Qualche (!) anno fa avevo iniziato da poco a girare con le ciaspole e avevo programmato un giro dalle parti di (...).
Non c'ero mai stato in quelle zone e apposta avevo studiato (sulla carta) un giro semplice su strada forestale: salita fino al passo di (...) e lunga discesa dal versante opposto fino al paese di (...). Rientro al punto di partenza con i mezzi pubblici.
Vado e parto: bellissimo! Alberi carichi di neve fresca, spettacolare ambiente natalizio, bello come pochi ne avevo visti. Nessun pendio ripido, zero rischio valanghe e robe simili.
Totale assenza di traccia, ma... no problem! Sono su una forestale, impossibile perdersi, e il percorso sulla carta è chiaro.
Così salgo fino al passo e inizio la lunga discesa, che mi porta via diverse ore fino ad arrivare.... alla fine inaspettata della forestale!
Che si trasforma improvvisamente in sentiero, mentre sulla carta continuava.
Evidente errore della carta!
Ma seguire un sentiero sconosciuto, nel bosco, senza punti di riferimento, senza traccia, con i segni coperti dalla neve e senza averlo mai fatto prima, è tutt'altro paio di maniche che seguire una strada forestale. Almeno l'avessi fatto d'estate, avrei avuto un'idea di dove potesse passare, ma così...
E adesso ?
Tornare indietro, dopo tutta la discesa fatta, si fa notte.
Non mi resta che provare a seguire il sentiero e sperare per il meglio.
Dopo una mezzoretta di ravanamento nel bosco tutt'altro che divertente e con sempre meno luce a disposizione, riesco finalmente a venirne fuori, a ricongiungermi con l'altro pezzo di forestale e anche ad arrivare a (...) in tempo per la corriera.
Potrei dire che fui bravo a interpretare la montagna, a seguire un percorso logico, a orientarmi o salcazzo cos'altro, ma la realtà è che ebbi anche tanto culo.
Da quella volta, prima di fare in invernale qualcosa che non avessi già conosciuto bene in assenza di neve, ci ho sempre pensato prima per benino.
Questo per dire che, fra tutte le ottime cose che sono state scritte qua, una in particolare, che potrebbe sembrare un dettaglio e magari sfuggire a una lettura distratta mentre non lo è affatto, vorrei sottolineare:
fedipos ha scritto:se gente come me NON fa mai un percorso invernale senza averlo fatto senza neve, ci sarà un motivo
Concetto con il quale sono pienamente d'accordo e che ho sempre riassunto così: l'ambiente innevato presenta già una serie di rischi tutti suoi particolari.
Vale la pena di aggiungere anche quello di non conoscere bene il posto ?
Io quella lezione lì l'ho imparata per esperienza diretta, ma va bene anche impararsela su un forum. L'importante è saper cogliere l'occasione.
Un saluto,
dokkodo
P.S. Ben venga una bella discussione su artva, pala e sonda, Laustorre.
Basta però aver chiaro che come stanno veramente le cose lo puoi imparare solo sul campo.
Tipo quando un istruttore punta il dito verso di te e grida "TU! Adesso sei il leader! Organizza la fila e iniziate a battere il campo".
E dopo mezzo minuto in cui hai girato come una trottola dando ordini a destra e a sinistra viene da te con il cronometro e ti fa notare che dopo TRENTA secondi NON AVETE ANCORA INIZIATO A SONDARE UN CAZZO!
Lì tocchi con mano tutta la tua inadeguatezza.
Se poi, invece di un manichino c'è una persona vera e tu sei lì sotto con il rischio che ne venga giù un'altra mentre il tuo istinto di conservazione ti spinge a buttare tutto il peso superfluo e dartela a gambe... ma non lo fai, perchè quella persona vera domani potresti essere tu e allora vai avanti e cerchi quel maledetto rimbalzo della sonda e quando lo trovi... forse è questo che forse ci distingue un pochino dagli altri animali.