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Caratteristiche

  • Facile per ciò che riguarda i passaggi attrezzati. Discorso a parte i vari tratti di roccette NON attrezzate che risultano così più delicati di quelli attrezzati. Attenzione al canalone spesso innevato anche in tarda stagione con fune metallica talvolta coperta dalla neve e quindi inutilizzabile.
  • Totale 5.30h (soste escluse).
  • 850m in salita ed in discesa.
  • - rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle
    - rifugio Passo Santner  
    - rifugio Re Alberto  
    - rifugio Paul Preuss
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 1.6
Esposizione 1.5
Varietà passaggi 1.5
Impegno fisico 2
Interesse paesaggistico 3.7
Numero votazioni 31
VALUTAZIONE FERRATAPHOTOGALLERY Esterna GOOGLE.MAPSVia Normale su VIENORMALI.it

Via Ferrata SANTNER

PASSO SANTNER

segnalata da GIAN MICHELE GOZZI- 2001

PERCORSO STRADALE

Punto di partenza: rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle (stazione a monte della Seggiovia Laurin). Provenendo in auto dalla Val di Fassa, si lascia alle spalle Vigo di Fassa e si prosegue per il Passo di Costalunga-1753m; lo si oltrepassa scendendo per qualche centinaio di metri verso Bolzano e, ad una evidente biforcazione, si prende verso destra la strada per il Passo Nigra; dopo alcuni chilometri senza variazioni di quota apprezzabili, si incontra sulla destra la stazione a valle del tronco superiore della Seggiovia Laurin, con ampio parcheggio sulla sinistra.

LA FERRATA

In circa 15 minuti (ci si può distrarre con le splendide viste su tutto il versante O del gruppo del Catinaccio, a partire dalla Roda di Vael, e sul versante N del Latemar, che incombe sul Lago di Carezza) la seggiovia conduce alla stazione a monte, posta immediatamente sotto il rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle-2337m, dal quale inizia l'escursione; si consiglia di indossare qui il materiale da ferrata. Si aggira sulla sinistra il rifugio e si inizia subito a salire rimontando un tratto di roccette, parzialmente attrezzate con corda metallica, che consente di accedere alla lunga cengia detritica sottostante tutto il versante O del Catinaccio (10' fin qui); la si segue comodamente verso N, passando sotto la Cresta di Davoi e tralasciando la diramazione a destra del sentiero verso il Passo delle Coronelle; con qualche agevole saliscendi la cengia si restringe conducendo ai piedi della parete O del Catinaccio. Si comincia quindi a salire attraverso articolati sistemi rocciosi principalmente caratterizzati da canalini talvolta ingombrati da grossi massi e larghe lastre orizzontali di roccia. Il percorso è ben segnalato con delle S in vernice rossa, ed attrezzato in buona parte con corde metalliche, gradini infissi nella roccia e scalette mentre i rimanenti passaggi non attrezzati richiedono un pò di attenzione  ; in alcuni punti si sale senza alcun ausilio artificiale, ma sempre su ottima roccia e con passaggi alternativi che consentono un eventuale sorpasso senza pestare mani e piedi ad escursionisti più lenti. Giunti alla forcella sotto le Guglie di Schrofenegger-2650m, ci si deve calare per una ventina di metri lungo una rampa attrezzata, per raggiungere il profondo canalone sul fondo del quale si trova il caratteristico nevaio da risalire dapprima sul suo margine destro e da attraversare verso sinistra, su neve solitamente ben battuta ma talvolta ghiacciata, più o meno in alto secondo le condizioni di innevamento, comunque assicurandosi alle funi metalliche, talvolta piuttosto lasche, che tagliano il canalone per tutta la sua larghezza. Il canalone, poco sotto il punto di attraversamento, scompare in un salto strapiombante di alcune centinaia di metri, pertanto occorre fare molta attenzione  . Si esce dal canalone sfruttando una paretina attrezzata leggermente strapiombante sul bordo sinistro, e attraverso le ultime difficoltà si sbuca al Passo Santner (2741m-2.15h fin qui), a pochi metri di distanza dall'omonimo rifugio. Ci troviamo sull'orlo superiore della meravigliosa conca del Gartl, delimitata sulla sinistra dalla Croda di Re Laurino, sulla destra dalla Cima Catinaccio, e sullo sfondo della quale compaiono sorprendentemente le forme slanciate delle Torri Meridionali del Vaiolet: Delago, Stabeler e Winkler.

DISCESA

Si intraprende quindi la discesa attraverso il Gartl, costeggiando il lago sul fondo della conca (sempre più piccolo negli ultimi anni), ed oltrepassando il rifugio Re Alberto (2621m-2.30h fin qui; vale la pena di perdere qualche minuto per provare l'emozione di sostare in un rifugio costruito ed a lungo gestito dal Diavolo delle Dolomiti, il grande Tita Piaz, si imbocca la Gola delle Torri, dalla quale è possibile ammirare il selvaggio sottogruppo del Larsec, che dapprima su sentiero ghiaioso gradatamente sempre più ripido, poi attraverso una fascia di roccette molto lisciate dai passaggi e sporadicamente attrezzate, quindi di nuovo per sentieri più agevoli e quasi senza via obbligata, conduce al pianoro delle Porte Negre (2243m-3.30h fin qui) dove si trovano i rifugi Vaiolet e Paul Preuss. Dalle Porte Negre si imbocca la strada in discesa che porta verso Gardeccia per abbandonarla verso destra subito dopo il primo ripido tratto (2200m circa), risalendo il sentiero che, costeggiando la parete E della Cima Catinaccio e della Cresta di Davoi, attraverso il Colle di Barbolada -2376m- e l'anfiteatro detritico della Busa di Davoi conduce faticosamente al Passo delle Coronelle (2630m-5.00h fin qui). In alternativa si può lasciare la Gola delle Torri prima di arrivare alle Porte Negre, aggirando la Punta Emma (lo sperone NE della Cima Catinaccio, la cui fessura NO fu teatro di una delle più rinomate imprese di Tita Piaz) percorrendone lo zoccolo su una cengia in parte erbosa e con alcuni passaggi un po' delicati (attenzione: pericolo di caduta sassi); rientrati sul ghiaione sottostante la parete E della Cima Catinaccio, lo si percorre in leggera salita per evidenti tracce fino a ricongiungersi con il sentiero proveniente dalle Porte Negre; questa digressione consente di risparmiare alcune decine di metri di dislivello, una ventina di minuti di percorrenza e tutta la confusione della sempre affollatissima terrazza delle Porte Negre. Dal passo ci si tuffa nel sottostante angusto canalone attraverso le iniziali strette tracce ghiaiose estremamente ripide che conducono nuovamente sull'ampia cengia detritica del versante O; la si percorre in direzione N fino ad incontrare il sentiero in discesa che, attraverso le roccette attrezzate già percorse in salita all'inizio dell'itinerario, conduce al rifugio Fronza (2337m-5.30h fin qui) dove si conclude l'escursione.

CONSIDERAZIONI

Capita di frequente, durante l'ascensione del tratto attrezzato, di incontrare escursionisti che percorrono l'itinerario in senso inverso: qualche problema di incrocio e caduta pietre. Informarsi preventivamente sulle condizioni del nevaio del canalone terminale, e sull'eventuale presenza di altri tratti ghiacciati lungo il percorso di salita. La discesa della Gola delle Torri, pur non impegnativa tecnicamente, è da affrontare con circospezione in quanto estremamente affollata e pertanto a rischio di caduta pietre (frequenti incidenti ad escursionisti con scarsa esperienza di montagna e, soprattutto, dotati di calzature inadatte); per la presenza di alcune sezioni di fune metallica e di alcuni tratti di facili roccette esposte e non attrezzate da superare arrampicando, sarebbe a mio avviso più prudente denominare questo ultimo tratto di percorso come sentiero attrezzato. Informarsi preventivamente sulle condizioni di innevamento del canalone terminale. Attenzione a chi percorre la ferrata in senso inverso. Molta circospezione nella discesa lungo la Gola delle Torri a causa del grande affollamento. L'itinerario ripercorre la via d'accesso dalla Val di Tires al massiccio centrale del Catinaccio scoperta nel 1878 da Johann Santner; varie fonti, datate tra il 1885 ed il 1890, citano comunque come probabili primi salitori di questo versante due cacciatori di camosci, tali Stricker e Tschagerl detto Bockimandl, già morti da molti anni all'epoca della prima ascensione di Santner. Superando difficoltà limitate l'itinerario, logico, non forzato e di grande valore escursionistico, consente di prendere contatto con un meraviglioso palcoscenico di roccia che fu teatro delle gesta di alcuni dei più grandi arrampicatori dolomitici, in particolare a cavallo della fine del XIX secolo.
 
Quote e tempi intermedi:
- Rifugio Fronza (2337m) - Passo Santner (2741m):2.15h
- Passo Santner (2741m) - Rifugio Re Alberto (2621m):15'
- Rifugio Re Alberto (2621m) - Porte Negre (2243m):1.00h
- Porte Negre (2243m) - Passo delle Coronelle (2630m):1.30h
- Passo delle Coronelle (2630m) - Rifugio Fronza (2337m):30'

Commenti   

+3 #75 Biagio Iadarola 2022-07-17 22:18
Percorsa il giorno 11/07/2022. Scrivo solo per commentare molto negativamente il fatto di trovare lungo una ferrata molti tratti
NON assicurati ed esposti. Molto sconsigliata a principianti, a bambini e soprattutto in discesa!
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+3 #74 Alessandro M. 2021-09-03 09:53
Percorsa il 02/09/2021 a 43 anni esatti di distanza dalla prima volta, allora con la mia futura moglie, oggi con la figlia 21enne. Sono soddisfazioni! :-)
Ferrata in ambiente stupendo, mai difficile ma con passaggi molto belli se arrampicati. Il nevaio a fine agosto non c'era. Arrivo nella conca delle Torri del Vjolet sempre entusiasmante, specie se si arriva presto, prima della ressa proveniente dalla conca di Gardeccia
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+3 #73 Paolo 2021-08-20 17:57
Percorsa il 17/08/2021
ùGradoni "spacca gambe" e "spacca fiato" subito dopo il Fronza, poi lungo sentiero di avvicinamento con tratti di grado I e II sprotetti ma a mio avviso mai troppo esposti (necessaria comunque attenzione ovviamente, non serve una super esposizione per farsi anche molto male). Discesa nel canalone abbastanza facile: canalone sgombro da neve. Attacco verticale sul versante opposto, scenografico, leggermente esposto ma divertente e non impegnativo. Discesa al rifugio Vajolet affollatissima, sentiero che richiede attenzione con così tanta gente. Rientro dalle Coronelle su sentiero ripido ma ben tenuto, mai difficoltoso. Giro comunque lungo che richiede un buon allenamento per il notevole dislivello complessivo. Farla in discesa non mi sembra il massimo, soprattutto i tratti sprotetti.
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+5 #72 Paolo Scandiuzzi 2019-07-06 08:27
Percorsa il 05/07/2019, dopo aver chiesto info sulla percorribilità al Rif. Fronza.
Percorso praticabile, pur con la presenza di qualche nevaio residuo, sia in salita verso Passo Santner (cavo scoperto ed utilizzabile), sia in salita verso il Passo delle Coronelle, che in discesa da quest'ultimo. Condivido il richiamo all'attenzione per i passaggi esposti della prima parte. Aggiungo, alla data odierna, attenzione richiesta in discesa dalle Coronelle, in quanto il sentiero è ancora parzialmente coperto da neve e dissestato, ma percorribile.
Tempo di netto "in movimento" 5h 05m, andatura sostenuta, ma senza correre.
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0 #71 Matteo Rossetti 2017-08-21 09:35
Percorsa 15/08/2017
Percorso molto bello dal punto di vista paesaggistico e per nulla impegnativo. Solo qualche passaggio non attrezzato con cui fare un po' di attenzione e a qualche furbetto che vuole passare nel vecchio nevaio non più attrezzato che fa cadere molte pietre sulla coda sottostante.
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+3 #70 Rodolfo Barbolini 2017-08-16 08:09
Percorsa il 12/08/2017.
Un bel percorso che ci ha lasciato molto soddisfatti. Al contrario di quanto indicato in molte recensioni non c'è più la presenza del nevaio nel tratto finale. Scesi al rifugio Vajolet per la notte la domenica abbiamo associato al giro la più panoramica ferrata del Catinaccio d'Antermoia (). Il ritorno tramite il passo Coronnelle è stato discretamente faticoso (dopo una giornata di sali - scendi), ma ne è valsa la pena!.
Grazie per le recensioni ed i commenti che aiutano ad approcciarsi alle varie ferrate in modo più consapevole.
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+3 #69 Simone De Bortoli 2017-07-17 21:12
Percorsa il 15/07/2017, partenza dal rif.Paolina fino al rif.Vajolet (pernottamento). Attrezzature ottime in tutta la via, assenza di neve. Dopo le prime semplici roccette attrezzate sopra il rif.Fronza, il percorso offre diversi tratti di arrampicata libera, divertente, mai realmente esposta, appigli numerosissimi, ambiente perfetto per acquisire confidenza con la roccia. Il cavo è costante solamente nella parte finale della ferrata, i passaggi sono abbastanza semplici, solamente un breve tratto verticare richiede qualche accortezza in più. Il rientro, se programmato per il Passo delle Coronelle (fatto lo scorso anno) richiede energia nelle gambe. Buona Montagna!
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+3 #68 Oscar 2017-07-17 09:37
Percorsa il 13/07/2017. La via ferrata molto bella e divertente con delle viste stupefacenti se fatta in una limpida giornata. Non c’era la neve nel canalone. Seppure non troppo difficile, oggettivamente richiede un po’ di impegno fisico, un po’ di tecnica e moltissima attenzione. Non è adatta ai principianti con poca esperienza di montagna e/o arrampicata: parecchi punti esposti non assicurati, arrampicata in “libera”, bisogna saper mettere i piedi e le mani, qualche difficoltà può creare l’accesso e la discesa verso i rifugi re Alberto, Vajolet e Preuss. Non è assolutamente adatta ai bambini!! (esposizione senza assicurazione, appigli e appoggi distanti, uso delle braccia cioè della forza fisica), ci sono un sacco di ferrate più adatti a loro. Non si fa in discesa!! Ho dovuto incontrare tanta gente che scendeva con la ferrata senza imbrago e con le scarpe da ginnastica..Ma scherziamo??
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0 #67 Gustavo Fadiga 2017-07-10 22:59
Percorsa il 10/07/2017 Pur avendo una discreta esperienza di montagna e vie ferrate, ho trovato il percorso più impegnativo del previsto. Dopo un primo breve tratto con assicurazioni, segue infatti una lunga parte che si snoda fra piccole cenge e tratti di vera seppur facile arrampicata senza assicurazioni. Tecnicamente non è difficile, ma è certamente esposta e faticosa. La vera via ferrataè solo la parte finale (ultimi 45 minuti circa) e non presenta grossi problemi nè tecnici nè di esposizione grazie alle ottime assicurazioni. Causa le scarse precipitazioni dello scorso inverno il canalino era del tutto sgombro da neve. Avevo già fatto questo percorso diversi anni fa e secondo me all'epoca presentava più assicurazioni.
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+2 #66 Elisa Parisi 2016-09-19 14:22
Percorsa il 09/2016 Bella ferrata percorsa ad inizio settembre per evitare l'affollamento dell'alta stagione. I passaggi non attrezzati secondo me non superano un I+ ma richiedono comunque una certa dimestichezza in montagna e sono molto vari e divertenti. Attenzione perchè spesso è percorsa da turisti poco abituati a questi terreni, quest'ultima volta mi sono imbattuta in una famiglia decisamente inesperta e "pericolosa": il padre ha scaricato una pioggia di ghiaia sul figlio di 6/7 anni e la madre ha ben pensato di fare lo stesso con me facendo cadere diversi sassi senza curarsi di chiedere scusa. Fortunatamente è possibile superare quasi ovunque anche evitando un paio di tratti attrezzati passando in qualche canale (pur prestando attenzione).
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