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Via ferrata a Punta Penìa

Marmolada

luglio 2016

 

La "Regina delle Dolomiti" e la sua vetta più alta, la Punta Penia-3348mt, si possono risalire attraverso svariati percorsi di ogni grado di difficoltà e tra questi uno dei più frequentati è la Via attrezzata per la cresta Ovest. Tale Via è possibile affrontarla partendo dai 2 versanti opposti della cresta ovvero versante passo Fedaia -Pian dei Fiacconi- e versante Alba di Canazei-Val Contrin. Di seguito vengono descritti in contemporanea entrambi gli avvicinamenti fino all'attacco comune della cresta ovvero Forcella Marmolada - 2896mt.

PERCORSO STRADALE

Accesso - 1: da Canazei-Tn in Val di Fassa percorrere la strada asfaltata fino al Passo e al lago Fedaia. Attraversare il lago sulla diga e parcheggiare l’auto nei pressi della partenza della cabinovia per Pian dei Fiacconi. Il lago Fedaia è raggiungibile dal lato orientale salendo da Malga Ciapela.

Accesso - 2: si raggiunge Alba di Canaze-Tn (Val di Fassa-1485mt) e si parcheggia presso il piazzale della stazione di partenza della Funivia del Ciampac. Si prende quindi la strada forestale/sentiero n.602 che, dopo una serie di tornanti, percorre la bella e pianeggiante Valle di Contrin. Si procede sempre per la strada/sentiero fino al rifugio Contrin-2056mt.

AVVICINAMENTO

Avvicinamento - 1: appena scesi dalla cabinovia, prendere la traccia in direzione ovest. Il percorso si snoda lungo rocce montonate, attraverso dossi dalla chiara fisiografia glaciale. Seguire gli ometti in pietra e le tracce di vernice -segnavia n.606- fino ad aggirare uno sperone roccioso che, perdendo circa 150mt di quota, porta in 1.00h alla base del Ghiacciaio del Vernel. La salita, nella parte inferiore su traccia fra detriti mobili, punta verso il centro della conca (non a sinistra come potrebbe sembrare), sino a raggiungere il bordo inferiore del Ghiacciaio del Vernel. Il proseguo sulla  Vedretta può essere semplice, su facile traccia nella neve, ad inizio stagione. Più frequentemente, si risale nei mesi di luglio, agosto e oltre su ghiaccio vivo, a tratti molto ripido, con la necessità di calzare i ramponi per vincere la  forte pendenza del ghiacciaio. Nel settore superiore della vedretta possono aprirsi talvolta alcuni insidiosi crepacci che richiedono attenzione per il loro superamento. Si guadagna infine il bordo a destra terminale della distesa ghiacciata andando ad afferrare le prime funi della ferrata sul fianco orientale del Piccolo Vernel. Risalendo ora alcune placchette inclinate , l funi fisse conducono rapidamente alla sella che divide il Piccolo Vernel dalla Punta Penia denominata appunto forcella Marmolada a poco meno do 2.00h dalla partenza.

Avvicinamento - 2: dal rifugio Contrin si prende il sentiero n.606 per forcella Marmolada. Dopo un sentiero iniziale tra prati e mughi, il percorso si sviluppa all'interno di un ripido ghiaione, meno faticoso di una volta grazie alla sistemazione del sentiero nei tratti più cedevoli anche se a tratti bisognosi di manutenzione. Questa parte dell'avvicinamento può presentare ancora tratti innevati ad inizio stagione. Pochi metri sotto la stretta e detritica forcella, da ignorare la vecchia serie di staffe ancora presenti ma non più assicurate dal cavo, iniziano le prime attrezzature che portano qualche metro più in alto in corrispondenza della forcella punto d'arrivo comune con la salita dal Pian dei Fiacconi. Per giungere quindi al suddetto punto, dopo aver indossato l'imbrago, si risale una facile serie di staffe metalliche poi dopo alcune facili roccette ci si sposta lievemente a sinistra per una seconda breve serie di staffe e si traversa in diagonale superando così una levigata placca inizialmente attraverso ulteriori staffe in forte esposizione passando sopra la vecchia serie di attrezzature ormai in disuso oi sfruttando la presenza di alcuni appoggi naturali fino ad una nuova serie di cambre poste orizzontalmente dalla quale in pochi metri si giunge alla forcella a circa 2.30 dalla partenza.

LA FERRATA

Giunti alla forcella Marmolada -2896mt- le 2 vie di salita si fondono ora in una unica ovvero la cresta Ovest. In corrispondenza dell'attacco alla cresta è presenta una vecchia baracca di guerra ricavata nella roccia che da subito ricorda quanto la Marmolada sia stata zona bellica durante la Prima Guerra Mondiale. Si parte allora con una serie di cambre su placca "appoggiata", da notare che questa tipologia di attrezzature accompagneranno gran parte della Via, uscendone ben presto su fondo detritico dove una traccia di sentiero conduce ad un lungo costone roccioso, mentre alle nostre spalle incombono imponenti il Piccolo e Grande Vernel, interrotto solo da una serie di staffe dove la roccia diventa più levigata. Si passa davanti ad una altra fortificazione bellica e portandosi sul ripido versante nord si traversa una placca in leggera salita grazie all'ausilio di alcuni pioli, vecchio stampo, che fungono da gradini raggiungendo la base di un diedro che inizialmente continua ad essere attrezzato con questa tipologia di pioli anche se all'attacco di questi è presente una struttura metallica piuttosto originale. Si risale quindi la placconata inclinata senza particolari difficoltà trattandosi fondamentalmente di una scala trovando in uscita delle facili roccette che si riducono a piano inclinato con il cavo che funge praticamente da scorrimano. Come già incontrato in precedenza, una lunga serie di pioli permettono di superare trasversalmente una placca piuttosto levigata per raggiungere una cengia rocciosa dalla quale parte una nuova lunga serie di cambre che, dove la parete si appoggia maggiormente, lascia poi il posto ancora al solo cavo scorrimano al quale è comunque sempre raccomandato essere assicurati in quanto una scivolata su queste placche inclinate sarebbe davvero grave. Altra cengia, stavolta più detritica, altra breve serie di cambre, ancora una griglia metallica e lentamente si guadagnano metri sfruttando fin qui, più che la cresta, i piani inclinati del versante Nord con scarsa varietà di passaggi ed una progressione per lunghi tratti monotona. Alcuni brevi passaggi su facili roccette interrompono solo temporaneamente la presenza delle molteplici staffe, si sfrutta una fenditura alla base di una paretina per salire in obliquo e dopo alcune staffe, pioli ed alcuni metri di solo cavo in leggera salita si giunge presso un comodo pulpito dove oltre al meritato riposo è doveroso uno sgardo al panorama che spazia sui principali Gruppi Dolomitici nonchè sul sottostante lago di Fedaia. Da qui la Via si sviluppa molto più in cresta di quanto non fatto finora così come si intuisce fin dalla ripartenza dove si supera un facile salto roccioso per portarsi così proprio sul filo di cresta dal quale è evidente il proseguo della Via fino quasi alla vetta. Si perde lievemente quota in direzione di una selletta, si riguadagna poi subito quota e dopo aver camminato praticamente sempre sul versante Nord la visuale ora si apre finalmente anche verso Sud in particolare sulla sottostante Val Contrin; si procede fondamentalmente lungo un sentiero attrezzato di cresta incontrando solo qualche innocue roccette, non ci sono passaggi particolari degni di nota e si prosegue quasi orizzontalmente su fondo parzialmente detritico in direzione del nevaio sommitale. Naturalmente il punto in cui è possibile portarsi dalla cresta rocciosa al nevaio varia continuamente a seconda del periodo e condizioni nei quali si affronta la salita. E' possibile da qui puntare alla vicina croce di vetta direttamente dal nevaio oppure mantenendosi a destra seguendo ancora le roccette di cresta, non attrezzate, dove alcuni ometti guidano alla vetta passando per Capanna Punta Penìa. Dalla vetta panorama a 360° sulle principali cime Dolomitiche ad iniziare dalla vicina Punta Rocca, altra cima della Marmolada, per continuare con Piz Boè, gruppo del Sassolungo, cresta Padon e molte altre.

DISCESA

La discesa, così come l'avvicinamento richiede una scelta tra 2 possibilità distinte e generalmente condizionate dal versante dal quale si è partiti.

 

1 - se saliti invece dal versante Nord -Fedaia- si presenta invece la possibilità di scendere attraverso il Ghiacciaio. Per fare ciò, legati in cordata e piccozza alla mano, si scende lungo la facile cresta della Schena de Mul fino alla dorsale rocciosa. Quest’ultima scende per 150mt con facili passaggi di I° grado direttamente sul ghiacciaio sottostante. I passaggi possono presentare qualche insidia in caso di neve o ghiaccio, nel qual caso potrete fare assicurazione sfruttando i numerosi spuntoni di roccia e alcuni pioli metallici già in loco. Il passaggio è spesso affollato nei due sensi, quindi prestate attenzione a non smuovere sassi (casco!). Questo tratto, per chi non ha confidenza con la roccia, può essere considerato il più impegnativo dell'intero giro. Le rocce terminano su una zona di rocce rotte. Un cavo fissato in alto facilita l'attraversamento di questo tratto che si può anche superare traversando a destra e aggirando a monte questa zona. Attenzione al superamento della crepaccia terminale che, in anni con apporti nevosi scarsi, può essere molto aperta. La discesa prosegue poi per traccia nevosa lungo il ghiacciaio della Marmolada, fino a raggiungere il rifugio e gli impianti di Pian dei Fiacconi concludendo così ad anello l'escursione.

2 - nel caso di salita dalla Val Contrin è necessario ripercorrere a ritroso l'intero percorso fino all'omonimo rifugio compreso la ferrata in cresta appena percorsa. Ciò implica al di là del disagio a ripercorre una Via attrezzata in discesa anche la forte possibilità di incrociare ancora escursionisti che stanno salendo lungo la cresta con eventuali disagi per ovvi motivi di precedenze e tempistiche di attesa. Il vantaggio, se così lo vogliamo chiamare, è di evitare la progressione sul Ghiacciaio.

CONSIDERAZIONI

Dal punto di vista tecnico questa Via attrezzata non presenta particolari difficoltà o passaggi chiave anzi in sè può risultare piuttosto noiosa e monotona per chi apprezza invece le Vie che offrono possibilità di procedere anche tramite appigli rocciosi e gradisce pure una certa varietà di passaggi. Viene spesso sottolineata l'eventuale pericolosità in caso di tratti ancora innevati o ghiacciati ma è questo un fattore caratteristico di quasi tutte le Vie ferrate. Il fattore tecnico da valutare invece con attenzione è la progressione lungo il Ghiacciaio (Vernel e Marmolada) che come tale va affrontato con attrezzature e capacità che esulano dal discorso Vie ferrate. Ci si può ritrovare a ridiscendere un semplice pendìo nevoso così come invece un ambiente fortemente crepacciato. Attenzione anche al terminale roccioso tra il nevaio sommitale e l'inizio del ghiacciaio -Schiena del Mul- vero e proprio dove potrebbe essere utile una corda per assicurare il passaggio. La discesa a ritroso invece lungo la Via ferrata pur non richiedendo particolari capacità può infastidire nella calata lungo le molteplici staffe.