Lunedí sera ho le palle stragirate, le previsioni meteo della settimana fanno schifo... ma schifo proprio... niente di niente da fare... niente mare, niente montagna, si prospetta una settimana strapallosa...

Martedí per non so che motivo mi sveglio ad un orario indecente e non riesco a riprendere sonno, bon bon, cavolo combino tutto il giorno adesso...?

Più per noia che per curiosità guardo le previsioni meteo... SONO CAMBIATE!!!!!

Pare che in zona Pale possa esserci una giornata decente, a sto punto tanto vale provare, male che vada ripiegherò in una giornata a porcini nel mio secret-spot a Fiera di Primiero!
Lo zaino è già pronto (visto il meteo mutevole lo zaino "base" ormai lo lascio sempre pronto, devo solo aggiungere barrette, liquidi e l' eventuale materiale per dormire fuori), un giro in zona è già programmato da tempo, ripasso al volo il programma, mi vesto e parto.
Per strada il cielo è coperto ma da indicazioni di volersi aprire, in caso di problemi posso comunque fermarmi al Rifugio Treviso o comunque abortire più avanti, oltre ad avere, extrema ratio, il Bivacco Reali.
Arrivo al parcheggio sotto Malga Canali, praticamente non c'è ancora nessuno e parto lungo il sentiero 707 in direzione Rifugio Treviso

che inizia comodo comodo nel bosco seguendo la sterrata di fondovalle

per poi uscire quasi subito all' aperto dandomi un' anticipazione di ciò che mi aspetterà


diciamo che non è caldissimo, anzi fa proprio freschetto, e non è la prima volta questa estate che vado a camminare coi pantaloni pesanti (normalmente arrivo a metà settembre in pantaloni corti oppure lunghi ma leggeri

nel frattempo arrivo a Pian delle Lede, dove c'è il bivio per il Bivacco Minazio

io tiro dritto e attraverso il Torrente Canali

adesso il sentiero torna ad imboscarsi e inizia a salire a tornanti

ed in poco tempo mi porta al Rifugio Treviso, dove mi fermo per strudel + cappuccino e faccio rifornimento per il pranzo

Finalmente il cielo si è aperto e mentre fumo una sigaretta mi godo il panorama verso la bassa Val Canali

e verso la testata della valle

È ora di ripartire, sempre sentiero 707, direzione Passo Canali

il sentiero inizia rientrando nel bosco

concedendo qualche visione su Cima di Sédole

quando ne esco mi trovo sparate davanti Cima d' Alberghèt e Cima del Coro


Adesso il sentiero è all' aperto e passa sotto i nevai ai piedi della Pala del Rifugio

per poi inerpicarsi per un canalino

e proseguire in costa

fino ad arrivare sotto il Vallone dei Vani Alti

Se fin' ora il vento era stato sopportabile, adesso è diventato una piaga assurda: freddo e vento forte, fastidiosi fino a farmi quasi maledire di essere partito...

Fortunatamente questo tribolare è ben ripagato dalle visioni che cominciano ad entrare nel vivo dei miei gusti



proseguo attraversando un altro nevaietto

con la Cima dei Lastèi che alla mia sinistra mi accompagna come un compagno fedele

Mi volto indietro verso la Val Canali

e poi proseguo dritto in comodo falsopiano

arrivando ai piedi del Vallon del Coro, dove mi fermo a riposare qualche minuto

Bene, se fin' ora era stata una tranquilla passeggiata, adesso si comincia a fare sul serio.
Prendo il sentiero 743 in direzione Bivacco Reali

il sentiero comincia subito ad inerpicarsi su per il Vallon del Coro, inizialmente tra i prati

per passare subito dopo al giaione, che sale di fianco al nevaio: si inizia a ravanare!



con la Cima dei Lastèi che alle spalle continua a guardarmi

adesso il sentiero ci passa proprio in mezzo al nevaio!

È mattina, fa freddo e la neve è dura, ma con un buono scarpone dotato di buona suola (leggasi no scarpe approach o simili e neanche scarponcini leggeri) si sale senza troppi problemi

dicevo che fa freddo e vento, bene adesso decide pure di richiudersi


nel frattempo esco dal nevaio e torno sulla pietraia mista a qualche chiazza d' erba

alle spalle mi lascio questo

arrivo praticamente ai piedi dei Vani Alti, in un ambiente che ormai è lunare


e incontro, a poca distanza da me, un branco di camosci;
questa volta i miei portafortuna sono altamente maleducati: solo il capobranco -abbarbicato sul suo masso- mi guarda, tutti gli altri invece, ben allineati, mi mostrano il lato B


Tant'è, nel frattempo arrivo nei pressi dell' attacco della ferrata ed inizio a prendere imbrago e armamentario

adesso si è chiuso anche dietro

mentre davanti sembra volersi riaprire

bon, imbragato e armamentarizzato, vado all' attacco, passando alcuni metri sopra questo bel canale innevato

SI COMINCIA


e quando la ferrata inizia a salire verticale il cielo inizia a riaprirsi!!!


è una ferrata divertente, spesso verticale (talvolta con l' aiuto di staffe), impegnativa ma non eccessivamente difficile


mi fermo un attimo per guardarmi intorno... bhe posticino mica da ridere!






arriva un tratto facile, solo un pelo esposto, ma col suo bravo cavo di protezione...
perché?
perché quando ti trovi davanti questo torrione se non ti prende un colpo ci manca poco!!!



adesso la ferrata risale questo canalino, e alle spalle la visione del sottostante vallone è a dir poco vertiginosa


mentre alzando lo sguardo ho davanti queste meraviglie della natura


ATTENZIONE ADESSO, Blitz stai bene concentrato perché bisogna passare dall' altro lato del canalino e il cavo è interrotto, quindi occhio e passo fermo che scivolare vuol dire tornare praticamente al bivio rotolando

bon, passato il punto rogna ricomincio a salire come un ascensore

ultime fatiche, al cospetto della Torre dei Bèchi

e con alle spalle questo panorama sulle Pale

e quasi all' improvviso arrivo a Forcella del Marmòr, dove termina la ferrata

già qua? penso io... bene, avv...
eh?
non mi ero ancora girato

BOOOOOOOOOOOOIA ma che razza di posto è???









sono arrivato su un piccolo altopiano che è una sorta di versione in scala dell' Altopiano delle Pale, semplicemente spettacolare

e il panorama? vogliamo parlarne?

Sas dla Crusc, Conturines, Tofane, Croda Rossa, Cernera, Cristallo... vi basta?



no?
allora vi spalmo in faccia pure l' Agnèr!!!!

Dopo questo tripudio della follia mi rimetto in marcia verso l' ormai vicino Bivacco reali

in un ambiente che è tra i miei preferiti: un deserto lunare addolcito dalla neve


il bivacco è già in vista, al cospetto della Croda Granda

attraverso questo nevaio...


che spettacolo di posto



e arrivo cosí al Bivacco Reali, piccolo bivacco da 6 posti della sezione CAI "Fiamme Gialle", dove mi fermo a mangiare e riposare un po'

La Croda Granda è a un tiro di schioppo, potrei anche salirla, ma continua a tirare un forte vento gelido e preferisco inoltre tenermi dei buoni margini temporali, cosí mi accontento di guardarla da qua

Bon, mangiato e riposato è il momento di ripartire su questo altopiano spettacolare


che termina con questo canalone che precipita da Forcella Sprit

inizio ad aggirare le Cime Vani Alti, e compaiono le Alpi Feltrine, di là della valle


subito dopo tocca al Sass da Camp pararmisi davanti


continuo l' aggiramento di questa scogliera fotonica

ed arrivo sopra al circo dei Vani Alti, altro ambiente spaziale da discendere per comode ghiaie

raggiungo il fondo del catino

e ne seguo il fianco destro, col Sass de Mura che fa capolino in fondo

sfilando la testata del vallone che scenderebbe a ricongiungersi col sentiero di stamattina

adesso mi fermo a godermela, questo è un altro di quei posti in cui starei imbambolato per ore....
sia per l' ambiente




che per il panorama



purtroppo non posso fermarmi quanto vorrei e mi rimetto in marcia verso il sentiero della Scaletta

che comincia subito in ripida discesa

e punta al lato orientale del Sass d' Ortiga


giù per lo sbudellamento, raggiungo la scaletta e capisco il motivo del nome: sono sceso da qua in mezzo


adesso il sentiero prosegue sempre ripido ma più umano

con bella vista sulla conca di Gosaldo, dominata dalle Feltrine

se con la piacevole immagine della conca vi ho dato un' impressione di pace e tranquillità...
SCORDATEVELO!!!

questo è il regno del selvadego

selvadego che continuo a costeggiare sostanzialmente su traccia ripida ma buona

e con una breve digressione su pratoni


arrivo all' incrocio col sentiero 720 che viene da Mis e va al Rifugio Treviso passando per Forcella delle Mughe, e qua arriva il bello: bisogna attraversare e riattraversare un vallone franato

per poi inerpicarsi su in mezzo ai prati (il sentiero è comunque ben sassato)

e ravanare fino a sta roba qua

lasciate ogne speranza o voi ch' intrate.... e do un ultimo sguardo all' umanità della valle

bho io c' ho la mania di impegolarmi in ste robe qua... pare abbia la calamita...

vabbé alla fine in qualche modo ne vengo fuori

e arrivo finalmente a Forcella delle Mughe...

err mughe o ortrighe? bho metive d' acordo...


se avevo definito sbudellamento il sentiero della Scaletta... bhe non sapevo ancora cosa mi avrebbe aspettato qua


questo non è un sentiero, e, inizialmente, neanche un ghiaione: è un monoblocco di bitorzoli rocciosi da scendere aiutandosi con le mani stando attenti a non mettere un piede in fallo: non per il rischio volo (max 2 metri) ma per la certezza di fracassarsi qualcosa... insomma... un sentiero da càvare

quando sta roba si trasforma in ghiaione tiro un sospiro di sollievo

e arriva l' immancabile nevaio


ricomincio a ravanarmi la discesa fino a raggiungere i prati

costellati di queste belle fioriture

fiori, prati, queste amenità non traggano in inganno: sempre ripido va giú il sentiero


fino ad infilarsi -ancora più ripido e costellato di radici- nel bosco

sono cosí di ritorno al Rifugio Treviso, dove un caffè e una grappa all' ortica non me li toglie nessuno


...e dove il gestore mi dice che oggi sono stato l' unico a fare il giro: due tedeschi che avevano dormito la erano partiti mezz'ora dopo di me ma arrivati al nevaio prima dell' attacco della ferrata han preso paura e son tornati giù...
bon caffeinato, grappato e fumato mi avvio a ritroso lungo il sentiero 707 giù per il bosco


per raggiungere in poche decine di minuti il Torrente Canali e la strada che mi riporterà alla macchina


Sono stanco, ho patito il freddo e il vento come mai prima d' ora, ma sono stracontento di essere partito quasi per caso -con pure l' opzione d'emergenza di andare a funghi- e di essere invece riuscito a completare questo giro fantastico che mi ha portato a scoprire il lato selvaggio delle Pale di San Martino