Ormai consideravo la mia stagione escursionistica 2014 conclusa, ma non sapevo che mi aspettava una sorpresa ai tempi supplementari...
Sabato ho una giornata strana, nonostante venerdí abbia fatto gran festa (e la mattina mi sia svegliato relativamente bene), nel pomeriggio ho lune pesanti, ma proprio scaxxo forte

Mi si accende una lampadina, in un minuto decido di mandare tutti a cagare e farmi 2 giorni fuori dal mondo per gli stracaxxi miei e preparo lo zaino.
Ora di sera lo scaxxo è quasi passato, tanto che vado anche fuori con gli amici, ma la voglia di andarmene fuori dalle palle per 2 giorni rimane, cosí domenica mattina mi sveglio (neanche tanto presto) e parto in direzone Passo di Pampeago.
La strada è lunga, e mi riserva pure una sorpresa finale: un bel gregge in discesa dall' alpeggio, come una fiumana bianca, che quando mi incrocia si divide in due

e qua scopro anche -a mio discapito- l' origine del verbo veneto "smontonare"

le pecore sono belle compattate e "fanno a gomitate" tra loro: bene quelle più vicine alla macchina con chi fanno a gomitate secondo voi?

bon, riparto e parcheggio agli impianti di Passo Pampeago, dove trovo per caso un conoscente di facebook venuto anche lui in zona dopo aver visto le stesse foto che ho visto io!!!

Mi preparo, check completi, via si parte lungo il sentiero 521 per Passo Feudo, piacevole strada sterrata che attraversa in quota i pascoli in quasi falsopiano


Il percorso è accompagnato da queste viste rilassanti


mentre in fondo fanno bella mostra di sè le Dolomiti di Brenta

Arrivo a Passo Feudo e... l' avevo sempre detto io che i Trentini sono avanti, ecco l' ultima frontiera della transumanza: le pecore vanno in seggiovia!!!!



queste stanno aspettando il passaggio per Pampeàgo

e queste sono appena salite da Predazzo a dar loro il cambio


in mezzo a tutto sto trambusto un agnellino pascola tranquillo

e c'è anche chi si gode un riposino

saluto le pecore hi-tech e prendo il sentiero 516 per il Rifugio Torre di Pisa, che inizia salendo piacevolmente tra i pascoli


Col sentiero iniziano anche le vedute serie

a destra il Cavignón, sopra cui sorge il rifugio

alle spalle... Antelào e Pelmo troneggiano



e le sempre meravigliose Pale di San Martino


questa prima parte del sentiero, anche se panoramica, è un po' monotona per i miei gusti


Finalmente poi il sentiero prende animo


ed inizia a mischiare ai pascoli un po' di brulleria




In breve poi lo scenario cambia decisamente: il pascolo cede posto alla roccia, adesso si che si ragiona




assieme allo scenario cambia anche la pendenza: il sentiero inizia a tirare decisamente e si va su per ghiaioni, AAAAAAH BENE



L' ambiente adesso è quello dell' alta quota e si scarpina su per le pietraie

ultimi metri: arrivo in vista della croce

ed in breve sono al Rifugio Torre di Pisa, che grazie alla splendida giornata, nonostante sia ottobre inoltrato è decisamente ben frequentato

questo è il panorama davanti

mentre dietro... bhe... quando vado a guardare dietro quasi faccio un infarto

Cima Valsorda, Torri Occidentali, Cimón del Làtemar, Schenon...


i Pis dei Mus


e un giro d' orizzonte che prende di tutto di più




dal Sella alle Tofàne

il gruppo della Marmolàda

Antelào, Pelmo e Civetta

Pale di San Martino

vi basta?

Mi sono sfamato di panorami, ma siccome sono anch' io un umano, devo soddisfare anche la pancia, cosí entro e mi sparo canederli in brodo seguiti da polenta & goulasch

Caffettino grappino e sigaretta d' ordinanza e... son pronto per la pennichella

Oddio, non faccio propriamente pennichella ma comunque mi riposo facendo due chiacchere con il conoscente beccato in parcheggio e una famiglia di bolzanini conosciuta in rifugio
Guardo l' ora, è il caso di partire, cosí saluto e mi avvio, sempre sentiero 516, direzione Forcella dei Campanili

giro dietro al rifugio e SBAM! mi trovo davanti i Campanili di Fuori e Cima Valsorda




e chi riparte più con una visione del genere???


in mezzo a questo tripudio, la Torre di Pisa

e la caratteristica finestra

mi rimetto in marcia e inizio a scendere in un caos di massi



per poi uscire da una forcelletta

quando esco credo di svenire, mi trovo davanti uno spettacolare altopiano lunare





comincio l' attraversamento, e spuntano Corno d' Ega e Cima Forcellone

mentre davanti diventano presenza costante le Torri Occidentali ed il Cimón

Lo scenario è qualcosa di fenomenale, il sentiero piacevole, senza sforzo, direi il percorso perfetto



cioè scusa, guarda che roba...


arrivo al bivio col sentiero per Forcella dei Camosci: io tiro dritto per il mio 516


Altopiano brullo circondato da geometrie pazzesche, intorno non c'è anima viva, il silenzio più totale è rotto solo dal rumore dei tuoi passi, una situazione del genere si presta a vaneggi pesanti, e cosí sia: lasci i pensieri liberi di vagabondare, partono tutti insieme, poi via via escono uno dopo l' altro, e con loro escono stress, nervoso, scazzi vari... e la testa si svuota... e sei libero ed in totale armonia con l' ambiente circostante, anzi ne fai parte... una sensazione tanto strana quanto bella, che però devi essere da solo per provarla, se c'è qualcun altro non riesci nemmeno ad intravvederla, ed infatti è per questo che la maggior parte delle volte mi muovo in solitaria, e per questo motivo spero di non incrociare altra gente, non voglio interrompere questa magia.
SILENZIO


CONTEMPLAZIONE


Il vaneggio viene interrotto brutalmente: mi si presenta davanti la Forcella dei Campanili col suo corollario di pinnacoli e guglie, e il vaneggio diventa esaltazione




e questo è niente: ancora non immagino cosa mi stia aspettando là dietro

arrivo sotto la forcella, dove c'è un trivio: lascio il sentiero 516 che mi ha accompagnato fin qua da Passo Feudo, e prendo il sentiero 511 con destinazione Bivacco Rigatti

inizio a salire


e arrivo in breve alla forcella

da una parte ho l' altopiano con in fondo Cima Valsorda e Cavignon

dall' altra ho Catinaccio


e dietro... SBAM guarda che roba



secondo me prima di disegnare il Duomo di Milano, gli architetti sono passati di qua e sugli Spalti di Toro...
mi fermo alcuni minuti in estasi mistica, dopodiché mi imbrago e riparto: adesso il sentiero oltre a un numero ha anche un nome: FERRATA DEI CAMPANILI DEL LATEMAR
Le attrezzature non cominciano subito, si sale per sentiero, in compenso le visioni sono spettacolari dal primissimo istante



arrivo alla prima parte attrezzata, che è relativamente semplice

dopo la prima breve salita si passa infatti quasi subito su cenge

la facilità del percorso permette di godersi lo spettacolare paesaggio


e le bizzarre conformazioni della roccia che talvolta assume aspetti... irriverenti


si alternano cosí brevi paretine ed aeree cenge sotto pareti vertiginose


mentre io salgo un breve tratto a tornantini, loro si addestrano al volo in formazione

dopo un breve tratto senza attrezzature arriva la prima forcella, prima di una serie che più che forcelle sono vere e proprie spaccature vertiginosissime


altra breve cengia, sotto le Torri Occidentali


e un' altra breve salita

è stata una giornata calda, e la foschia inizia a velare i fondovalle

proseguo lungo questa bella parete ghiaiosa inclinata

e raggiungo un canalino da attraversare

via di nuovo su cengia

con l' inconfondibile sagoma del Cimón che si fa sempre piú vicina

arrivo quindi a Forcella Diamantidi, grandiosa spaccatura tra le Torri Occidentali ed il Cimón del Làtemar

la supero con un altro breve tratto attrezzato


e mi ritrovo ancora una volta su cengia


alla base del ghiaioso ed inclinato versante meridionale del Cimón



i panorami non mancano, c'è solo l' imbarazzo della scelta


le Pale però qua vincono a mani basse


ormai sono quasi alla fine di questo meraviglioso percorso, e compare lo Schenón del Làtemar

si avvicina anche il tratto più impegnativo del percorso


una simpatica paretina attrezzata con cavi e staffe da affrontare in discesa

per poi risalire dall' altro lato

finalmente mi trovo sopra il bivacco, non resta che scendere


si, ma quando davanti hai na roba del genere, chi te lo fa fare?


scendo l' ultimo tratto attrezzato

ed in pochi minuti arrivo al Bivacco Rigatti, dove passerò la notte come un eremita


sbaracco lo zaino, mi cambio, e preparo il letto aspettando il tramonto.
La posizione è fotonica, e quando il Sole scende l' enrosadira è doppia!

Da una parte sul Catinaccio


dall' altra sulle Pale


spettacolo puro, da andar via di testa...
Dopo questa goduria, mi concedo un po' di riposo leggendo una rivista che mi sono portato (tranquilli non è un pornazzo


Siamo ormai verso la fine di ottobre, e quando mi sveglio la mattina il Sole deve ancora sorgere

non riesco a vederlo salire perché coperto dallo Schenón, in compenso aspetto l' enrosadira godendomi i giochi di colore delle nuvole


Colazione fatta, zaino fatto, check ok, manca solo lei...
ECCOLA!

dopo essermela goduta per bene mi metto in marcia lungo il sentiero 18 per la Forcella dei Campanili


faccio una brevissima ripida discesa e saluto per l' ultima volta il mio nido d' acquila


per andarmi ad incamminare lungo le cenge che seguono parallele la ferrata di ieri



il sentiero è facile, ma non è il caso di mettere male un piede



è comunque estremamente piacevole e... panoramico? no no, poco!!!



in lontananza già spuntano i meraviogliosi Campanili

Mentre mi sto godendo il panorama sento un rumore di sassi e vedo due macchie scure in movimento sul sentiero

Sono loro, i miei portafortuna

giù in picchiata per il ghiaione

sosta per controllare se li sto guardando

via di nuovo, in salita!

altra sosta-spiata... li adoro, ma sono di una sfacciataggine unica quando fanno corse folli su pendii impossibili e poi ti guardano come a dire "dai vediamo se lo sai fare anche tu"

dopo questo inaspettato incontro mi rimetto in marcia

questo altopiano piú lo guardo e piú mi viene voglia di passarci in mezzo...

mentre ci penso attraverso le ultime ghiaie prima della forcella


ed arrivo al bivio di Forcella dei Campanili; la decisione è presa: fatto trenta facciamo trentuno, prendo si il sentiero 516, ma in direzione Bivacco Latemar


inizio cosí ad attraversare i Lastèi di Valsorda, questo brullo e spettacolare altopiano dove immagino incontrerò piú animali che persone (e infatti sarà proprio cosí: pecore battono uomini 7 a 0



il sentiero inizia a scendere molto tranquillamente, prima su queste brulle placonate ricoperte di ghiaia e poi sul pascolo di alta quota, dove aumenta la pendenza



e mi porta in breve al grazioso Bivacco Sief, graziosa struttura in muratura eccezionalmente attrezzata: oltre ai letti con materassi e coperte infatti c'è sempre una riserva di legna, una cucina economica e una credenza con piatti, pentole e posate

la posizione poi è molto bella e rilassante, cosí mi stendo sulle panche all' esterno per qualche minuto di riposino, dopodiché mi rimetto in marcia prendendo il sentiero 516-B che mi ricongiungerà col sentiero percorso ieri all' incirca sotto la Forcella dei Camosci


il sentiero inizialmente costeggia il margine del pianoro, poi lo risale

e segue quasi parallelo il sentiero percorso ieri, in costante ma mai faticosa ascesa

con le Torri Occidentali e il Cimón del Làtemar che vigilano costantemente

è qualcosa di pazzesco e, come ieri, lo scenario assieme al silenzio favoriscono una sensazione di rilassatezza incredibile


durante gli ultimi metri di salita ho la sensazione di sentiermi osservato...
ed infatti arrivo su una sella e trovo questo simpatico gruppetto

"Black and White"

se quelle incontrate ieri erano ad alta tecnologia, queste invece sono ad alti ormoni: il "pecoro" infatti convinto di essere Rocco davanti alla telecamera, davanti a me prova a zomparsi una pecora, questa però non ci sta, fa uno scatto in avanti e... gliela fa sulle zampe

Lui non demorde, ci riprova, e lei per tutta risposta... bhe vi lascio immaginare cosa gli combina



Vabon dai, dopo aver visto questo fallito tentativo di film a luci rosse ovino mi rimetto in marcia, con la Cima di Valsorda piantata là, davanti agli occhi

mentre dall' altro lato mi godo questa splendida muraglia con quell' invitante ghiaione ai suoi piedi

con un paesaggio cosí verrebbe voglia di non venire più via...



Forcella dei Camosci ormai è in vista


ed in breve arrivo all' incrocio col sentiero 516, che questa volta imbocco in direzione Rifugio Torre di Pisa


mentre sto riposando qualche minuto al bivio, lui viene a farmi visita, speranzoso di veder cadere qualche briciola

purtroppo per lui però non sto mangiando, niente briciole, e sconsolato se ne va...
me ne vado anch' io


raggiungo i pinnacoli che sono l' avviso che sto per entrare nel ravanamento sotto i Campanili di Fuori


infatti in breve rientro per la forcelletta da cui ero uscito ieri

e torno a risalire il caos di ghiaie e massi


per poi percorrere il breve tratto di cresta che mi separa dal rifugio

direi che un cappuccino accompagnato da strudel me li sono meritati, no?

faccio due parole col gestore, che mi dice che in tanti anni è la prima volta che tiene aperto a ottobre inoltrato , e poi riparto, sempre sentiero 516, direzione Passo Feudo (lungo il quale, a conferma dell' eccezionalità di questo autunno, incrocierò parecchie persone in salita)

scendo giù "a gamba libera": le lascio andare in piacevole picchiata


e raggiungo in breve il passo, dove riprendo la stradina 521 di ieri

che in pochi minuti mi porterà al parcheggio

Sul più bello che ero convinto di aver terminato la stagione, mi è arrivato questo meraviglioso "jolly" e direi che me lo sono giocato davvero bene... adesso però la stagione mi sa che è finita per davvero, ieri ha iniziato a nevicare e... iniziziamo a prepararci per le mazzingate in pista

