È ora di rimettersi in movimento, seriamente, cosí decido di fare un giretto al Rifugio Carducci per provare i canederli all' ortica del Bepi, e la nuova ferrata attorno alla Croda dei Toni, allestita 2 anni fa in sostituzione di un sentiero bello ma inagibile da anni poiché ad ogni starnuto del cielo veniva giú tutto...
L' idea è quella di salire per la Val Giralba: so che il sentiero è chiuso con ordinanza da un paio d' anni perché la parte bassa è stata cancellata da vari franamenti, ma un amico del posto mi dice che si può bypassare seguendo il greto del torrente, dove sono stati posizionati anche degli ometti, basta che non piova, o non abbia appena piovuto.
Bene, la sera prima diluvia, da casa sento anche la sirena di allarme di una frana, mi sa che gli ometti del torrente avranno le pinne...
Salire dalla Val del Marden non se ne parla, c' ho già lasciato 50 litri di sudore 3 anni fa in quel forno

opto quindi per turarmi naso e orecchie (ma spalancare gli occhi vista la quantità di gnagna

Partenza con calma, il traffico non è eccessivo, ma quando arrivo a Misurina ecco la sorpresa: strada chiusa per parcheggio pieno


Mi rassegno e aspetto, fortunatamente dopo mezzora riesco a passare, ed in breve sono a parcheggiare nel carnaio.
Subito mi da il benvenuto il tripudio di guglie dei Cadini di Misurina


seguito dalla maestosità del gruppo del Cristallo

mentre sopra la testa ho la Cima Ovest di Lavaredo

Zaino in spalla, e mi avvio lungo il sentiero 101, direzione Rifugio Lavaredo


Il sentiero, che integralmente comprenderebbe il passaggio per i rifugi Lavaredo, Locatelli, Pian di Cengia e Comici, con la successiva Strada degli Alpini e discesa ai rifugi Berti e Lunelli, in questo tratto segue la strada militare che, provenendo da Misurina (attuale strada a pedaggio delle Tre Cime), collegava le retrovie italiane di Forcella Longeres con le posizioni dei Piani di Lavaredo, costeggiando il versante meridionale delle Tre Cime e godendo della vista, sullo sfondo, della possente Croda dei Tòni (tuoni; i Pusteresi la chiamano piú innocuamente Zwölferkofel - Cima Dodici, per la sua posizione nella meridiana di Sesto) la montagna che, come dice Berti, "comincia dove le altre finiscono"


allontanandosi dal parcheggio, ed affacciandosi sul Valón de Lavaredo, compaiono le Marmarole e, piú lontane, le gotiche Dolomiti d' Oltrepiave

Percorrendo la strada, facendo lo slalom tra passeggini, selfies e foto con pose da supereroe (

Per il momento si manifestano come crode sopra la mia testa

mentre LA Croda, quella dei Tòni, sembra volersi fagocitare tutto da un momento all' altro, fa impressione


ecco inizia la metamorfosi


spuntano delle torri

MISSILI PRONTI AL LANCIO!

MENO DIECI, NOVE, OTTO...

Dietro la curva compare il Rifugio Lavaredo, sormontato dalla Croda Passaporto

mentre la batteria missilistica si trasforma in un castello medievale


Superato il Rifugio Lavaredo la folla cala: la maggior parte si ferma là, un' altra buona parte sale lungo il sentiero alto verso Forcella Lavaredo (teatro, nell' ultima puntata di Un Passo dal Cielo, di un epico duello dal sapore western tra Terence Hill ed un bandito), pochi restano sulla strada (che conduce anch' essa alla forcella)

Raggiungo i ruderi di una baracca

e quando mi giro la metamorfosi è completa: il castello di Dracula fa meno paura

Raggiungo anche un bivio: dritti si proseguirebbe col 101 per Forcella Lavaredo e il Rifugio Locatelli, io prendo il sentiero 104, direzione Rifugio Carducci

Anche questo sentiero in realtà è una strada, anch' essa costruita durante la guerra: strada importantissima, poiché collegava la retrovie dei Piani di Lavaredo con quelle del Lago di Cengia, e da là verso le linee di Passo Fiscalino, Collerena, Forcella Croda dei Tòni e Forcella Giralba (da dove partiva anche il sentiero per le creste di Cima Undici, dove i mitici Mascabroni - Alpini scelti dei Battaglioni Cadore e Fenestrelle - al comando del Capitano Giovanni Sala preparavano l' epica impresa di Passo della Sentinella).

Subito incontro i piccoli Laghi di Lavaredo

poi comincio la discesa verso Pian di Cengia Basso

Quando aggiro la Croda Passaporto non posso dire di rimanere sorpreso, poiché già da un pezzo la vedevo troneggiare, ma imbambolato, intimorito, con un urlo strozzato in gola, questo si.
La grande Signora si manifesta in tutta la sua maestosità, la montagna che comincia dove le altre finiscono. Appunto. ELAMADONNA







Guardando verso la Val di Cengia si riconoscono già chiaramente Punta de l' Agnel e Campanili del Marden

dalla valle sale un allegro scampanellio: è una mandria di cavalli al pascolo, e ce ne sono di tutte le razze e di tutti i colori

Attraverso il greto del vallone che scende dal Ciadín del Passaporto

e proseguo passando sotto le ultime propaggini del Paterno: la modalità è total relax


attraverso quel ghiaione passa uno dei sentieri di rientro della ferrata

Arrivo a quota pascoli, e davanti compare il Monte Cengia, che inutilmente prova a nascondere la grande Croda

mentre la vista verso valle è chiusa in fondo dalle sempre meravigliose Marmarole


Supero l' incrocio col sentiero 1107 per la Val di Cengia, ed inizio la breve e leggera salita verso Pian di Cengia Alto

Passo sotto lo sperone alla base delle Crode dei Piani, dove passa un vecchio sentiero di guerra utilizzabile come "scorciatoia" verso Forcella Pian di Cengia e Passo Fiscalino

ed eccomi all' azzurro laghetto, la cui conca è sbarrata dal Collerena

Proseguo lungo la strada, passando sotto le Crode dei Piani: ora la scorciatoia si vede bene.
In basso, fuori dalla strada, c' è un piccolo monumento: penso ad uno dei tanti monumenti commemorativi eretti dopo la guerra, domani scoprirò la più triste realtà...

Adesso si ricomincia a salire, sempre senza tanti sforzi


fino ad arrivare ai resti di quello che era un vero e proprio villaggio militare

al villaggio c' è un bivio: prendo il sentiero 107 in direzione Bivacco De Toni (quasi omonimo della grande Croda, ma qua si riferisce ad un cognome)

Pur non essendo piú una strada, anche questo sentiero è comunque di origine militare

do un ultimo sguardo ai Piani di Cengia dominati da cime una piú bella dell' altra

e poi via verso Passo del Collerena

mentre alle spalle i Tre Scarperi si aggiungono alla collezione


salgo dei brevi tornanti, e la Croda dei Toni torna a farsi vedere


il sentiero spiana nuovamente

e passa davanti l' ingresso di una caverna di guerra

e a quel punto la grande Signora assume quella che ritengo una delle sue forme piú affascinanti: sembra un cristallo precipitato dal cielo e conficcatosi nella terra




In breve raggiungo la Forcella della Croda dei Tòni, caratterizzata da un capitello con campanella dedicato a degli alpinisti triestini qui caduti negli anni '50

Qua mi fermo per il mio solito "pranzo", ormai i gracchi hanno imparato a riconoscermi e manco si avvicinano piú

Bene, a stomaco "pieno" (

da una parte Marmarole, Sorapiss, Cadini, Cristallo e Tre Cime

dall' altra l' imponenza di Cima Undici, la casa dei Mascabroni

Inizio a scendere il sentiero senza numero che si raccorda al sentiero che collega i rifugi Zsigmondy-Comici e Carducci: sulle cartine è segnato come traccia facile...
sisi proprio


proprio zero ripido


qua stiamo entrando nel vivo del fronte, e si iniziano a trovare i primi reticolati

in lontananza, in basso, compare il Rifugio Zsigmondy-Comici, dominato da Pulpito Alto e Cima Una

mentre aggirando la grande Croda mi trovo di fronte la Cresta Zsigmondy e il grandioso Popèra

sopra la testa le imponenti pareti della grande Signora incutono soggezione


il sentiero adesso taglia i ghiaioni a mezza costa, ed arrivano le sorprese: da una parete cosí incombente, severa, chi se l' aspetta di vedere spuntare torrette e spuntoni del genere??

Tra una ghiaia e l' altra arrivo ad immettermi nel sentiero 103, che collega la Val Fiscalina con la Val Giralba

e raggiungo in breve il Lago (poco) Gelato

alle spalle il Pulpito Alto domina la Val Fiscalina

Ultime fatiche tra le ghiaie

mentre gli sbarramenti di reticolato si fanno piú frequenti

arrivo cosí all' ampia insellatura di Forcella Giralba, sotto la Piccola Croda dei Tòni

da qua mi affaccio sulla conca dominata da Croda Berti, Cima d' Auronzo e Punta Maria: ancora poco e sono in rifugio!


La tabella indica la via

e al cospetto del Monte Giralba di Sopra comincio la discesa


Eccomi arrivato al Rifugio Carducci, dove passerò la notte! (foto presa la mattina)

Faccio una doccia, mi rilasso un po' e sono pronto per la cena.
E qua c' è da fare una digressione culinaria: alcuni rifugi, anche in condizioni meno disagevoli (al Carducci niente jeep né teleferica, i rifornimenti devono arrivare in elicottero) propongono a chi fa la mezza pensione roba tipo sbobbe e cotolette surgelate, altrimenti se si vuole mangiare qualcosa di decente bisogna andare "à la carte"; al Carducci questo non è concepito: con la mezza pensione ti propongono il loro top di gamma, in particolar modo i canederli, per i quali il mitico Bepi, il gestore, ha una vera passione: quando non è a "rampegar" in giro (compresa l' Himalaya), è a impastar canederli!
Oltre al classico tris di canederli, propone i suoi canederli all' ortica: scelgo questi, sono salito apposta per provarli (se fossi salito dalla Val Giralba, il giro mi avrebbe fatto tornare al Carducci l' indomani a pranzo, e avrei potuto provare anche il tris "classico").
Bene, questi canederli all' ortica sono qualcosa di fuori di testa, di un altro pianeta, incredibili, fotonici, strepitosi, meravigliosi!

Da soli potrebbero valere le 3/4 ore necessarie per raggiungere il rifugio.
F E N O M E N A L I
Di secondo, opto per una piú tradizionale salsiccia con polenta, ma quei canederli sono rimasti nel cuore.
Galattici.
Nel frattempo arriva il tramonto, zompo fuori per non perdermi l' Enrosadira


Davanti al rifugio si illumina la Croda de Ligonto

Mentre in fondo le Marmarole sono un' unica cresta rossa


Bene, soddisfatto del tramonto, comincio a prendere il mio sonnifero (grappe, ovvio)
Vado a dormire prendo sonno come un pero, ad un certo punto mi sveglio, guardo l' ora pensando siano tipo le 2 di notte, sono le 6: mi sono fatto 7 ore e mezza filate!!!

Bene, manca una ventina di minuti all' alba: caxxeggio un po', dopodiché con calma esco a vedere se si becca qualcosa.
La cresta sopra il rifugio non diventa tinta fuoco come al solito, diventa ROSA







mentre davanti, le Marmarole sembrano avere l' abbonamento


Bene, tutto contento vado a preparare lo zaino e scendo a far colazione, saluto il mitico Bepi e il suo staff, e mi metto in marcia lungo il sentiero 107, destinazione Bivacco de Toni e Lago di Cengia

Il sentiero comincia puntando alle estreme propaggini sudorientali della grande Signora

Si scende nella conca dove poco distante si vede il piccolo Lago Nero

alle spalle, le creste della Croda dei Toni

pian pianino mi avvicino alle ghiaie

mentre tra il Monte Giralba di Sotto e la Croda de Ligonto il sole esce a scaldare


questa prima parte è piacevolissima, in leggera discesa perfetta per scaldare le gambe

Finita la discesa si attraversa un po' di brulleria

e si inizia a salire verso la comoda spalletta ghiaiosa

Prima di cambiare versante, guardo un' ultima volta la Forcella Giralba

ed il rifugio, dominato dal Monte Giralba di Sopra

Una volta cambiato versante, il sentiero diventa una comoda passeggiata in quota, puntando alla Forcella Maria che separa le Cime Pezziòs dalla Torre Maria

Ad un certo punto credo di avere le traveggole...
Penso un attimo... no, non ho bevuto grappa a colazione... non ho neanche fumato cose strane...
Che cavolo è quell' affare la???



gli passo dietro, e da qua sembra quasi una moka


Va bon, rimettiamoci in marcia va... e stiamo attenti, che qua il sentiero si fa piú fastidioso...

intanto alle spalle lo scenario è chiuso dai monti Giralba di Sopra e Giralba di Sotto

Arrivo all' inizio delle attrezzature: con tutta calma mi imbrago e mi preparo, mentre mi raggiunge una coppia padre-figlio di Venezia che avevo conosciuto in rifugio. Saranno i miei compagni di viaggio per un lungo tratto, e devo dire ottimi compagni: andatura simile alla mia, ci facciamo il giro ciascuno per i fatti propri, ma rimanendo sempre a portata visiva o quasi, e beccandosi a far due chiacchere in qualche punto di pausa.
Li lascio andare avanti

poi mi avvio anch' io: questo primo tratto fa ancora parte del sentiero "storico", ed il cavo è sostanzialmente un corrimano per agevolare la salita


arrivo in vista di Forcella Maria

qua avviene la separazione tra il tracciato "storico" e la nuova Ferrata Severino Casara: il vecchio sentiero scendeva per sta roba qua


si inizia subito in cengia

seguita ed in breve arriva il primo dei due ponticelli: ora, io non sono cosí appassionato dei ponti sulle ferrate, ma in un' ottica di sfruttare i punti deboli che la montagna offre ci sta... certo, si sarebbe potuto fare altrimenti, ma si sarebbe rischiato di aumentare la difficoltà tecnica del percorso, spostando la concentrazione su di essa anziché sull' ambiente spettacolare attraversato, cosa che poteva aver senso in posti insulsi, ma non in posti grandiosi come questi, quindi a mio avviso hanno fatto la scelta giusta
(tanto a mettere "pepe" ci pensa già il passo del gatto subito dopo il ponte


passo che dall' altro lato sembra una bocca pronta a mangiarsi gli escursionisti


come dicevo questa ferrata è improntata a valorizzare piú la spettacolarità dell' ambiente che il lato tecnico (in controtendenza con le ferrate moderne che esasperano il lato tecnico in ambienti spesso insulsi, ferrate poi che non servono a nulla perché partono da un parcheggio per arrivare ad un altro e non sono inseribili in giri di ampio respiro) ed infatti passata la cengia comincia a seguire una (quasi) tranquilla traccia di sentiero sui verdi, regalando panorami impressionanti.
Alle spalle lo scenario è chiuso dalla Croda Gravasecca

mentre davanti sono le Marmaròle a dare spettacolo


addirittura in un punto il Pupo delle Marmarole sembra un mirino puntato sul Duranno, il re dell' Oltrepiave

alternando qualche tratto su cengia attrezzata a qualche tratto di sentiero sui verdi, si arriva in vista del Col de l' Agnel

poi spunta anche la Punta dell' Agnel, che si alza da ghiaioni poco rassicuranti...

intanto il percorso va a scendere verso un canale

Via giú!

si prosegue dentro e fuori tra cenge e canaletti


con qualche breve tratto verticale a condire il tutto

ad un certo punto una cengia attrezzata inizia a "coprirsi" anticipando quello che sarà il breve tratto pruriginoso del giro

un passo del gatto che piú che altro è un passo della sottiletta: per fortuna che da inizio stagione ho perso 4 kili: provvidenziale



non so come, ma riesco a mettermi in posizione "safe" (non ci vuole molto, basta incastrarsi


Ne vengo fuori, e dopo un altro aggiramento in cengia compare la Forcella de l' Agnel, tra l' omonima Punta e la Cima di Auronzo, e si vede anche il minuscolo puntino rosso del bivacco!


arriva un breve tratto verticale: l' ultimo

che porta ad un terrazzino con bella vista sulla Cima di Auronzo

Una breve cengetta porta al secondo ponticello, non so, ma come posizione mi piace di piú rispetto al primo

Faccio una foto verso "fuori"

e mi avvio verso l' ultimo tratto in cengia: bisogna approfittarne per riposarsi perché poi arriva la gran ravanata


Dopo l' ultimo aggiramento, si sbuca sull' infame canalone


eccolo che mi aspetta

mettiamola cosí, il panorama dal canalone è bello, con vista sparata sulle Marmarole


il problema è andar su


supero il primo infido tratto slavato, poi il sentiero taglia il ghiaione e si umanizza

Arrivo al punto in cui il nuovo sentiero si riallaccia a quello "storico"

Se prima dicevo che hanno fatto bene a sostituirlo, adesso dico che hanno fatto benissimo!
Il vecchio infatti scende per una roba che a confronto la discesa che ho fatto l' anno scorso da Forcella Anna era una passeggiata da fare in converse


Forza e coraggio, la forcella si avvicina!

La Cima d' Auronzo ormai è di fronte!


Oddio è sparito il bivacco?

ah no è dietro il masso


Ed eccomi arrivato al Bivacco De Toni, fine dello sbudellamento

mi godo il panorama su Auronzo ed il suo lago

Poi mi godo il meritato riposo e la sigaretta della soddisfazione

Riposato e fumato, mi rimetto in marcia raggiungendo subito la sovrastante Forcella de l' Agnel

SBADADAM arriva una legnata che mi spezza le ginocchia







e i Tre Scarperi sembrano voler montare in groppa a tutto il resto



Comincio a scendere lo sbudellamento

fino a che il sentiero comincia a tagliare in costa i ghiaioni alla base della grande Signora

arrivo al bivio col temibile sentiero 106 che sale dalla Val del Marden, sudo come un matto al solo pensiero di quando l' ho salito tre anni fa

adesso il giro della Croda dei Tòni passa per uno dei punti piú spettacolari ed impressionanti al tempo stesso: mentre davanti il panorama è cinema puro, sopra la testa incombono le poderose pareti della grande Signora



Questo sentiero è sostanzialmente il mio ideale: una brulla traversata


il mio sogno

Ad un certo punto una serie di reticolati indica che stiamo tornando in zona fronte

mentre in fondo inizia a farsi vedere il nevaietto finale

Aggiro un colletto a sinistra, e compaiono le Tre Cime nella loro versione piú slanciata, piú sexy: sono S P E T T A C O L A R I




alle spalle, guarda che brulleria



mmm c' é qualcosa che non mi quadra... ok, in fondo è comparso il Cristallo (


Tolgo gli occhiali da sole, guardo meglio
E INVECE SI, È LA REGINA!!!!!


Mi riavvio verso il nevaietto

Mmmm bella questa! la traccia passa in mezzo, ed è assicurata con un cavo che lungo il nevaio è tenuto su da due pali piantati nella neve...
si, solo che sono stati piantati probabilmente a inizio stagione, e adesso con sto caldo si è sciolta e sembrano parecchio... pericolanti


mi raggiungono i due veneziani (li avevo superati al bivacco), facciamo il punto della situazione

Loro sono ancora imbragati, decidiamo di andare nell' ordine padre, figlio, e io a chiudere.
Appena parte i due paletti, come prevedibile, vengono via, comunque riesce ad attraversare senza troppi patemi.
Parte il figlio, il padre gli da una mano, e via anche lui.
Parto anch' io (pigramente non mi sono reimbragato, ma consiglio di farlo), via passo...
Il padre, dopo aver dato una mano a me, resta a dare una mano anche a due tedeschi (a occhio anch' essi padre e figlio) che ci seguivano: questo è lo spirito della Montagna.
Io e il figlio intanto ci portiamo in alto in zona "tranquilla" superando un breve tratto attrezzato (quand' ero passato nel 2013 la neve era ben piú alta, non c' era il cavo coi paletti, e si arrivava direttamente sopra al secondo tratto attrezzato



Da qua posso riguardare con calma tutta la brulleria percorsa da Forcella de l' Agnel a qua sotto


Ripartiamo per l' ultimo breve tratto ghiaioso fino a Forcella della Croda dei Tòni

guarda che razza di ambiente


Arriviamo in forcella: da una parte fa bella mostra il Paterno

dall' altra i ghiacciai austriaci dominano lo sfondo

ah poi ovvio, girandosi ancora ci sono Loro col Cristallo a fare da sfondo


Bene, il clou del giro è concluso, adesso il sentiero si congiunge alla comoda traccia che avevo salito ieri

con le Marmarole ed il Sorapíss che sono ricomparsi

mentre davanti punto dritto a questo delirio Dolomitico



supero il Passo del Collerena, e davanti mi ritrovo la conca sovrastante i Piani di Cengia, col suo reticolo di sentieri e postazioni

Qua saluto i due compagni di viaggio e ci scambiamo i contatti, belle queste conoscenze che nascono sui monti!
Loro prendono una scorciatoia per Passo Fiscalino e il Rifugio Pian di Cengia, io proseguo verso il "villaggio"

qua riprendo il sentiero 104

ma scendendo verso il lago mi incuriosisce l' obelisco visto ieri, troppo particolare quel "recinto attorno"...
Ho un triste sospetto, e decido di andare a verificare

Quando arrivo giù scopro che purtroppo il sospetto era fondato: è un cimitero di guerra, dove sono stati sepolti degli Artiglieri travolti da una valanga il 25 febbraio 1916

Riparto mestamente costeggiando il lago

e scendendo verso la base della Croda Passaporto


Attraverso il greto, e adesso la strada comincia a risalire: sono solo 200 metri di dislivello, ma inizia a fare caldo

passo sotto la Croda Passaporto

saluto per l' ultima volta la grande Signora


e arrivo sotto i Piani di Lavaredo: dai che ci siamo!

Passo il laghetto, e le Tre Cime hanno ripreso la forma di immenso castello, con lo Spigolo Giallo in bella mostra




Bene, non mi resta che scendere al Rifugio Lavaredo e godermi lo spettacolo su Cadini e Marmarole

E dopo lo spettacolo della natura, mi godo anche lo spettacolo delle Penne Lavaredo!
Buonissime, e soprattutto, io quasi mi vergognavo a chiedere razione "abbondante", mi hanno letto nel pensiero e c' hanno pensato loro! GRANDI!
Dopo la mangiata che mi ha fatto riprendere i chili persi col giro, mi rimetto in cammino lungo l' ultimo breve tratto sul sentiero 101

L' avventura ormai è finita, devo dire che il giro è andato benissimo sia per il meteo, sia per i panorami, sia per le mangiate

