale: se è vero che tutte le strade portano a roma, qua (quasi) tutti i sentieri portano al Tuckett.
Mi avvio in questo scenario grandioso, peccato solo che sia funestato da quell' infame della fabbrica delle nebbie, il Lago di Molveno, che sta già lavorando a piena potenza


Raggiungo il bivio coi sentieri SOSAT e Dellagiacoma

mentre le nuvole iniziano a farsi insistenti anche alle mie spalle


superati gli ultimi sprazzi di verde, adesso l' ambiente diventa pietraia pura, nuda e cruda, con davanti le lingue di neve che scendono dalla Bocca del Tuckett


L' ambiente è spettacolare, e reso ancora piú drammatico da questi nuvoloni bassi

inizio a pestare neve (vecchia e sporca a dire il vero, se tutto va bene saranno ancora i resisui del 2013/2014)

via su, dritto per dritto

raggiungo la fine del nevaio

ed in breve sono a Bocca del Tuckett, crocevia di importanti sentieri, tra cui le Bocchette Alte e la ferrata Benini

Mi fermo a fare pausa pranzo (come al solito per i miei pranzi al sacco, pompelmo e barretta) e scambio due parole con dei ragazzi di Manchester che arrivano dal Rifugio Alimonta per proseguire verso il Rifugio Graffer.
Bon, mangiato, chiaccherato e fumato, mi rimetto in marcia avviandomi a scendere la testata della Val Perse: già il nome è tutto un programma

questo è il primo impatto

Sembra ma impossibile, ma proprio qua trovo uno spettacolare e spassosissimo canale da scendere... alla orientale: tutto franato, slavato, mezzo sfatto... insomma una bella ravanata di quelle che piacciono a me


a dire il vero ci sarebbe anche il cavo di fianco, ma dopo i primi metri ne faccio volentieri a meno, questo èil mio ambiente naturale, DIVERTIAMOCI


guarda che robetta


sisi, dopo i primi metri l' ho già annotato tra i miei canali preferiti, e lo spettacolo deve ancora arrivare!

si spostano le nuvole, e compare Cima della Vallazza


Bene, per la serie che man mano che giro per il Brenta, gli itinerari da fare aumentano anziché diminuire, annotiamo tutta la Val Perse, da sotto fino a Bocca del Tuckett: quando arriverò a casa studierò il modo di inserirla in un anello.
Intanto sono arrivato al bivio dove si stacca appunto il sentiero 322 della Val Perse

mi dispiace abbandonare questo sbudellamento, ma anche il seguito del mio sentiero promette bene


in fondo, ecco visibile la fabbrica delle nebbie: in foto non si vede, ma piú spostata c' era tutta la colonna di vapore che saliva: se un giorno trovate il lago prosciugato, sapete chi è stato


Mi metto in marcia

o meglio ci provo, perché quando passi sotto a questi spettacoli ti inchiodi a sbavare




poi anche la Vallazza si sta riaprendo


seee ciao, e chi va piú avanti qua?


da quant' è che sto percorrendo sto sentiero, mezz' ora? bene, l' ho già inserito tra i miei sentieri preferiti delle Dolomiti!

le nuvole che salgono dall' infame, se da un lato guastano il panorama, dall' altro danno un ché di mistico a questo sentiero


intanto continuo ad imbambolarmi ogni tre per due, pazzesco questo posto


mi rimetto in marcia, e supero un breve nevaio

per poi puntare a questo spallone

prima però c'è da affrontare un piacevole "ravanage"



non potevo chiedere di meglio


mi avvio ad aggirare lo sperone

e quella roba la in mezzo cos' è, un corno del diavolo?


mi avvio ad aggirare il complesso formato da Sapallone dei Massodí, Cima Baratieri e Punta Jolanda

e qua le cose si fanno serie, o meglio, si fanno folli, folli come le strutture che mi trovo davanti


arriva una cengia, mezza coperta, spettacolare


amo sempre di piú questo sentiero

la cengia volge al termine

dove sto entrando?


si scrive Busa dei Armi, si legge "qualcosa di sproporzionatamente bello", al di là dell' immaginazione


e dire che con sta nebbia l' immaginazione ne ha da lavorare

in fondo, tra una nebbia e l' altra, compare monte Daino

all' improvviso sento un fischio, abbasso lo sguardo e vedo lui che corre

mi fermo, lui si ferma, restiamo a fissarci alcuni minuti


poi mi rimetto in marcia, e SEMBREREBBE volersi riaprire


dovrei essere sotto i Campanili dei Armi, ma non sono sicuro visto che non sono praticissimo della zona e le nebbie cancellano qualsivoglia riferimento...

eccolo, si riapre, entro in Busa dei Sfulmini (e anche qua il nome è un programma


anche se le nebbie smaronano il panorama non me ne faccio un grosso problema, tanto domattina ci ripasserò col sole pieno per andare a prendere la ferrata Spellini, che parte proprio da qua in mezzo alla conca


il sentiero taglia in costa tutta la Busa

coi panorami che vanno e vengono


Me ne sto andando tranquillamente, sovrapensiero, e SBADADAM mi si apre davanti sto cinema




ed in fondo compare anche la sagoma del Rifugio Pedrotti!


Manca pochissimo ormai, sono sotto al Rifugio Tosa ("dependance" del Pedrotti) e... appunto, sono sotto, davanti ho sto muro, come cavolo si sale??


ah ecco, canalino a tradimento


Lo risalgo, aggiro, ed arrivo al piccolo storico rifugio

adesso mi restano solo i pochi metri per arrivare al rifugio principale

ed eccomi qua, arrivato al Rifugio Pedrotti

quasi a prendermi in giro, proprio quando arrivo il cielo si riapre, formando in basso un piccolo mare di nuvole

mentre in alto Croz del Rifugio e Cima Brenta Alta danno spettacolo



Il rifugio, nonostante sia il piú grande e uno dei piú trafficati del Brenta, ha carattere, molto carattere, e lo si nota subito dall' avviso in sala

Il personale è simpaticissimo, e poi c' è lei, la Regina del Brenta: Trilly, una magnifica cagnolona che avevo già conosciuto 2 anni fa, ancora cucciola, quando scendendo dalla Bocca di Brenta l' avevo vista su uno sperone che abbaiava verso la valle e si rispondeva poi all' eco

Appena entro, prima ancora di pensare a rifocillarmi, chiedo di lei, e i gestori mi avvisano: vedrai che grande che è diventata!
Finita la cena la fanno uscire, è immensa!!!!



Subito prende confidenza e iniziamo a giocare: bottiglia, pallina, nascondino, è una carica di energia!
Nel frattempo, in cielo appare un coccodrillo


Tra un gioco, una grappa (per capire se il coccodrillo è vero o no) e una sigaretta arrivano quasi le 10, ora di andare a nanna (anche perché i gestori si devono alzare prestissimo visto che qua la colazione inizia alle 6), saluto i gestori e mi avvio.
Trilly non ci sta.
Mi zompa addosso e quasi mi abbatte: si deve giocare

E quindi via altri 5 minuti di gioco, poi tutti in cuccia

Arrivano le 6, suona la sveglia, sono gasatissimo perché l' enrosadira del Pedrotti è celeberrima, con tutta la corona di pareti intorno che si infiamma...
scendo di corsa
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
tutto grigio
tutto avvolto dal nebbione



si leva un coro che va dal "putain" dei francofoni allo "scheiße" dei tedescofoni, passando per spagnolo, italiano, inglese, olandese e polacco...
a questo punto inizio a pensare alle varie opzioni, visto che fare la Spellini con sta nebbia (mi interessava per vedere l' ambiente che 2 anni fa mi era stato nascosto proprio dalle nebbie) sarebbe come pulirsi il kulo coi coriandoli...
Faccio colazione, guardo cosa combina il meteo nell' illusione di una riapertura, e nel frattempo gioco con la Trilly che è arrivata con la sua carica.
Alla fine, visto che il grigio non si schioda di un millimetro, decido di rientrare direttamente via Bocca di Brenta - Rifugio Brentei, Spellini e SOSAT li farò un' altra volta (cosí avrò la scusa per tornare a dormire qua

Metto gli scarponi, prendo lo zaino e saluto i gestori: quando sto per andarmente la Trilly viene a portarmi la bottiglia per giocare, non vuole che me ne vada

quasi mi piange il cuore, prima di salutarla ci facciamo una foto

Mi avvio nelle nebbie lungo il sentiero 318

questo è lo scenario: quell' infame di lago oggi ha cominciato presto


Arrivo a Bocca di Brenta, ed èuna presa per il kulo: da una parte nebbia che pare di essere a Rovigo in novembre, dall' altra cielo blu


solitamente quando sono in forcella fumo la sigaretta della soddisfazione, qua invece fumo quella del nervoso

Via, mi rimetto in marcia ed inizio a scendere il nevaio

guarda te che roba



In tutto il suo splendore compare anche uno dei simboli di questo gruppo: il Campanile Basso di Brenta


superato il nevaio, arriva un breve tratto di attrezzature per superare delle gradonate

attraversando una caotica pietraia arrivo al margine dell' ultimo gradone

da qua si scende tagliando i ghiaioni alla base delle pareti

do uno sguardo indietro, che spettacolo


continuo a scendere, e l' ambiente cambia completamente: dalle magiche brullerie si passa a piacevoli e rilassanti pascoli

ma davanti ho due mostri sacri: Cima Tosa e Crozzon di Brenta




sembrano due mondi diversi, sono invece i due lati della stessa valle

arrivo con calma al Rifugio Brentei

calma per calma, vado dentro e mi mangio la sacher della consolazione (alla faccia del pranzo a pompelmo e barretta di ieri )
poi mi riavvio verso Rifugio Casinei e Vallesinella, sempre sentiero 318


questo sentiero alterna un po' di tutto: dal pascolo, al misto mughi, alla cengia


e non disdegna neanche una galleria, giusto per non farsi mancare niente


fuori dalla galleria, il colore dominante è un rilassantissimo verde

e passato il bivio di Valle del Fridolín il sentiero va ad infilarsi nel bosco

in breve raggiungo il Rifugio Casinei, da dove riprendo l' agonia delle Dolomiti: oggi sono in discesa, lo zaino è piú leggero, ma il risultato è sempre quello, all' uscita dal sentiero sono fradicio

arrivo al ponte di Vallesinella

ed da là in un attimo al parcheggio

Non nascondo che sono pesantemente scazzato per sta infame di nebbia, è già la quarta uscita che mi sm'rda quest' anno (dopo Altissimo, Creste del Baldo, e quella sul Pasubio di cui non ho neanche fatto il report) peraltro una di quelle potenzialmente piú belle...
Sono comunque contento per il Sentiero Orsi, che si è rivelato una spettacolare sorpresa, e per la serata al Rifugio Pedrotti, dove è d' obbligo tornare
