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Via Ferrata Innerkofler-Sentiero Attrezzato delle Forcelle

Monte Paterno

luglio 2021

 

La Via ferrata De Luca Innerkofler unitamente al sentiero delle Forcelle al monte Paterno costituiscono un percorso attrezzato, forse uno dei più suggestivi dell'intero complesso dolomitico di Sesto, che attraverso un sistema di gallerie e trincee di guerra percorre gran parte del profilo a forma di pala del Paterno stesso. Varie le possibilità di percorrenza della via, in questa relazione viene descritto il percorso con partenza dal rifugio Locatelli -2405m- ed arrivo al rifugio Pian di Cengia -2528m.

PERCORSO STRADALE

Il punto di partenza che rende più completa l'escursione è il rifugio Locatelli il quale può essere raggiunto nel minor tempo partendo dal rifugio Auronzo mentre percorsi più lunghi ma più suggestivi si trovano salendo dalla Val Fiscalina o ancor più dal rifugio Tre Scarperi in Val Campo di Dentro. In questa relazione si descrive il più breve ovvero dal rifugio Auronzo. Dal lago di Misurina, raggiungibile percorrendo la strada SP49 che collega Dobbiaco-Bz a Cortina d'Ampezzo-Bl attraverso il passo Tre Croci, si risale la strada panoramica -7km- a pagamento (estate 2021 30euro per auto) fino al rifugio Auronzo.

AVVICINAMENTO

Dal rifugio Auronzo si raggiunge a piedi  tramite comoda e frequentatissima stradina sterrata il rifugio Lavaredo -30'- e da qui, attraverso la Forcella Lavaredo -2457m- ed aggirando in parte le Tre Cime si percorre il ghiaione del monte Paterno in direzione del rifugio Locatelli (45' - 2405m) ove è chiara l'indicazione per iniziare la risalita del Paterno. Si inizia l'avvicinamento al sistema di gallerie - sentiero Innerkofler, che in questo senso di marcia si percorrono in salita, in direzione della cresta nord del Paterno passando nei pressi del pinnacolo roccioso denominato Salsiccia di Francoforte (Frankfurter Wurstl). Il breve e suggestivo sentiero sale in direzione della prima galleria, in un ambiente strepitoso, galleria che rapidamente si attraversa ed all'uscita dalla quale, alle nostre spalle, si può apprezzare il breve tragitto appena percorso. All'interno alcuni fori laterali che contribuiscono alla luce di penetrare nello stesso tempo offrono scorci molto suggestivi dell'ambiente esterno. Dopo una breve cengia artificiale, si raggiunge l'ingresso della la cosiddetta "galleria del Paterno", completamente oscura (torcia), più alta della precedente e nella prima parte abbastanza ripida -gradoni- e sempre attrezzata con cavo scorrimano. La galleria è lunga circa 300mt ed all'interno la temperatura è piuttosto bassa anche nelle calde giornate estive per la presenza di corrente d'aria piuttosto fresca. Dopo circa 15' di cammino su affannosi gradoni si giunge al termine del tratto percorribile recuperato e sulla sinistra si trova uno slargo con chiara indicazione per l'uscita. Ritornati all'aperto ci si trova di fronte:

1- il cavo metallico scende a sinistra per una ventina di metri nel ghiaione sottostante offrendo la duplice possibilità di interrompere od iniziare quà la Via ferrata verso la forcella del Camoscio evitando eventualmente di percorrere la galleria dalla quale siamo appena fuoriusciti. In discesa , il cavo, porta rapidamente al sentiero sottostante che collega il rifugio Locatelli alla forcella Pian di Cengia a pochi minuti poi dall'omonimo rifugio.

2- in rapida salita a destra in direzione della forcella del Camoscio per iniziare proseguire la salita alla vetta del Paterno che risulterà poi NON essere obbligatoria.

Proseguendo quindi a destra inizia un tratto verticale ma comunque sempre abbondantemente appigliato dopodichè facili roccette che portano a guadagnare rapidamente quota portandosi così a ridosso della parete che conduce alla Forcella. Si entra in un canalino detritico  non attrezzato anche se il cavo metallico ritorna dopo pochi metri e dalla parete "si stacca" per deviare a sinistra sul filo di cresta dello spallone roccioso di contenimento del canalino stesso raggiungendo così un secondo bivio che contrariamente al precedente porta sempre allo stesso punto ovvero la Forcella del Camoscio ma che funge da "spartitraffico" nelle frequenti giornate affollate pur non essendoci una segnaletica di invito al senso di percorrenza come invece si troverà verso la vetta. A destra il vecchio percorso comunque ben attrezzato con cavo e staffe più recenti risale inizialmente un facile tratto però con parecchio materiale instabile poi un salto verticale che richiede attenzione e "tirare" maggiormente sul cavo (presenza di alcune staffe metalliche) ed infine alcuni metri su fondo nuovamente un pò detritico segnano ormai l'arrivo alla Forcella. Ritornando invece per un attimo all'ultimo bivio incontrato è possibile giungere poi quà percorrendo a sinistra, a pochi metri di distanza, la crestina parallela che anch'essa porta rapidamente alla Forcella. 

Alla forcella tre le alternative di prosecuzione della via:
 
1- a destra inizio della via ferrata per la vetta.
2- scendere nel versante opposto della Forcella stessa lungo il canalino detritico in direzione della forcella Passaporto dalla quale in circa 30' di percorso attrezzato ed una breve galleria si raggiunge forcella Lavaredo. Percorso sconsigliato in quanto il canalino in pessime condizioni, meglio sarebbe risalire eventualmente questo tratto.
3- a sinistra lungo il sentiero attrezzato delle Forcelle.

LA FERRATA

Nel caso specifico si prosegue a destra per la cima con difficoltà mediamente piuttosto contenute ed eventualmente il peso in eccesso alla forcella visto che si ritorna da qua. Ci si porta quindi a destra sotto la parete dove da subito parte il cavo in leggera traversata in diagonale praticamente una cengia gradinata arrivando rapidamente al bivio presso il quale l'indicazione invita la salita a destra (senso antiorario), si entra in un canalino roccioso, si aggira un esposto spigolo e si guadagna una comoda cengia facendo attenzione a non smuovere il materiale instabile presente anche se questa considerazione vale per tutta la salita alla vetta. Si prosegue su cengia, ora più pulita, e si prosegue seguendo alcuni ometti e le varie evidenti tracce createsi nel materiale detritico puntando ad un passaggino non attrezzato ma senza rilevanti difficoltà e da qui con alcuni zig-zag sul terrazzone detrico sommitale si giunge in vetta - 2744m - dopo circa 20' aver lasciato la Forcella. Grandioso il panorama a 360° ma naturalmente fra  i vari gruppi dolomitici spiccano loro, le Tre Cime di Lavaredo.

DISCESA

Si ripercorre a ritroso il pendìo sommitale facendo attenzione al bivio presso il quale il cavo, entrando in uno stretto canalino, aggira sulla destra il tratto iniziale percorso. Si ridiscende quindi con attenzione il canalino, si percorre una comoda cengia sempre assicurati al cavo e passando per il bivio iniziale si ripercorre ora naturalmente in discesa il traverso iniziale che porta nuovamente alla Forcella del Camoscio.

RITORNO

Ora dalla forcella, volendo proseguire l'escursione, si può scegliere tra le soluzioni 2-3, in particolare la soluzione 3 comporta un percorso più completo ma molto più lungo ed è per quest'ultimo che si è optato. Ripreso eventualmente il materiale in eccesso lasciato prima dell'ascesa alla vetta si lascia la forcella e si inizia una lunga cengia, attrezzata solo nei passaggi più esposti, lungo la quale si incontrano fin dall'inizio molte testimonianze della guerra. La traversata prosegue alternando continuamente suggestivi passaggi su roccette, in cengia, su passerelle in legno in un ambiente strepitoso fino ad una breve discesa che porta alla Forcella dei Laghi -2550m- con vista appunto sui laghetti del Vallone versante rifugio Locatelli. Quest'ultima Forcella coincide con la salita sulla cresta dei Camosci che attraversa in parte uno sperone roccioso ricco di residui architettonici militari. Si svalica da questo costone, nel versante opposto, discendendo un sentiero che può indurre a togliere l'imbrago cosa che non è da fare in quanto bisogna affrontare anche un breve tratto attrezzato prima che possa essere considerato come terminato il Sentiero delle Forcelle infatti ci si cala all'interno di un ultima forcellina attraverso una scaletta e qualche metro di cavetto per risalire immediatamente sulla parete opposta superando alcuni facili gradoni attrezzati anche con vecchi fittoni ed eccoci nell'ampio vallone del Pian di Cengia dove è possibile ora togliere l'imbrago e relativo kit ferrata lasciandoci alle spalle le ultime propaggini del monte Paterno. Ora inizia un lungo sentiero che taglia a mezzacosta un ampio ghiaione al termine del quale, un centinaio di metri prima che inizino alcuni affannosi tornanti in salita se non altro perchè le ore di cammino iniziano a farsi sentire, è possibile, in caso di necessità, abbandonare la via scendendo a destra attraverso una traccia vagamente segnalata su un masso ma che con gli anni si è fatta più marcata che rapidamente cala in un ghiaione in direzione del sentiero sottostante con meta il rifugio Lavaredo da qui rapidamente al rifugio Auronzo. Evitando la scorciatoia e proseguendo invece, per completezza, il sentiero si salgono alcuni tornanti e ci si porta su comoda stradina militare che attraverso la forcella di Cengia è possibile raggiungere il vicino rifugio Pian di Cengia o in alternativa scendere in circa 50' a sinistra per il rifugio Locatelli completando così il tour.

CONSIDERAZIONI

Come già specificato nella relazione la galleria è evitabile raggiungendo la Forcella del Camoscio direttamente da Forcella Lavaredo (vicino all'omonimo rifugio) oppure da una deviazione in parte attrezzata del sentiero che collega il rifugio Locatelli alla Forcella Pian di Cengia. In generale questo è un percorso particolarmente affollato quindi valutare bene orari e periodo di accesso.