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Caratteristiche

  • Moderatamente difficile con un tratto un pò più impegnativo; lunghi tratti in arrampicata libera (I° grado e uno breve di II°) talvolta piuttosto esposti.
  • - dall'Alpe di Siusi al rifugio Tires 2.00h
    - da Bagni di Lavinia Bianca al rifugio Tires 3.00h
    - il solo percorso attrezzato 2.00h.
  • dal rifugio Tires alla cima 220mt ca.
  • - rifugio Alpe di Tires
    - rifugio Bolzano
  • 0471-704270
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Media valutazioni

Difficoltà tecniche 2
Esposizione 4
Varietà passaggi 2.5
Impegno fisico 2.5
Interesse paesaggistico 4.5
Numero votazioni 17
VALUTAZIONE FERRATA GOOGLE.MAPS

Via Ferrata MAXIMILIAN

DENTI di TERRAROSSA

BY - VIEFERRATE.IT - 2013

Percorso attrezzato, che unisce il rifugio Alpe di Tires con l’altipiano dello Sciliar passando prima per il Dente di Terrarossa e poi dalla cima di Terrarosa uniti da un’affilata cresta, è uno splendido percorso con panoramiche vedute sul gruppo del Catinaccio.

PERCORSO STRADALE

1- Proveniendo da nord,uscita autostrada A22 Chiusa - Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, SS12 fino Ponte Gardena poi direzione Castelrotto; con provenienza da sud,uscita autostrada A22 Bolzano nord - Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, SS12 fino a Prato Isarco poi direzione Alpe di Siusi. Per l`accesso all´Alpe di Siusi serve un`apposito permesso di transito.
2- Arrivo a Bolzano nord uscita autostrada oppure lungo la strada statale. Da qui proseguire in direzione nord seguendo le indicazioni per Tires. Arrivo a Tires in ca. 20 minuti.

AVVICINAMENTO

Il rifugio Alpe di Tires -2441mt- può essere sostanzialmente raggiunto in due modi:
1- dall’Alpe di Siusi,in poco meno di 2.00h, attraverso la forcella di Terra Rossa-2490mt. Attenzione alla strada di accesso all’Alpe,che è chiusa al traffico dalle ore 9.00 alle 17.00. Nell'orario di chiusura si può salire in funivia o con bus.
2- da Bagni di Lavinia Bianca-1180mt, attraverso la valle del Ciamin ( una delle più suggestive e selvagge valli dell’Alto Adige) in 3.00h. Questo avvicinamento è più lungo e faticoso e porta ad un giro di circa 9-10 ore però il paesaggio visto è molto appagante. Nel tratto chiamato "Buco dell’Orso", poco prima del rifugio Tires, ci sono alcuni punti attrezzati ma di banale difficoltà. Dal rifugio Tires è ben visibile il canale che ci permetterà di raggiungere il Dente di Terrarossa. Per facile sentiero in circa dieci minuti dal rifugio si è all’attacco della ferrata.

LA FERRATA

Una traccia di sentiero   alle spalle del rifugio,porta in breve all'attacco del percorso che inizialmente è caratterizzato da alcune roccette non attrezzate . Ben presto arriva il cavo  che traversa inizialmente a destra   in direzione di un canale franoso dove si tratta di superare alcuni massi letteralmente incastrati in esso  . Si guadagna la parte alta  del canale  raggiungendo,sulla destra, la parte attrezzata con alcune maniglie metalliche  mentre successivamente,il cavo,agevola il raggiungimento della parte alta del canale    rappresentata da una panoramica forcella  . In questo tratto iniziale,la roccia risulta molto appigliata invitando ad una progressione in divertente arrampicata. Il canale,invece,molto franoso è da percorrere con cautela per non provocare pericolose cadute di materiale detritico . Ci si sposta sulla parete di sinistra  e si superano alcuni metri verticali ma con difficoltà piuttosto contenute  ,si esce dal canale ed in piena parete si trovano alcuni salti rocciosi   guadagnando così la cresta  . Questa prima parte di cresta -Dente di Terrarossa- è piuttosto agevole in quanto si tratta di camminare lungo un sentiero in quota   fino ad un caratteristico arco nella roccia  oltre il quale inizia  un tratto verticale di una decina di metri che ,proprio per le sue caratteristiche di arrampicabilità,sarebbe sicuramente meglio poterlo superare salendo   . Con cautela lo si disarrampica raggiungendo nuovamente il filo di cresta lungo il quale si incontrano tratti di sentiero esposto     alternarsi a brevi salti rocciosi non attrezzati che richiedono molta attenzione in quanto l'esposizione è piuttosto sostenuta  ,in particolare si giunge presso un masso incastrato in una fessura da superare in discesa  con l'ausilio di un cordino. Anche questo,seppur breve passaggio,sarebbe stato più agevole se incontrato in salita comunque con cautela lo si supera ,si ritorna in cresta percorrendo un lungo sentiero  giungendo prima alla sommità di una paretina da ridiscendere con molta cautela  e poi presso alcune esposte roccette sottocresta anch'esse delicate per esposizione e friabilità  . Questa appena percorsa è una sezione piuttosto delicata del percorso in quanto una semplice scivolata può avere drammatiche conseguenze. Si giunge comunque presso una segnaletica  che indica un eventuale possibilità di abbandonare il nostro percorso scendendo verso sinistra per ripido canale e tornare sul sentiero n.4 che collega il rifugio Tires al rifugio Bolzano . Si tratta di un sentiero ,che tagliando in obliquo la parete sottostante,si ricongiunge al percorso di ritorno. Proseguendo invece verso la cima,si supera agevolmente una placchetta inclinata  per ritrovare nuovamente il cavo metallico che in obliquo   conduce presso una cengia  che funge da collegamento per una serie di salti rocciosi semplici e meno esposti dei precedenti   eccetto un passaggio più delicato in quanto supera un affilato filo di cresta . Gli ultimi cavi del percorso attrezzato aiutano a superare uno spigolo piuttosto appoggiato  arrivando cosi alla targa  che indica l'altra estremità della Via mentre per giungere alla vetta è necessario percorrere ancora per qualche minuto un sentiero sul filo di cresta   - 2655mt.

RITORNO

Dalla cima per facile sentiero -ometti pietra- ,in circa 10 minuti,si giunge al bivio col frequentatissimo sentiero che collega i due rifugi dell’altipiano. Per rientrare all’Alpe di Siusi si prosegue in direzione rifugio Bolzano; poco prima dello stesso si gira a destra sul sentiero dei turisti che in meno di due ore vi riporterà all’Alpe. Per tornare ai Bagni di Lavina Bianca,invece,si va fino al rifugio Bolzano da dove si prende il sentiero n.2 che attraverso la ripida ma suggestiva valle dell’Orsara riporta alla macchina (dalla cima 3.30-4.00h). Oppure al bivio si va a sinistra (direzione Tires) e in circa 20 minuti si raggiunge il bivio del sentiero di salita del mattino (Buco dell’Orso).

CONSIDERAZIONI

La parte attrezzata della ferrata non presenta grandi difficoltà tecniche a parte nel tratto di discesa dal Dente di Terrarossa (più impegnativo ma corto). L’esposizione lungo la "sottile" cresta non attrezzata,a tratti è notevole. talvolta si ha la sensazione che sia attrezzata dove non vi è bisogna o no lo sia dove invece sarebbe più logico. Potrebbe essere utile valutare la possibilità di percorrere la cresta in senso contrario così da ritrovare alcuni passaggi attrezzati ed alcuni in libera in salita.

Commenti   

+3 #13 Maurizio Pinzoni 2020-08-12 08:04
Percorsa l’08/08/2020. Mi sento di confermare gran parte dei commenti letti in quanto più che una ferrata, si tratta di un percorso alpinistico. Tecnicamente non è particolarmente impegnativa, ma i tratti senza cavo di sicurezza sono molti, lunghi ed esposti. Per questo motivo, la sconsiglio ai principianti e a chi ha paura del vuoto. Dal punto di vista paesaggistico, offre una meravigliosa veduta a 360° che, però, non ci riesce a godere in pieno in quanto i punti più panoramici sono quelli in cresta senza cavo di sicurezza e serve quindi un po’ di concentrazione per vedere dove mettere i piedi.
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-2 #12 Gianni 2019-10-04 15:46
Percorsa il 06/08/2019 sono partito dal rifugio des'alpes in val di fassa sono passato per il rifugio pertini sassopiatto arrivato al rifugio alpe di tires avevo già percorso 12 km di trekking la ferrata non presenta difficolta molto bella perché rimani quasi sempre in cresta con lo sfondo del gruppo del catinaccio e dello sciliar ritornato al tires sono tornato al des alpes dove soggiornavo un giretto da 28 km e 10 ore di tempo
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0 #11 Stefano Bettini 2018-08-31 21:41
Percorsa il 29/08/2018 con i miei figli Pierfrancesco e Leonardo (23 e 21 anni) per la seconda volta a distanza di circa 30 anni.Ero scettico e piuttosto recalcitrante all'idea di ripetere l'esperienza perchè,dopo tante ferrate percorse,conservavo vivissimo il ricordo di un momento di difficoltà sul percorso in vetta (sentiero che procede sullo spartiacque)dovuto all'esposizione e alla mancanza di assicurazione.Abbiamo affrontato con calma l'arrampicata e il cammino in sommità e sinceramente non sono più riuscito ad identificare il punto che mi metteva in apprensione:la ferrata è perfettamente attrezzata con chiodi e funi nuovissime, il percorso è indicato perfettamente e ci siamo proprio divertiti anche perchè il panorama dal sentiero in sommità è veramente superbo.
In definitiva ferrata piuttosto semplice (ottima per principianti) da affrontare con rispetto ed attenzione soprattutto sul sentiero di cresta dove si deve procedere sempre con la massima concentrazione.
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+3 #10 Daniela 2017-08-22 18:40
Percorsa il 08/2017 dal rifugio alpe di Tires verso il rifugio Bolzano. Il percorso risulta attrezzato dove serve. Il sentiero di cresta sprotetto e' aereo, ma non presenta particolari difficolta'. A nostro avviso risulta essere piu' una bella facile traversata alpinistica, che una via ferrata. Attrezzatura in essere, in perfette condizioni.
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+5 #9 Mauro 2015-10-01 16:30
Percorsa il 25/09/2015. Erroneamente indicata come facile e per principianti in alcune guide e in una app per il turismo nell'Alto Adige. Invece percorso attrezzato in parte, per lo più percorso alpinistico in cresta molto esposto, con passaggi in arrampicata libera molto rischiosi, decisamente difficile e solo per persone esperte. Sconsigliato per principianti e bambini! Molti passaggi innevati in Settembre e un paio di scariche di sassi nel canalone iniziale. Paesaggio bello ma che non si valorizza in quanto percorso da affrontare con la massima concentrazione senza distrazioni. Come i commenti precedenti confermo, attrezzato dove non serve e troppi i passaggi molto pericolosi non attrezzati, sia in cresta che laterali. Poco frequentato a ragione, anch'io lo sconsiglio.
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+3 #8 Paolo Montin 2015-07-24 20:15
Percorsa il 07/2015 Ferrata NON per principianti. sono avvezzo alle ferrate, ma qualche passaggio risulta esposto e non vincolato. Ho visto un gruppo del CAI percorrere la ferrata con la corda di sicurezza, chiedendomi il perché; quando ho fatto il percorso mi sono spiegato il motivo. Da non sottovalutare
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0 #7 Martina Quinternetto 2015-01-23 00:00
Percorsa il 09/08/2014 più che una ferrata si tratta di una via alpinistica , che corre sul filo di cresta con forte esposizione. Poco cavo , per questo trovo che non sia per tutti, sopratutto per chi non ha un passo sicuro, o soffre l'altezza. Per tutti gli altri , il grado facile è appropriato , in quanto gli appigli sia in discesa che in salita sono tanti e sicuri, solo un passaggio a circa metà del percorso è un pò franato e quindi bisogna prestare più attenzione. Panorama semplicemente stupendo. Bagni di Lavinia - Val Ciamin- Rif. Tires-Maximiliam-Rif.Bolzano- valle dell'Orsara. km 22,800 dislivello in salita 1780mt in discesa 1630mt. Giro ad anello fantastico sia in salita che in discesa non abbiamo trovato nessuno. In ferrata solo 4 persone che venivano dal Bolzano.
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0 #6 Sergio Zago 2015-01-23 00:00
Percorsa il 12-07-2014 Ferrata bellissima. Solo che più che una ferrata è un sentiero alpinistico, visto che molti tratti, anche se abbastanza facili, non risultano attrezzati. Assolutamente da evitare a persone che soffrono di vertigini, visti i molti tratti non attrezzati (parecchi anche in discesa!).
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+7 #5 Alessandro Gotti 2015-01-23 00:00
Percorsa il 18/08/2013 dai Ragni padovani Roberta, Cristina, Stefania, Maurizio, Massimo e Alessandro e dai ragnetti Francesca (11 anni) Eva e Jacopo (12 anni). Rispetto a quanto si legge in alcune guide, che parlano di ferrata addirittura elementare, la valutazione del sito ci pare maggiormente aderente alla realta'. Infatti qui occorre chiarirsi: se una via ferrata va valutata solo rispetto ai tratti attrezzati, il giudizio di facilita' potrebbe non essere cosi' campato in aria. Ma se, come crediamo, la valutazione deve essere complessiva, allora qui di elementare non c'e' nulla. Infatti si deve pensare che lungo tutta la cresta, dove il voto di 4 all'esposizione e' pienamente meritato, ci si trova ad arrampicare e scendere risalti di roccia senza alcuna assicurazione. Certo gli appigli ci sono ed abbondanti (il grado non supera il II), ma il fatto che si debba spesso usarli praticamente in bilico sul filo di cresta (ripeto NON ASSICURATI) rende il tutto decisamente delicato. In definitiva, per noi una ferrata assurda, assicurata dove NON serve e non assicurata dove servirebbe, che non puo' assolutamente essere considerata facile. Forse e' proprio per questo che e' scarsamente frequentata. Il paesaggio e', naturalmente, magnifico con vista aerea dell'Alpe di Siusi e tutti i gruppi della Valgardena da un lato e del Catinaccio al di la' della Val Ciamin dall'altro. Peccato che ce lo siamo goduti poco per la preoccupazione di guidare i bambini lungo la via. Buone ferrate a tutti.
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+1 #4 Marco Corriero 2015-01-23 00:00
Percorsa il 18/08/2013 La rifaccio dopo 4 anni e devo dire che la trovo sempre simpaticamente un pò anomala: i tratti attrezzati sono pochi mentre ci sono diversi passaggi non assicurati talvolta piuttosto esposti. E' necessaria la massima concentrazione anche perchè la roccia, pur offrendo buoni appigli, non è nelle migliori condizioni. Panorama sempre superbo. Giro complessivamente molto lungo e impegnativo sia come distanze che dislivello (1000m ca.) Fino al Tires una lunga processione di gente, poi sulla Maximilian al max 6 persone. Attrezzatura per lo più vecchia e distanza tra i fittoni a volte troppo lunga. Un breve ripido camino attrezzato di sola corda di canapa e una discesa piuttosto esposta dalla prima cima sono i punti attrezzati più delicati.
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