Cronaca di un corso di arrampicata

Argomenti vari legati al mondo della montagna.

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Blitz » 18/11/2014, 20:59

Sergio da Gemona ha scritto:Io mi chiederei, piuttosto, con che criterio rimuovo un limite?


per esempio superandolo... l' ultima estate, per lo meno la prima metà, era per me, a causa di una situazione mia interiore, una continua sfida/rincorsa ai miei limiti, a raggiungerli, a dimostrare qualcosa a me stesso... bene in seguito a dei giri che ho fatto, mi sono reso conto di averli infranti, di averli buttati all' aria, creandomi dei "nuovi limiti", ben più in la dei precedenti, in un punto che non mi interessa neanche lontanamente raggiungere... e mi son reso conto di non aver più nulla da dimostrare, in primis a me stesso, e le mie ravanate, da un' ansiosa caccia ai miei limiti, si sono trasformate in un meraviglioso "yoga" (straconvincendomi ancora di più a muovermi in solitaria, per non disturbare l' estasi meditativa/contemplativa)

FaFo ha scritto:Sei un porco!

E comunque voglio vederti al cospetto della nord-ovest del Civetta in cerca di ghiaioni dove passare! :D


hog.jpg
hog.jpg (41.73 KiB) Osservato 3318 volte


mi rassegno a girargli intorno e passare per Forcella Coldai

Sergio da Gemona ha scritto:Caro Bliz,
nessuno meglio di me ti può capire, la tua non è depravazione ma una particolare forma di feticismo nella quale la meta del desiderio (sessuale) è un oggetto inanimato.


della serie, è opportuno che andiamo a farci vedere :aaaemo:

Sergio da Gemona ha scritto:noto che non ci sono donne attive in questo forum

c'erano, ma un forumista le ha fatte scappare provandoci con tutte :aaaemo: :aaaemo: :aaaemo:
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Quarta lezione

Messaggioda artemisio60 » 18/11/2014, 22:10

Certo che ad alcuni di voi piace proprio chiacchierare, eh ?
Bello, siete intervenuti davvero in tanti, e vi ringrazio tutti per le parole di apprezzamento e per i concetti che avete espresso.
Mi piacerebbe rispondere a ciascuno di voi, ma ho paura di annoiarvi con le mie chiacchiere. Fidatevi però che ho letto ogni intervento con l'attenzione che meritava.

A questo proposito, ho ragionato sull'esempio "sciatorio" di fedipos e credo di averne capito il senso, tuttavia non so se sia applicabile al mio caso.
Nell'esempio si parla di un autodidatta, mentre io sto seguendo un corso.
Al corso, credo (spero), che uno dei compiti principali degli istruttori sia (o dovrebbe essere) proprio quello di far notare gli errori agli allievi e di correggerli, evitando quei vizi di impostazione di cui parla il nostro amico.
Anzi, esattamente da questo punto di vista, se fare le cose da autodidatta espone maggiormente al rischio di commettere errori proprio di questo tipo, andare in montagna da soli non è sbagliato ?

Adesso però ho voglia di scrivere altre immense (e istituzionali) cazzate, quindi di raccontarvi cosa è successo questa sera al corso di arrampicata. Ormai siamo alla quarta lezione e si comincia a fare sul serio.

Come al solito abbiamo iniziato con un po' di teoria: i gradi di difficoltà e la storia dell'arrampicata.
Innanzitutto un istruttore ci ha illustrato la scala UIAA e la scala Francese e spiegato il significato dei vari gradi di difficoltà.
Il motivo dell'esistenza di una doppia scala è stato più chiaro dopo aver parlato di storia dell'arrampicata e aver visto lo svilupparsi di questa disciplina dagli anni '70 ai giorni nostri.
Un argomento che ho trovato molto interessante, pieno di aneddoti e di personaggi davvero particolari con le loro scarpe da ginnastica e il loro modo di non prendersi troppo sul serio.
Mi piacerebbe approfondire, con l'aiuto di internet o meglio ancora con il vostro, se fra voi c'è qualcuno che ha seguito le vicende di quel periodo.

Poi siamo scesi in palestra per arrampicare.
E ho avuto subito due problemi: il primo è che gli istruttori hanno scelto una parete con maggiore difficoltà e il secondo è che hanno deciso di mettermi in coppia con Monika.
Ora, dovete sapere che Monika è la ragazza più carina del corso (scusa Helga, anche tu sei bellissima, ma certe verità vanno giocoforza accettate) e dovete sapere, anche, che lei non fa assolutamente nulla per nasconderlo.
Vederla salire fasciata dalla sua tuta aderente e muoversi sicura e sinuosa da una presa all'altra, mi ha fatto pensare che ha proprio ragione fedipos quando dice che "avrò sempre nel cervello l'immagine dei bei culetti delle fanciulle", anche se l'attrezzo al quale stavo pensando in quel momento non era precisamente luccicante come dice lui, e difficilmente lo userei per fare sicura.

"Oh, Donna,
chi mai fu più fortunato di me,
che di ben cinque sensi venni dotato per poterti apprezzare.
Del senso dell'olfatto, per ascoltare la melodia del tuo profumo,
del senso del gusto, per odorare il sapore dei tuoi umori,
del senso del tatto, per vedere la luce giocare con i tuoi capelli e il buio con le tue forme,
del senso della vista, per toccare l'immagine perfetta del tuo volto,
del senso dell'udito, per assaporare la sapidità delle tue parole.
Oh, Donna,
cosa sarei io se tu non esistessi ?
Nulla, nemmeno saprei il significato di esistere,
perché nessuna emozione arriverebbe ai mie sensi.
Oh, Donna,
se mi degnerai anche solo di un fuggevole sguardo,
mi farai capire di essere,
e nello stesso momento farai di me l'entità più felice del creato,
il Re dei Re".

Ma sto divagando...
Tornando all'arrampicata, la volta scorsa ci siamo cimentati (pare) su un 4b mentre questa volta gli istruttori ci hanno fatto affrontare un 5b (scusate se parlo di gradi, ma li ho appena imparati e devo fare esercizio) e la differenza l'ho sentita, eccome.
Sono riuscito a salire, alla fine, concentrandomi sui movimenti e non su Monika che mi faceva sicura, ma è stato decisamente più difficile della volta precedente (e certo non per colpa di Monika).
Non avendo molti termini di paragone, dato che sono le mie prime arrampicate, mi chiedo quale sia l'effettiva differenza di difficoltà fra un grado e il successivo, e cosa voglia dire affrontare un 6b o peggio.
Finito il turno di tutti (e qualcuno di noi non è riuscito a "risolvere" il 5b di oggi), siamo passati a una semplice parete appoggiata e gli istruttori si sono inventati uno strano tipo di progressione.
Ci hanno fatti salire slegati a un metro da terra, e fatto percorrere la parete in "traversata" orizzontale usando una sola mano, scambiando la destra e la sinistra ad ogni passo e portando l'altra dietro la schiena.
Non avevo mai fatto niente del genere, ovviamente, e mi sono reso conto immediatamente che ci vuole parecchia concentrazione.
Intanto mi veniva spontaneo usare entrambe le mani, quindi ho dovuto forzarmi per usarne una sola. Inoltre, a ogni cambio di mano dovevo essere perfettamente in equilibrio sui piedi, altrimenti la caduta era inevitabile.
Infine, come ultima parte della lezione, un'altra invenzione degli istruttori.
Siamo rimasti sulla parete appoggiata dove ci hanno fatto salire, legati, usando entrambe le mani però tenendole strette a pugno e lontane dalle prese.
Stando agli istruttori la parete è molto facile (3c, la usano con i bambini) ma dover salire senza quella rassicurante sensazione che viene dall'aver afferrato saldamente le prese con le mani è stato davvero duro.
Ho avuto paura.
Paura di scivolare con i piedi e non potersi tenere con le mani, paura che Monika non riuscisse a tenermi, di farmi male, di fare una figuraccia davanti agli altri allievi.
Mi sono fermato, solo un attimo, per ragionare e riprendere il controllo, mi sono concentrato sui piedi e sono arrivato su.
E così è terminata anche questa quarta lezione.

Cosa ho imparato e quali sensazioni ho sperimentato questa volta ?
Oltre ai gradi di difficoltà e ai personaggi spesso curiosi e mitici che hanno caratterizzato e interpretato la storia di questa disciplina, è stato davvero emozionante e una grande soddisfazione salire il mio primo 5b.
E'stata interessante anche la "traversata" a mani alternate.
Ma è nella salita con le mani chiuse a pugno che mi sono reso veramente conto di quanta strada devo ancora fare.
Dovendo fare a meno dell'uso "normale" delle mani, sono stato costretto a concentrarmi molto di più sull'equilibrio, sulla posizione del corpo e sui piedi, e secondo me la tecnica ne ha giovato.
Quando sono arrivato alla catena, la paura è andata via ma i dubbi sono rimasti.
"Cosa ci faccio qua ? Che senso ha mettersi in queste situazioni ?"
Devo metabolizzare queste domande, trovare delle risposte e decidere se è il caso di mollare tutto o continuare.
Credo che, al di là del grado di difficoltà, questa sia stata la parte più utile di tutta la lezione pratica.

Alla prossima.

Artemisio

P.S.
Come ultima cosa, vorrei associarmi all'appello di Sergio da non-ho-capito-dove: fanciulle del forum, battete un colpo, se ci siete!
Non fatevi intimidire dagli equivoci personaggi che popolano questo luogo virtuale di incontri (e scontri), non sono poi così terribili.
Perciò, fatevi sentire, anche solo con un fuggevole post.
Sarà sufficiente per farci capire di esistere.
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Arterio Lupin » 18/11/2014, 22:50

Uhm...

Chissà perché più leggo questa "Cronaca" più mi par di sentire i "New Trolls"...

Vabbe', mi abbandonerò a "quella carezza della sera"...

Artemisio, continua a divertirti, ma non pensare troppo a Monika, poi perdi la vista. E se esageri e ti becca Helga, perdi pure qualche dente.

Divertiti!!!
Arterio Lupin
 

Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda michelin75 » 19/11/2014, 9:43

...ho già capito, qualche altra lezione e poi il buon Artemisio inizierà a vedere così :

http://www.outdoorblog.it/galleria/stone-nudes/1

Adesso ho proprio capito, di quali montagne, si è innamorato colui il quale è devoto ad Artemide, dea della caccia...

:lol:

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Re: Quarta lezione

Messaggioda Blitz » 19/11/2014, 9:50

artemisio60 ha scritto:se fare le cose da autodidatta espone maggiormente al rischio di commettere errori proprio di questo tipo, andare in montagna da soli non è sbagliato ?

Andare da soli è sbagliato e sconsigliato per tutta una serie di motivazioni che non sto qua ad elencarti, poi ci sono i vari casi di disturbati mentali (tipo il sottoscritto o qualche altro forumista) che lo fanno ugualmente, ma non sono al loro primo giorno di montagna (e neanche al decimo, ma magari al centesimo o oltre)
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 19/11/2014, 18:38

Getto la spugna: proprio non capisce.
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Storm Sentry » 19/11/2014, 18:41

Filippo...daje....

non prendertela....è inutile che sbatacchi il cranio --> :sbaemo: :sbaemo: :sbaemo:

lui va in bici....e tu gli parli delle auto da F1...son due robe diverse...
dagli il tempo che si diverta....quando (e SE) affonterà la montagna, capirà che deve ricominciare quasi da zero
Arrivi in cima dopo aver rinunciato a tutto quello che credevi necessario alla sopravvivenza e ti trovi solo con la tua anima.In quel vuoto puoi esaminare,in un'ottica diversa,te stesso e tutti i rapporti e gli oggetti che fanno parte del mondo
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda fedipos » 19/11/2014, 18:58

Ri-getto la spugna,ormai ho esurito la vena " predicatoria". Mi faccio i cazzi miei per la gioia di molti. Appena rientro mi aspettano ski e pelli , alla faccia del mondo.
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda Storm Sentry » 19/11/2014, 19:02

m'ero perso un post...

FaFo ha scritto:
Storm Sentry ha scritto: la tecnica dei nodi fa sempre bene impararla

Su questo punto sono in disaccordo perchè è vero che "impara l'arte e mettila da parte" però se poi non hai mai modo di praticare l'arte in questione fai presto a dimenticartene. Infatti mi chiedo: a cosa mai potrebbe servire a me, semplice escursionista (o escursionione?) saper fare i nodi se poi, quando vado per monti, non porto mai nemmeno un pezzettino di corda? Perchè, in effetti, questa è la verita: nel mio zaino non è presente la corda!
Mi si potrebbe dire che sbaglio, che DEVO portare un cordino perchè non si sa mai, perchè potrei trovarmi in situazioni pericolose dove avere una corda e saper fare i nodi potrebbe salvarmi: questa critica posso anche accettarla(se ben argomentata). Diciamo che cerco di fare escursionismo in base alle mie capacità senza strafare anzi cercando di rimanere sempre un pò sotto ai miei limiti e questo, fin'ora, mi ha permesso di non trovarmi mai in situazioni da dover rimpiangere di non saper fare i nodi.


giustamente, se non sai usarle non portartele..

avere dietro un pezzo di corda, due moschettoni e un po' di tecnica ti permette di cavartela in momenti in cui invece altri rischiano di farsi male....e soprattutto..psicologicamente di sentirti molto...MA MOLTO più tranquillo.
Capita un dirupo, un salto di roccia, una cengia...se hai 20 metri di corda, due moschettoni, due cordini E LI SAI USARE...stai un attimo a

-mettere in sicurezza la cengia...anche per i tuoi amici, oltre che per te
-farti una calata....basta UN MOSCHETTONE a voler essere parchi...
-sali un pezzetto di secondo grado...vi sfido a fare 10 metri di salto di roccia di II/II+ senza corda. se avete un po' di pepe al culo (leggasi Filippo, Arterio, Fitman) ok...ve la fate in libera...(ma voglio vederli a scendere)....quello sotto ha un momento in cui non può farti sicura perché sta male...perché scivola... o altro...nodo barcaiolo e fine della storia.oppure stai "tirando su" quello sotto e improvvisamente si sente male...(sì può succedere anche su un pezzettino di 10 metri)...asola di bloccaggio e via...oppure se sta salendo...il mezzo barcaiolo ha un'efficacia che è addirittura tripla rispetto ai normali freni...

ti premetto che anche io quasi sempre non porto corda e moschettoni...è naturale che la passeggiata normale non serve portarsi questo tipo di materiale...dipende da uno cosa fa..
ma se devo fare un percorso escursionistico in quota invece sì...ma banalmente anche una ferrata, giusto per stare nel tema di questo forum

con questo non voglio dire che occorre portarsi dieci chili di ferro...bastano due moschettoni (due!), due cordini e 20 metri di corda...basta conoscere i sette nodi fondamentali e veramente...puoi quasi attraversarti le Alpi....oppure (che è MOLTO PIU' IMPORTANTE), fare sempre gli stessi sentieri che facevi prima, ma con ottocento chili di sicurezza in più

il cosiddetto "passo sicuro" dipende da molti fattori....esperienza, resistenza, sangue freddo....e uno di questi fattori è anche la conoscenza tecnica..

faccio un parallelo un po' scomodo...citando (un po') il grande Ennio Morricone...
che c'entra Morricone con le ferrate? niente..
solo che anche lui è uno che mette alla bse di quello che si fa la tecnica...puoi essere improvvissatore e artista fin che vuoi...ma se non conosci la tecnica del suono di base non andrai distante...lo stesso per la montagna
e per l'amor di dio...c'è chi fa montaga senza sapere di tecnica alpinistica....come c'è chi fa dischi con un sequencer e tre loop...
nel momento in cui fai una stecca (oppure, in montagna, ti capita il caso sfigato....e capita...state tranquilli che capita) se hai una tecnica di base ha MILIONI di probabilità di più di salvarti la faccia (o la vita...se sei in montagna)

basta...poi scrivo ancora
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Re: Cronaca di un corso di arrampicata

Messaggioda FaFo » 19/11/2014, 21:15

Ok, ottima spiegazione Storm. In ogni caso continuerò a fare escursionismo senza corda e moschettoni. Oppure potrei iscrivermi ad un corso di arrampicata e fare anch'io una bella 'cronaca di un corso di arrampicata'!
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